Paura a Modena: prete accoltellato a gola e schiena in pieno centro città

Mattinata di paura ieri a Modena, dove, intorno alle 10, don Rodrigo Grajales Gaviria, un sacerdote colombiano di 45 anni, è stato accoltellato alla schiena e alla gola in via Castelmaraldo, nel centro della città. Il religioso, vice parroco della parrocchia San Giovanni Evangelista di via Diena e sacerdote di riferimento della comunità sudamericana di Modena, è stato trasportato all’ospedale di Baggiovara dal personale del 118, dove è stato operato d’urgenza. Secondo le informazioni diffuse nel pomeriggio di ieri don Rodrigo non sarebbe in pericolo di vita.
A salvarlo, probabilmente, è stato l’immediato intervento di un residente di via Castelmaraldo, che ha poi chiesto aiuto al personale di una vicina trattoria. Il sacerdote perdeva sangue vistosamente, ma i camerieri hanno bloccato l’uscita del sangue con stracci e canovacci e chiamato immediatamente i soccorsi, che sono intervenuti con un’ambulanza e l’auto medica del 118. Sull’episodio sono in corso indagini dei carabinieri, accorsi sul posto insieme al personale sanitario, che vista la brutalità dell’aggressione procedono con l’ipotesi di reato di tentato omicidio. Al momento i militari dell’Arma sono al lavoro per cercare di dare un volto e un nome all’aggressore. Le indiscrezioni diffuse nella tarda serata di ieri parlano di un giovane, probabilmente nordafricano, fuggito dopo aver colpito (sembra senza proferire parola) il missionario, che si trovava in centro per alcune commissioni prima di partire per una missione all’estero. Una ricerca resa ancora più complessa dall’assenza di telecamere nell’incrocio dove è avvenuta l’aggressione.
Al riguardo, i carabinieri del nucleo investigativo hanno ascoltato testimoni e hanno acquisito le immagini delle telecamere della zona per identificare il responsabile. Come detto, gli investigatori sarebbero sulle tracce di una persona giovane. Si sta cercando anche di chiarire se possono arrivare elementi utili dai contatti avuti dal prete nelle ultime ore. La parrocchia di San Giovanni Evangelista dista circa un chilometro e mezzo dal luogo dell’accoltellamento del sacerdote, poco più di 20 minuti a piedi. Un tragitto che, al momento, rende impossibile ipotizzare concretamente un legame tra l’aggressione e la missione pastorale del sacerdote colombiano. Il fatto che l’assalitore abbia colpito don Rodrigo alle spalle rende però poco verosimile l’ipotesi di una rapita finita male.
Le prime risposte arriveranno probabilmente quando il sacerdote potrà essere ascoltato dagli investigatori e raccontare se in passato c’erano state tensioni con qualche parrocchiano. O se invece (e sarebbe l’ipotesi più inquietante) l’aggressore non conosceva il sacerdote, e ha scelto la vittima senza una ragione precisa.
Chi lavora nella zona punta il dito sulla sicurezza. In una dichiarazione al Resto del Carlino il barista di un locale vicino al luogo dell’aggressione non usa mezzi termini: «Quando sono arrivato era ancora a terra È stato trafitto alla giugulare, non si sa ancora da chi». Poi attacca: «In questa zona siamo messi così». Immediata la reazione del sindaco Massimo Mezzetti, a capo di una giunta di centrosinistra, che ha parlato di «un gravissimo fatto, accaduto in pieno giorno in una zona non certo isolata», chiedendo che «venga fatta piena luce». A don Rodrigo, aggiunge Mezzetti, «la massima solidarietà», e l’augurio che «si rimetta presto in forze». Belle parole, sicuramente sincere, ma che sostanzialmente ignorano l’escalation di episodi inquietanti che dopo Natale hanno investito Modena e i Comuni limitrofi.
A Castelfranco Emilia, la sera del 28 dicembre, una ventiquattrenne di Vignola, mentre era in compagnia sua amica nei pressi di un esercizio pubblico, è stata vittima di un atto di molestia da parte di un uomo, descritto come uno straniero di corporatura robusta tra 25 e 30 anni Circa un’ora dopo, mentre la ragazza stava tornando verso la sua auto insieme a due amiche, la giovane è stata nuovamente assalita dallo stesso uomo, che l’ha scaraventata a terra con brutalità. Una ventottenne del gruppo, intervenuta in difesa dell’amica, è stata a sua volta spintonata con forza contro un muro, riportando contusioni al volto e alla mano. L’aggressione si è fermata solo grazie all’intervento di un conoscente dell’uomo, che lo ha convinto ad andare via.
Il 29 dicembre, in pieno giorno, una banda di rapinatori, probabilmente originari dell’Est Europa, ha fatto un colpo in una villa isolata, ubicata nelle campagne modenesi tra l’area dei Torrazzi e il fiume Panaro. Il commando di rapinatori, che sembra fosse composto da sei persone con il volto coperto, ha fatto irruzione armi in pugno nella proprietà intorno alle 9, sorprendendo la famiglia all’interno dell’abitazione. I malviventi avrebbero immobilizzato e legato i proprietari sotto la minaccia delle armi, costringendoli a consegnare denaro e oggetti preziosi. Dopo aver messo a soqquadro tutta la villa, la banda è fuggita a bordo di un’Audi Q7 sottratta alle vittime.






