2024-02-21
«Fauci & C. come bimbi alle medie»
Scott Atlas, esperto di politiche sanitarie che lavorò nella task force di Trump, svela gli errori del virologo e del suo team. «Usavano cifre inesatte e modelli inadeguati».«Negli incontri a cui partecipavo, sono rimasto scioccato dalla mancanza di conoscenza scientifica», dei componenti della task force della Casa Bianca contro il virus di Wuhan. Arrivavano con «tabelle dei casi Covid e dei ricoveri ospedalieri, con categorizzazioni arbitrarie codificate a colori, qualcosa che potrebbe essere fatto da qualcuno alle medie». È impietoso, il ritratto dei presunti esperti statunitensi all’epoca della pandemia, fornito da Scott Atlas. Esperto di politica sanitaria presso l’Hoover Institution dell’Università di Stanford, autore di oltre 100 pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria, da agosto a novembre 2020 era stato consigliere speciale dell’allora presidente Donald Trump e pure lui membro dell’unità operativa strategica. A novembre 2022 lo intervistammo anche sulla Verità. Stavolta, è stata la giornalista investigativa Maryanne Demasi a raccogliere una lunga testimonianza di Atlas su quel periodo, quando molte scelte drammatiche vennero prese con improvvisazione e incompetenza. Dopo che avrete letto le dichiarazioni dell’esperto, penserete pure voi che i protagonisti dei retroscena svelati potrebbero essere tranquillamente certi responsabili nostrani della politica sanitaria d’emergenza, che oggi temono i lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia. Da fine febbraio 2020, alla task force americana contro il Covid-19 furono aggiunti altri personaggi che dovevano rispondere al vicepresidente Mike Pence. C’era il potentissimo immunologo Anthony Fauci, all’epoca ancora direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive presso i National institutes of health, e fu chiamato anche Robert Redfield, ricercatore di lunga data sull’Hiv, all’epoca a capo dei Cdc, l’agenzia federale di controllo sulla sanità pubblica. Direttrice del coordinamento della risposta al Covid venne nominata Deborah Birx, dal 2014 responsabile delle attività del governo degli Stati Uniti per combattere l’Hiv (scelta dall’ex presidente Barack Obama). «Non erano realmente scienziati. Erano burocrati», li demolisce Atlas, che racconta di aver sempre portato nelle riunioni dozzine di articoli scientifici, di dati aggiornati quotidianamente sui quali ragionare, mentre da parte di quegli presunti esperti «ho sentito solo silenzio». Spiega che l’allora direttrice, Fauci e Redfield «avevano un patto tra loro, la stessa Birx lo rivelò in seguito, secondo il quale se uno di loro fosse stato licenziato da Trump, se ne sarebbero andati tutti. Si coprivano a vicenda la carriera. Questo è il comportamento dei burocrati trincerati, non degli esperti di sanità pubblica che cercano di impedire alle persone di morire». Inoltre, i tre avevano fatto carriera occupandosi di Hiv e pensarono di utilizzare per il Covid il modello del tracciamento dei contatti, rintracciare i partner sessuali e così bloccare la trasmissione della malattia causata dal virus dell’immunodeficienza umana. «Ma con il Covid si trattava di un’infezione respiratoria diffusa attraverso la respirazione. Il modello era completamente diverso», sottolinea lo scienziato. Ricercatore e formulatore di politiche sanitarie, inclusa «la presa in considerazione di quante persone si uccideranno in caso di gravi recessioni economiche», tiene a precisare che «i blocchi e la successiva recessione economica erano problemi di salute pubblica, ma Fauci e gli altri nemmeno se ne rendevano conto».Nei tre mesi e mezzo trascorsi alla task force, Scott ha verificato in più occasioni l’incompetenza di quanti suggerivano misure sanitarie. «Fauci o Redfield di tanto in tanto dicevano “ecco la prova che le mascherine funzionano” e indicavano uno Stato in cui i casi erano diminuiti dopo l’obbligo da loro imposto, ignorando il risultato completamente opposto in un altro Stato», cita come esempio. Aggiunge: «Non avevano comprensione della differenza tra relazione causale e una semplice correlazione temporale. Nessuno scienziato che si rispetti arriverebbe a una conclusione così ingenua».Eppure, a marzo 2020 questi personaggi suggerirono a Trump 15 giorni di «social distancing» il blocco delle attività negli Stati Uniti che rischiò di fare più vittime del Covid. Come disse l’allora capo della Casa Bianca, fosse stato per i suoi consiglieri medici «chiuderebbero tutto». Trump faceva notare che l’influenza uccide migliaia di persone ogni anno, senza creare tanto allarme e paralizzare il Paese, però dovette accettare la relazione di Fauci e Birx, secondo la quale era necessario un blocco per evitare che il sistema sanitario fosse sopraffatto. Venne convinto a prolungare lo shutdown per altri 30 giorni.Tra i membri della task force «c’era molto desiderio di avere potere, autorità e visibilità nei media», conclude l’intervista Scott Atlas. «Non volevano avere una discussione scientifica e scoprire la verità, volevano fare quello che volevano e si sono sentiti minacciati dal mio arrivo […] non ricordo di essere stato altri momenti con persone dal livello di competenza così basso», come capitò in quel periodo.
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