2024-06-05
Denunciano le dittature inesistenti ma supportarono gli abusi veri
Gustavo Zagrebelsky (Imagoeconomica)
Gustavo Zagrebelsky lancia strali contro il premierato: «Serve a costruire l’onnipotenza di un uomo o di una donna». Eleggere democraticamente il presidente è dunque eversivo, però per lui dpcm e green pass erano «legittimi». È davvero struggente notare quanto amore nutrano politici, editorialisti e giuristi italiani nei confronti della Costituzione. La amano così tanto che sarebbero disposti a proteggerla dagli assalti della perfida destra facendole scudo con il proprio corpo. Gridano e si stracciano le vesti di fronte all’ipotesi che si possa svolgere un referendum costituzionale sul premierato, paventano deviazioni totalitarie e fascismi di ritorno. Tra i più scatenati c’è Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Consulta e editorialista della Stampa. Il quale, in maniera lievemente irrituale e vagamente sorprendente, ha deciso di farsi intervistare dal giornale per cui scrive allo scopo di deprecare l’orrore destroide.«Abbiamo avuto presidenti della Repubblica presunti golpisti. Custodi della Costituzione che però la volevano cambiare. E, finalmente, presidenti garanti della Costituzione, come Mattarella. In quale tipo di presidente amiamo riconoscerci?», chiede a Annalisa Cuzzocrea a cui tocca di interrogarlo. E subito si risponde da solo: «La domanda era retorica. È latente un conflitto: il presidente della Repubblica non perde occasione per parlare della lungimiranza della Costituzione. Le leggi ordinarie nascono dalle esigenze che mutano, le Costituzioni guardano ai tempi lunghi».Tutti questi preliminari per esprimere un solo concetto, ovvero che il premierato è una schifezza. «Questa riforma», sentenzia Zagrebelsky, «serve a costruire l’onnipotenza di un uomo o di una donna». Di più, essa costituirebbe un sistema «in cui i cittadini, votando ogni cinque anni, si consegnano a qualcuno. Cinque anni, in politica, sono un’eternità. Il meccanismo previsto può farli diventare anche 12 e mezzo. Se si sciolgono le Camere prima della metà della legislatura, il capo può ripresentarsi».Davvero incredibile, no? Se i cittadini votano un leader significa che gli si stanno «consegnando». A quanto pare il nostro insigne giurista ha ben poca stima degli italiani, li ritiene un popolo di dementi incapaci di scegliere da soli. Per carità, può anche darsi. Ma se dobbiamo tenere un premier che - votato dalla popolazione - governi per cinque anni, perché non dovremmo a maggior ragione temere un presidente non eletto direttamente e che però s’intrufola negli affari politici correnti con un piglio esondante rispetto al ruolo che la Costituzione gli assegna? La sensazione è che a Zagrebelsky (e a un bel po’ di altri illuminati della sua risma) dia molto fastidio l’idea che siano i cittadini a scegliere da chi farsi rappresentare, senza ingerenze esterne. L’augusto Gustavo evoca lo spettro dell’autoritarismo, e curiosamente lo fa citando un ammonimento di Rousseau, cioè del padre di ogni totalitarismo. È un singolare cortocircuito. Rivelatore, potremmo dire: chi mette in guardia rispetto alla dittatura è poi quello che davvero la ispira.Lungi da noi sostenere che Zagrebelsky sia un fan degli autocrati, epperò abbiamo come il sospetto che egli utilizzi volentieri due pesi e due misure. Ora si mostra terrorizzato all’idea che il popolo (liberamente, in teoria) possa approvare il premierato, e già immagina future oppressioni. Ma quando l’oppressione si è manifestata sul serio, e senza alcun voto, non ci risulta che egli l’abbia poi molto osteggiata, anzi.Nel 2020, interpellato dal Fatto quotidiano sui famigerati dpcm che limitavano (non poco e inutilmente) le libertà degli italiani, egli dichiarava: «Le restrizioni dei diritti costituzionali in situazioni come quella che stiamo vivendo e nei limiti ch’essa richiede devono avvenire in base alla legge, ed è ciò che è avvenuto. […] L’opinione di chi sostiene che i diritti costituzionali siano stati limitati per arroganza del governo è errata. […] Questi cosiddetti pieni poteri in realtà sono stati attribuiti dal Parlamento e dunque non se li sono “presi”. In secondo luogo, si tratta di poteri tutt’altro che pieni, essendo limitati dallo scopo: il contenimento della diffusione del virus. Fuori da questa finalità sarebbero illegittimi».Interessante. Perché un premier (magari persino di sinistra) eletto per cinque anni dovrebbe essere un dittatore e un presidente del Consiglio che, a colpi di decretini, chiude in casa la persone in un nome di una emergenza farlocca è invece un benefattore? Notiamo una lievissima contraddizione. Una contraddizione che si fa ancora più notevole se andiamo a rileggere quel che Zagrebelsky disse e scrisse nel 2021 a favore del green pass. A suo dire che gli obblighi vaccinali e la carta verde fossero legittimi era «fuori discussione». Non pago, il caro Gustavo si premurò di far notare che «i 300 professori che hanno firmato la lettera contro il green pass, tra cui il professore Alessandro Barbero, non rappresentano l’università, ma loro stessi».Chiaro: quando le libertà erano realmente compresse, al nostro strepitoso giurista dava fastidio persino il dissenso. Potremmo chiamarlo metodo Zagrebelsky: ci si oppone alle dittature, ma solo se non esistono.
Un robotaxi a guida autonoma Pony.ai