2025-11-10
Donald ce l’ha fatta: shutdown sbloccato. Volano tutte le Borse, su anche oro e cripto
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.Per adesso, gli effetti economico-finanziari del voto di domenica sono risultati positivi. Ieri, i future sull’oro hanno superato i 4.000 dollari l’oncia, mentre il bitcoin ha fatto un balzo da 100.000 dollari a 106.000 dollari. Buone notizie, sempre ieri, si sono registrate anche a Wall Street, che ha visto in rialzo il Nasdaq 100 e l’S&P 100. Ad avanzare sono altresì state Piazza Affari (+ 2,28%), Londra, Parigi e Francoforte. Insomma, sembra registrarsi un notevole ottimismo per il compromesso sullo shutdown: un compromesso che adesso dovrà essere approvato definitivamente dal Senato, per poi passare al vaglio della Camera dei rappresentanti, il cui Speaker, Mike Johnson, ieri ha dichiarato: «Non vediamo l’ora che il governo riapra questa settimana, così il Congresso potrà tornare alla sua sessione legislativa ordinaria». In particolare, secondo indiscrezioni raccolte dalla Cnn, Johnson vorrebbe far votare la Camera già nella giornata di domani, purché arrivi per allora il via definitivo da parte del Senato: via definitivo che, quando La Verità è andata in stampa ieri sera, non aveva ancora avuto luogo. Nel frattempo, il compromesso ha ricevuto la benedizione di Donald Trump. «Il presidente Trump ha voluto la riapertura del governo fin dal primo giorno in cui i democratici lo hanno chiuso», ha dichiarato ieri un funzionario della Casa Bianca. «L’azione al Senato è uno sviluppo positivo e non vediamo l’ora di vederne i progressi», ha aggiunto. In tutto questo, sempre ieri, il presidente americano ha intimato ai controllori di volo di tornare al lavoro, ventilando la possibilità di un bonus per coloro che non hanno smesso di svolgere le proprie mansioni durante lo shutdown. «Tutti i controllori di volo devono tornare al lavoro, subito!», ha affermato su Truth, per poi aggiungere: «Per quei controllori di volo che sono stati grandi patrioti e non si sono presi alcun tipo di ferie per la “bufala dello shutdown democratico», raccomanderò un bonus di 10.000 dollari a persona per il loro illustre servizio al nostro Paese». «Per coloro che non hanno fatto altro che lamentarsi e si sono presi del tempo libero, anche se tutti sapevano che sarebbero stati pagati per intero, a breve, non sono felice di voi», ha proseguito.Ma il nodo politico principale, come già accennato, riguarda i dem. La maggioranza dei parlamentari dell’Asinello ha criticato il compromesso votato l’altro ieri, proprio per la sua vaghezza sulla questione dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. Si tratta di un tema che sta rinfocolando le ataviche divisioni tra destra e sinistra all’interno del partito. Alcuni parlamentari progressisti hanno infatti duramente attaccato il capogruppo dem al Senato, Chuck Schumer, il quale, pur avendo votato contro l’intesa di domenica, è stato accusato sia di non saper gestire la pattuglia parlamentare dell’Asinello sia di essere collocato su posizioni troppo centriste. «Il senatore Schumer non è più efficace e dovrebbe essere sostituito», ha tuonato il deputato democratico, Ro Khanna, dopo il voto dell’altro ieri. Queste tensioni vanno a sommarsi a quelle esplose, nelle ultime settimane, sul sindaco eletto di New York, Zohran Mamdani: una figura che ha spaccato sia la base elettorale sia i vertici parlamentari del Partito democratico.
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