2024-08-23
Il delirio abortista e gender imposto dal club Obama fa fuggire i cattolici dai dem
L’estremismo sui temi etici continua ma i sondaggi iniziano a far tremare i capi partito Non solo, Kamala Harris è contestata anche dai pro Pal, che hanno aperto una faglia interna.Lo sappiamo: non fanno che ripetervi quanto sia stato bello il discorso con cui, ieri sera, Kamala Harris ha accettato la nomination. D’altronde, sono giorni che vi stanno dicendo che la Convention dem, appena conclusasi a Chicago, è stata un momento di unità per l’Asinello. Eppure, tutta questa retorica deve fare i conti con la realtà. Sì perché l’entusiasmo a favor di telecamera non manca. Ma attenzione: tra le righe, qualche segnale di inquietudine da Chicago è trapelato. Mercoledì sera, durante il suo intervento, Bill Clinton ha messo in guardia i dem dal pensare di avere già vinto. «Abbiamo visto più di un’elezione sfuggirci di mano quando pensavamo che non potesse accadere, quando le persone si sono distratte con problemi fasulli o sono diventate troppo sicure di sé», ha dichiarato, riferendosi al 2016, quando sua moglie Hillary fu battuta da Donald Trump, dopo che tutti i media e tutti i sondaggi l’avevano data certamente vincente per mesi. D’altronde, un’esortazione alla cautela era arrivata anche martedì sera da Barack Obama. «Sarà comunque una gara serrata in un Paese diviso in due», aveva detto, mettendo di fatto le mani avanti. Sarà del resto un caso ma lunedì, Chauncey McLean, presidente del Super Pac pro Harris Future Forward, aveva affermato che, per la vicepresidente, i sondaggi riservati risulterebbero «molto meno rosei» di quelli delle scorse settimane. Insomma, tutti questi inviti alla cautela stridono, e neanche poco, con il clima di euforia mediatica che sta ruotando da un mese attorno all’attuale candidata dem. D’altronde, anche i sondaggi pubblici vanno letti attraverso una prospettiva storica. Senza dubbio la Harris ha guadagnato terreno. Tuttavia, secondo la media di Real clear politics, il suo vantaggio attuale in Michigan e Wisconsin è inferiore a quello detenuto da Joe Biden e da Hillary Clinton in loco rispettivamente ad agosto 2020 e 2016. Attenzione: questo non vuol dire che la Harris sia elettoralmente spacciata. Vuol dire semmai che la partita novembrina è (molto) più aperta di quanto certe narrazioni vogliano farvi credere. Le parole di Clinton e Obama stanno lì a dimostrarlo. Al momento, sono due i principali problemi che assillano la candidata dem. In primis, la contestazione dei filopalestinesi. I pro Pal hanno tenuto manifestazioni di protesta a Chicago domenica e lunedì. Martedì hanno inoltre interrotto un evento collaterale alla Convention in cui stava parlando il vice della Harris, Tim Walz. Ma non è finita qui. I pro Pal avevano chiesto al Comitato nazionale dem che un loro rappresentante potesse tenere un discorso alla Convention: dopo aver ricevuto un rifiuto, hanno inscenato un sit in di protesta mercoledì sera, a cui, oltre ad alcuni delegati, ha preso parte la deputata dem di estrema sinistra Ilhan Omar. L’iniziativa è stata supportata sui social anche dalla collega Alexandria Ocasio-Cortez che, appena lunedì scorso, aveva tenuto un intervento alla Convention in sostegno della Harris. Insomma, un po’ come il governo Prodi, i dem manifestano contro sé stessi. Quindi, quando vi ripetono che l’Asinello sarebbe compattissimo, ricordatevi di quello che sta accadendo con l’estrema sinistra pro Palestina. E attenzione: il nodo è scottante per la Harris. È vero che i filopalestinesi sono una minoranza. Tuttavia gli Stati in bilico possono essere decisi da poche migliaia di voti. A tal proposito, i pro Pal potrebbero rivelarsi determinanti in aree di cui, come il Michigan e la Georgia, la vicepresidente ha assoluto bisogno, se vuole vincere. Del resto, nel 2016, Hillary Clinton perse proprio perché - in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin - alcune migliaia di sostenitori di Bernie Sanders votarono per Trump anziché per lei. Il secondo problema risiede invece nelle difficoltà che la Harris avrà con il voto cattolico: l’Asinello sta infatti spingendo sull’acceleratore per quanto riguarda aborto e gender. «Vieteranno l’aborto in tutto il Paese, con o senza il Congresso», ha tuonato Walz, nel suo discorso di mercoledì, mentre, due giorni prima, la Clinton aveva assicurato che, se diventasse presidente, la Harris «ripristinerà i diritti all’aborto in tutto il Paese». A rincarare la dose ci ha poi pensato Oprah Winfrey, che ha collegato le posizioni pro choice al «sogno americano». «Demonizzare i nostri figli per essere chi sono e amare chi amano, guardate, questo non rende migliore la vita di nessuno», ha invece affermato, martedì, Michelle Obama. Parole, le sue, che nel mondo conservatore americano sono state lette come una difesa della transizione di genere per i minori. «I dem si opporranno vigorosamente ai divieti statali e federali sull’assistenza sanitaria per la transizione di genere e rispetteranno il ruolo di genitori, famiglie e medici, non dei politici, nel prendere decisioni in materia di assistenza sanitaria», si legge inoltre nel programma elettorale recentemente approvato dall’Asinello. Tutto questo, senza dimenticare che, durante la Convention, Planned parenthood ha offerto a Chicago aborti farmacologici e vasectomie gratuiti. Certo, Politifact ha specificato che il servizio non era ufficialmente sponsorizzato dalla Convention stessa: tuttavia non è un mistero che Planned parenthood sia una storica finanziatrice del Partito democratico. Ora, a parte che, dopo 40 anni, Trump ha fatto togliere dal programma del Gop il divieto federale di aborto, c’è da chiedersi: posto che ha il diritto di scegliersi la linea che preferisce, siamo sicuri che questa continua ossessione su interruzione di gravidanza e gender porterà lontano l’Asinello? Si dà infatti il caso che, assai spesso, chi negli Usa vince il voto cattolico riesce poi a conquistare la Casa Bianca. A maggio, un sondaggio del Pew research center dava Trump avanti a Biden di 12 punti nel voto cattolico. Come riuscirà la Harris a parlare ai cattolici con il suo programma, resta un mistero.
(Ansa)
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