2020-08-28
Donald Trump si prepara alla battaglia
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Donald Trump e Melania Trump (Ansa)
Si è conclusa ieri sera la Convention nazionale del Partito Repubblicano. E, con il suo discorso di accettazione della nomination, Donald Trump ha mostrato la linea politica che nei fatti intende seguire nei prossimi due mesi di campagna elettorale. L'intervento di Donald Trump è stato particolarmente duro e ha ripreso alcuni dei suoi storici cavalli di battaglia. Innanzitutto il presidente ha messo in evidenza la posta in gioco delle prossime presidenziali. Come già accaduto ai tempi del duello con Hillary Clinton, anche stavolta Trump ha delineato il quadro di due Americhe antitetiche che si fronteggiano. «Questa», ha dichiarato, «è l'elezione più importante nella storia del nostro Paese. Mai prima d'ora gli elettori hanno affrontato una scelta più chiara tra due partiti, due visioni, due filosofie o due ordini del giorno. Queste elezioni decideranno se salvare il sogno americano o se permettere a un'agenda socialista di demolire il nostro amato destino. Deciderà se creare rapidamente milioni di posti di lavoro ben retribuiti o se distruggere le nostre industrie e inviare milioni di questi posti di lavoro all'estero, come è stato stupidamente fatto per molti decenni». «Il vostro voto», ha proseguito Trump, «deciderà se proteggere gli americani rispettosi della legge o se dare libero sfogo a violenti anarchici, agitatori e criminali che minacciano i nostri cittadini. E queste elezioni decideranno se difendere lo stile di vita americano o se permettere a un movimento radicale di smantellarlo e distruggerlo completamente».Il presidente è quindi andato nettamente all'attacco del suo avversario, il candidato democratico Joe Biden, denunciandone i fallimenti politici da senatore del Delaware e vicepresidente. In particolare, Trump lo ha accusato di essere tra i responsabili degli attuali problemi che gli Stati Uniti si stanno trovando oggi ad affrontare in termini economico-commerciali e di politica estera. "Joe Biden non è il salvatore dell'anima dell'America: è il distruttore dei posti di lavoro americani e, se gliene sarà data la possibilità, sarà il distruttore della grandezza americana. Per 47 anni, Joe Biden ha preso le donazioni dei colletti blu, ha dato loro abbracci e persino baci e ha detto loro che sentiva il loro dolore - e poi è tornato a Washington e ha votato per spedire i loro lavori in Cina e in molti altri paesi lontani . «Joe Biden», ha proseguito Trump, «ha trascorso tutta la sua carriera esternalizzando i sogni dei lavoratori americani, delegando i loro posti di lavoro, aprendo i loro confini e inviando i loro figli e le loro figlie a combattere in infinite guerre straniere». L'inquilino della Casa Bianca ha quindi strizzato l'occhio alle frange più movimentiste del suo elettorato, rinverdendo quel messaggio antiestablishment e critico del professionismo politico che, nel 2016, lo condusse infine alla presidenza. "Dal momento in cui ho lasciato la mia vita precedente alle spalle, ed è stata una bella vita, non ho fatto altro che combattere per voi. Ho fatto ciò che il nostro sistema politico non si sarebbe mai aspettato e non avrebbe mai potuto perdonare, infrangendo la regola fondamentale della politica di Washington. Ho mantenuto le mie promesse. Insieme, abbiamo posto fine al dominio della classe politica fallita e loro sono disperati per riavere il loro potere con ogni mezzo necessario. Sono arrabbiati con me perché invece di metterli al primo posto, metto l'America al primo posto!" Trump ha quindi rivendicato i risultati della sua presidenza: dall'uccisione di al Baghdadi al non aver avviato nuove guerre nei quattro anni di mandato. Sul piano commerciale, ha sottolineato di aver mantenuto le proprie promesse, stracciando la Trans Pacific Partnership, rinegoziando il North America Free Trade Agreement e impostando un duro confronto con Pechino. Ha inoltre rivendicato la linea dura contro l'immigrazione clandestina e la nomina di un elevato numero di giudici. E' anche in questo senso che il presidente ha accusato i democratici di aver presentato un programma nebuloso, solo per nascondere il loro estremismo politico (soprattutto in materia energetica e di ordine pubblico). «Alla Convention dei democratici, avete sentito a malapena una parola sulla loro agenda. Ma non è perché non ne hanno una. È perché la loro agenda è la serie più estremista di proposte mai avanzata da un importante candidato di partito. Joe Biden potrebbe affermare di essere un "alleato della Luce», ma quando si tratta della sua agenda, Biden vuole tenervi completamente all'oscuro. Ha promesso un aumento delle tasse di 4 trilioni di dollari su quasi tutte le famiglie americane, che farà crollare completamente la nostra economia in rapido miglioramento e ancora una volta i record dei mercati azionari […] Biden ha promesso di abolire la produzione americana di petrolio, carbone, scisto e gas naturale, devastando le economie di Pennsylvania, Ohio, Texas, North Dakota, Oklahoma, Colorado e New Mexico. Milioni di posti di lavoro andranno persi e i prezzi dell'energia aumenteranno». Trump sembra quindi almeno in parte tornare a rifarsi alla strategia che fu di Richard Nixon nel 1972, ai tempi del suo duello con il democratico, George McGovern. Il presidente ha infatti tacciato gli avversari di estremismo, mettendo in luce le loro contraddizioni interne. Con il discorso di accettazione della nomination di Trump, il Partito Repubblicano ha serrato i ranghi in vista dello scontro finale. Uno scontro all'esito ancora incerto, sì. Ma uno scontro in cui la vittoria dei democratici (preconizzata da molti) non è poi così scontata.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
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Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)