Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
Anthony Fauci (Ansa)
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Ansa
A oltre 20 giorni dal suo inizio, lo shutdown in corso del governo federale degli Stati Uniti è diventato il più lungo mai registrato nella storia del Paese. E la situazione di blocco delle attività amministrative potrebbe durare ancora per diversi giorni. Infatti, nel caso del record precedente, quello del 1995-1996 sotto Bill Clinton, i colloqui tra il presidente democratico e i leader repubblicani erano aperti. Oggi, invece, la Casa Bianca del repubblicano Donald Trump e i vertici della sinistra sono ben lontani da un'intesa.





