2019-11-17
Il novello Marco Polo la sera stupisce con lo smoking indaco
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La collezione di Stefano Ricci per il prossimo inverno si ispira al viaggiatore moderno e alla fragile bellezza di Venezia. A Pitti il binomio fra abiti e bandiere. Simboli di identità e sentimenti. La manifestazione per l'uomo torna a Firenze dal 7 al 10 gennaio. Attesi 1.203 marchi. La boutique di Dolce&Gabbana in Corso Venezia a Milano si trasforma in un mercatino natalizio dove abiti e accessori vengono venduti sui carretti del pane e della frutta. Lo speciale contiene tre articoli. Dalla grande bellezza alla bellezza assoluta. Viene spontaneo chiedersi dove stia la differenza, se c'è. Stefano Ricci, imprenditore che con il suo omonimo brand della bellezza ha fatto la sua bandiera, veicolandola attraverso la cultura e la moda, ha sfidato pure le forze della natura presentando a Venezia la sua ultima collezione, immortalata in straordinarie immagini di una sfolgorante Venezia pre «acqua granda». Una città, ora drammaticamente ferita, che si è rivelata fragile e indifesa e alla quale bisogna riservare una cura particolare. Stefano Ricci l'aveva scelta per l'ultimo progetto, il look book della prossima collezione, il decimo catalogo ispirato alla «grande bellezza» italiana. E aveva privilegiato luoghi segreti e non, dove i capi più prestigiosi hanno trovato la giusta collocazione: la Libreria Acqua Alta, la Scuola di San Rocco, la Scala Contarini, il mercato del pesce, piazza San Marco, Palazzo Rocca, il Ponte di Rialto, San Clemente Palace Kempinski. La presentazione ufficiale è stata alla Scuola di San Rocco, nata nel 1478 e diventata nel Cinquecento la più danarosa confraternita veneziana, ricca di oltre 60 tele di Tintoretto. «La bellezza assoluta di Venezia seduce l'uomo Stefano Ricci, aprendo un percorso narrativo inedito», spiegano Filippo Ricci, direttore creativo, e Niccolò Ricci, ad della società fiorentina fondata nel 1972, «È una sfida che ci siamo voluti dare in una città unica e per questo più impegnativa, perché raccontata da scrittori, registi e maestri della fotografia. Il risultato è una poesia che accompagna la collezione autunno/inverno 2020-21, pensata per un guardaroba che esalta il corpo maschile con un'eleganza di stile incorruttibile, con proposte per ogni momento della giornata, sia esso un incontro di lavoro o il mondo del viaggio, confermando Sr come monogramma di pura qualità 100% made in Italy». Stupire, sorprendere, conquistare. Sono i tre verbi preferiti del vocabolario del gruppo Stefano Ricci. Nel gioco dello stile la maison guarda ai desideri dell'uomo di oggi con sapiente complicità. «Perché il lusso oltre che colto, autentico e vivo, in quest'eleganza senza tempo e modernamente leggiadra, è prima di tutto questione di cuore». Il marchio disegna una silhouette per un fit dinamico e confortevole che punta ad accompagnare l'uomo nelle occasioni più varie: lavoro, viaggio, tempo libero e gran sera. È il nuovo Marco Polo contemporaneo che predilige materiali che sono fibre degli dei, come la vicuna di giacche e giubbotti in beige naturale, grigio e blu Ricci, le lane superfini di completi e spezzati con giacche sfoderate, la seta tecnica abbinata al suede, gli shearling peso piuma inediti, i trattamenti waterproof per giacconi di cashmere con l'interno in visone rasato, così come la seta negli interni, sempre con disegni originali e sontuosi. Un viaggiatore che sceglie, oltre ai classici blu e nero e a tutti i toni del beige e del sottobosco, l'indaco dello smoking di seta dell'Antico setificio fiorentino e il blu mirtillo, un caldo cabernet o il nuovo neutro maschile whisky. Sofisticato il color marmo per giacconi di puro cashmere caldi come un abbraccio. Non manca il jeans, spesso in denim scuro, ed è esaltante il cocco silky. Le giacche, a tutta sartorialità ma con spalle senza imbottiture, accarezzano il corpo e lo liberano da ogni costruzione sia nel modello Iconica senza pences sul fianco, sia nei modelli field jacket più fittati o con la coulisse per chi viaggia. Anche i pantaloni hanno un'attitudine relax, con il fondo più stretto. Raffinati i dettagli: i giochi di piccole pieghe sul taschino di una camicia in cotone a disegno esclusivo di righe o quadri, il ricamo a motivo bamboo che spazia dalla pelletteria alle calzature fino agli zaini, il coccodrillo nabuccato e leggero, le cravatte nei mitici microdisegni, i colli in volpe e castorino. «Senza grande passione, senza nuovi artigiani, non sarebbe possibile fare questi prodotti. La nostra missione è continuare a insegnare alle nuove generazioni questo senso di appartenenza al nostro Paese che può dare dei risultati incredibili. Le loro mani sono la forza motore più forte che abbiamo oggi». Il gruppo Stefano Ricci inoltre conferma le previsioni di crescita. L'esercizio 2018 si era chiuso a quota 148 milioni, con un margine operativo lordo al 19%. Tra le prossime aperture, la seconda boutique a Seul (Corea del Sud) e lo sbarco a Taipei previsto per l'inizio del 2020, dopo le importanti performance a Manila (Filippine). Il Sud Est asiatico si conferma il nuovo territorio di affermazione per le boutique monomarca di Stefano Ricci nel mondo, che raggiungono così quota 70 e alle quali vanno ad aggiungersi 20 shop in shop. «In un momento congiunturale caratterizzato da forti incertezze, tra guerra dei dazi e criticità socioeconomiche, Stefano Ricci spa vede confermate le proprie previsioni di un lieve incremento per la chiusura dell'esercizio corrente guidato parzialmente dalla crescita, sul mercato nordamericano, di clientela statunitense alla ricerca di prodotti di qualità». Paola Bulbarelli<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/dolce-gabbana-mercato-natale-milano-2641362533.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="a-pitti-il-binomio-fra-abiti-e-bandiere-simboli-di-identita-e-sentimenti" data-post-id="2641362533" data-published-at="1758062787" data-use-pagination="False"> A Pitti il binomio fra abiti e bandiere. Simboli di identità e sentimenti Il Pitti uomo numero 97 si presenta in tutto il suo splendore. Perché è indubbio che non ci sia fiera dedicata all'abbigliamento maschile importante come la kermesse fiorentina. Come annuncia Raffaello Napoleone, ad della manifestazione, «tra i 1.203 marchi presenti - di cui 540 esteri (45%) e 265 tra nomi nuovi e rientri - ce ne sono altrettanti in lista d'attesa». Pitti è sinonimo di business ed è indubbio che clientela e buyer riconoscano a Firenze un eccellente valore qualitativo. Raccontare cosa avverrà dal 7 gennaio fino al 10 ha rappresentato l'occasione per snocciolare dati economici purtroppo non rassicuranti. «Nell'abbigliamento cresce del 7-8% l'export, ma sempre con numeri negativi in Italia», dice Claudio Marenzi, presidente di Confindustria moda, «Per il nostro sistema moda il problema è il mercato interno, esportiamo il 70% sui 98 miliardi totali, il resto è Italia, per cui se non cresce non va bene. Nei primi sette mesi dell'anno l'export ha fatto +4,9%, oltre 19,3 miliardi di euro, trainato dall'abbigliamento (+8,2%). Best performer la maglieria (+12,2%), e maglia nera per la calzetteria (-8,3%). Giocano a favore debolezza dell'euro e maggior competitività di prodotti di gamma medio alta in cui l'Italia si è specializzata». Segno positivo anche per l'import del settore (+4,3%), con il saldo della bilancia commerciale oltre 6,1 miliardi di euro, 365 milioni in più sul periodo gennaio-luglio 2018. «La Germania segna un -0,1%, i tedeschi sono i primi a frenare quando sentono arrivare la crisi», prosegue Marenzi, «La Russia è ancora in negativo per un paio di punti. Poi l'emergenza Hong Kong ha impattato molto negativamente in particolare sui grandi marchi. Ottimi i risultati in Giappone e Corea; cresce la Cina e crescono gli Stati Uniti del +10%. L'estero diciamo che va bene». Quest'anno al Pitt il tema sarà Show your flags at Pitti, con l'art direction di Angelo Figus e il set design di Alessandro Moradei. Gli abiti, come le bandiere, sono realizzati in tessuto, sono simboli di identità e mezzi per veicolare un messaggio. «Le nazioni unite della moda», commenta Agostino Poletto, direttore generale di Pitti immagine, «Le bandiere sono rettangoli di stoffa in continuo movimento, come i tessuti degli abiti e, come gli abiti, sono simboli di identità, di appartenenza, di pensiero e di sentimento». E sotto queste bandiere ci saranno grandi ritorni e nomi nuovi. Verrà celebrato il 75° anniversario di Brioni, marchio iconico del lusso maschile, protagonista di un evento curato da Olivier Saillard. Sotto i riflettori anche Jil Sander con la nuova collezione uomo disegnata da Lucie e Luke Meier, stilisti che si sono conosciuti proprio a Firenze, al Polimoda. Show di Telfar Clemens, stilista liberiano-americano apprezzato per lo stile unisex, che presenta il suo concetto di moda fluida, e di Stefano Pilati, in pista alla Leopolda con la sua etichetta indipendente Random identities, per la prima volta in passerella. Debuttano Sergio Rossi nella linea uomo, il gruppo russo Bosco di ciliegi con il marchio Bosco e lo sportswear di lusso Jet Set; Chiara Boni presenta Trailblazer, la prima collezione maschile. A gennaio 2020 ricorre anche il 190° di Woolrich che allestirà uno spazio alla Dogana sul suo universo iconico e presenterà la Woolrich arctic capsule, omaggio all'evoluzione dell'Arctic parka. Sergio Tacchini, con la neo proprietà americana e il nuovo direttore creativo Dao-Yi Chow, si racconta attraverso una retrospettiva sull'eredità del marchio e ospiterà un evento di K-Way. Infine, Falke spegnerà 125 candeline con un appuntamento speciale, mentre Herno ha adottato un unico spazio per presentare le sue collezioni: i 400 metri quadrati del Teatro Lorenese. Paola Bulbarelli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/dolce-gabbana-mercato-natale-milano-2641362533.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="a-milano-apre-il-christmas-market-di-dolcegabbana" data-post-id="2641362533" data-published-at="1758062787" data-use-pagination="False"> A Milano apre il «Christmas market» di Dolce&Gabbana Nel 2017, Dolce&Gabbana aveva portato la magia di un mercato siciliano in uno dei grandi magazzini più famosi al mondo: Harrods. L'anno scorso è stato il turno della Rinascente di Milano, dove le vetrine si sono animate di pupazzi con le sembianze dei due stilisti. La magia del Natale si ripete anche quest'anno - a Londra come a Milano - in due boutique del marchio.Bond Street e Corso Venezia abbandonano i vecchi arredamenti e si riempiono di carretti dove accanto a frutta, pane e pesce si vendono scarpe, accessori esclusivi e abiti degni delle migliori feste natalizie. Pareti, pavimenti e mobili sono invece rivestiti con i colori della celebre stampa «carretto», con cui è stata realizzata anche una collezione di capi in esclusiva. Il «Christmas market» offre qualcosa per tutti i gusti e tutte le tasche, ma soprattutto regala una vera e propria esperienza immersiva nel clima natalizio del Sud Italia. Novità di quest'anno - per un regalo davvero speciale - sono quattro bambole dall'altezza di 40 centimetri, disegnate sapientemente da una pittrice italiana. L'artista si è servita delle palette colore selezionate dai make up artist Dolce&Gabbana, ricreando il trucco secondo i codici estetici del brand. Anche i capelli delle bambole, setosi e morbidi al tatto, rispecchiano la cura e l'amore per i dettagli. Gli abiti ricalcano poi dei veri e propri vestiti della collezione del marchio, dal pizzo rosso, alle paillettes. Il costo? 650 euro. I più grandi possono invece farsi conquistare dalla collezione di elettrodomestici «Sicily my love», nata da una collaborazione con Smeg. L'estetica siciliana e l'inconfondibile creatività Dolce&Gabbana incontrano così la tecnologia di elettrodomestici di design in un progetto autenticamente Made In Italy. Un esempio? Il tostapane decorato come i tipici bummuli e quattare (i vasi di terracotta della Sicilia, dipinti seguendo lo stesso stile del carretto) al costo di 499 euro.Ma non può essere davvero Natale senza panettoni. Ed ecco che per il secondo anno Dolce&Gabbana presenta la sua collaborazione con Fiasconaro. Il tipico dolce milanese viene rivisitato con i sapori tipici della Sicilia e da qui nascono tre declinazioni uniche: il panettone agli agrumi e allo zafferano, il panettone al pistacchio ricoperto di cioccolato bianco con crema spalmabile e il panettone alla castagne glassate e gianduia. Per concludere questo Natale tutto firmato Dolce&Gabbana, il duo di stilisti ha deciso di occuparsi delle luminarie di Corso Venezia e via Pestalotti per una spesa complessiva di 300.000 euro. Il Natale meneghino profuma sempre più di Sicilia. Mariella Baroli