2021-04-19
Dopo l’inchiesta di Bergamo Speranza deve lasciare
Mario Draghi ha già contribuito a ridimensionarlo, togliendogli molti degli uomini che nell'anno della pandemia gli sono stati intorno (da Domenico Arcuri ad Angelo Borrelli) e obbligandolo a riaprire in anticipo numerose attività commerciali. Tuttavia, nonostante i suoi poteri siano stati di molto ridotti, finché Roberto Speranza rimarrà al proprio posto, cioè al ministero della Salute, noi non potremo dirci tranquilli. Qualche lettore forse riterrà che l'atteggiamento nei confronti del segretario di Articolo 1, ossia del gruppuscolo di estrema sinistra che fa parte della maggioranza, sia esagerato. Forse qualcuno penserà che la nostra sia una specie di ossessione verso un leader politico di non grandissimo peso e per questo, in definitiva, dovremmo ignorarlo. Tuttavia, possiamo garantire che le cose non stanno come sembrano: se insistiamo nel chiedere le dimissioni dell'ex assessore all'Urbanistica di Potenza, è perché pensiamo che, in un posto chiave come il dicastero della Sanità, senza di lui il Paese starebbe meglio.A convincerci delle necessità che Speranza faccia al più presto le valigie e lasci la poltrona di responsabile della Salute non è l'avversione al colore rosso del suo partito, ma la lettura degli atti dell'inchiesta condotta dalla Procura di Bergamo sui ritardi con cui è stata affrontata l'epidemia di coronavirus. In particolare, ad attirare la nostra attenzione sono le mail che i funzionari del ministero e quelli dell'Oms si sono inviati nella primavera dello scorso anno. Il tono dello scambio epistolare è piuttosto evidente. Dai messaggi, non solo emerge con evidenza il tentativo di condizionare l'autore del rapporto sui ritardi e gli errori compiuti dal governo durante la prima fase dell'emergenza, ma l'operazione di insabbiamento della relazione, di cui nessuno doveva conoscere i dettagli «scabrosi». Leggendo gli atti, si scopre che i vertici dell'organizzazione indipendente, in realtà dipendevano dalla politica e dall'approvazione di questa discendevano i loro giudizi sulle politiche messe in atto contro il Covid. A Ranieri Guerra, numero uno dell'Oms per conto dell'Italia, premeva censurare le valutazioni positive sulla gestione dell'epidemia da parte del Veneto, perché parlar bene di come la Regione aveva gestito l'emergenza, significava fare un favore a Luca Zaia, cioè a un governatore leghista. Non contavano i malati, l'andamento dell'epidemia, i sistemi migliori per contrastarla ed evitare altre vittime. Ciò che interessava era disinnescare la «bomba mediatica» che poteva favorire l'avversario politico del ministro. Mentre le persone morivano, mentre le bare venivano caricate sui camion militari, mentre la disperazione più nera contagiava il Paese, c'era chi faceva politica. E questo non si può in alcun modo tollerare.Tra le frasi che si possono scovare nei documenti rintracciati dagli inquirenti, non si trovano solo le pressioni per silenziare il rapporto o per lo meno per modificarlo in senso più favorevole alle forze della maggioranza, togliendo cioè le frasi che avrebbero imbarazzato il governo. Nelle mail rinvenute dall'autorità giudiziaria si fa espressamente riferimento a Speranza, che sarebbe rimasto molto deluso da ciò che era stato scritto nella relazione. Sì, il ministro non sarebbe stato particolarmente felice di leggere quelle osservazioni e dunque i vertici dell'Organizzazione mondiale della sanità si diedero da fare per «far felice il ministro», promettendo di «rivedere il documento».Ora, noi siamo ben contenti di apprendere che i funzionari dell'Oms hanno lavorato alacremente per migliorare l'umore di Roberto Speranza, ministro già duramente provato dalla scrittura di un libro che, appena finito di essere stampato, è stato prematuramente ritirato dalle librerie per evidente incongruenza con la realtà (per l'ex assessore, la pandemia era alla fine, i vaccini erano in arrivo e il merito era suo, ma, come abbiamo visto, le cose sono andate in maniera diversa). Però riteniamo che il compito dell'Organizzazione mondiale della sanità e dei suoi funzionari non consista nel fare felice un ministro, ma nel migliorare le condizioni di salute della popolazione del globo. Se questo è da ritenersi pacifico, resta da capire se e quanto il ministro fosse a conoscenza di queste manovre. Cioè, Speranza sapeva che qualcuno si stava dando da fare per modificare un rapporto sull'andamento della pandemia? Era a conoscenza o meno delle operazioni di insabbiamento di cui si stava rendendo protagonista Ranieri Guerra? In pratica: Speranza si è adoperato per nascondere la verità e per oscurare le informazioni che premiavano la gestione della Regione guidata da Luca Zaia?Come è di tutta evidenza, la risposta è di una certa importanza. Perché se il ministro sapeva, non può restare al suo posto un minuto di più. Mentre se tutto ciò si fosse svolto a sua insaputa, c'è da chiedersi quanto sia in grado di controllare il ministero che gli è stato affidato. In entrambi i casi, tuttavia, l'epilogo ci pare scontato e se fossimo nei panni del presidente del Consiglio (e per nostra fortuna non lo siamo) penseremmo in fretta a sostituire il ministro che la speranza la esaurisce solo nel cognome.
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)