2024-02-17
Non è esuberante, è un bullo: De Luca si dimetta
Provate a immaginare che cosa sarebbe accaduto se un presidente di Regione di centrodestra, tipo Luca Zaia o Attilio Fontana, avesse dato dello stronzo a Mario Draghi o a Giuseppe Conte. Oppure immaginate quali sarebbero state le reazioni se, a parti rovesciate, Giorgia Meloni avesse indirizzato parole insultanti nei confronti di qualsiasi governatore considerato politicamente avversario.Probabilmente, a testate unificate, sarebbero state reclamate le dimissioni e le scuse, con tanto di sermoni sull’imbarbarimento della vita politica, sulla scurrilità del linguaggio di una certa parte (ovviamente di destra) eccetera. Invece, tutto ciò che per noi è inconcepibile e inaccettabile, se esce dalla bocca di Vincenzo De Luca è ammesso e tollerato, quasi che il presidente della Campania godesse di una sorta immunità che gli consente tutto, anche di insultare le istituzioni. Lui, fingendo di essere l’imitazione della parodia che di lui fa Maurizio Crozza, può dare del posteggiatore abusivo al ministro della Cultura che gli propone un incontro e definire un imbecille il ministro per gli Affari europei perché non gli concede un colloquio. De Luca può insultare, trattare con disprezzo, minacciare e la sinistra e i giornali uniti, invece di prendere le distanze, ridono come se lo spettacolo di un rappresentante delle istituzioni che si scaglia con violenza contro altri rappresentanti delle istituzioni fosse normale e facesse parte della dinamica politica. De Luca, che ormai i cronisti chiamano il Vicerè, ma forse sarebbe meglio incoronare imperatore della Campania, pensa che la sua Regione sia un territorio autonomo e lui un monarca al di sopra di ogni regola e rispetto. L’ultima barriera che faceva da argine a un delirio di onnipotenza è stato rotto ieri, con lui in versione Masaniello che dà della «stronza» al presidente del Consiglio. Tralascio il bullismo e il sessismo di De Luca il quale, evidentemente, ha da tempo perso ogni freno inibitore. Ma è accettabile che un governatore risponda al premier allo stesso modo con cui evidentemente tratta la sua cameriera che non lo ha servito come voleva? Si può consentire che il presidente di una Regione di uno Stato che si pretende unitario definisca pubblicamente stronzo il capo del governo di quello stesso Stato? Si può tollerare che un tipo del genere trascini la folla e tratti a male parole la polizia che intende impedire lo sfondamento del corteo? Oh, sono certo che in tanti andranno in soccorso del Viceré, giustificandolo con l’esuberanza del personaggio e con la scusa della provocazione. De Luca usa un linguaggio scurrile, ma per una causa giusta, ossia la difesa degli interessi del Mezzogiorno. Purtroppo, il governatore non difende la causa del Sud, ma solo la sua. È impegnato in una campagna per tenersi la poltrona oltre il secondo mandato ed è questa la sola cosa che gli preme, la sola ragione del suo attivismo per contare di più nel Pd e per ottenere che le norme che impediscono la sua ricandidatura siano modificate. È per tale ragione che colui che ai tempi del lockdown minacciava di inseguire con i droni le persone sulla spiaggia si fa via via sempre più offensivo nei confronti delle due donne che sbarrano la strada ai suoi progetti, ossia Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Ed è per questo che dovrebbe dimettersi e i primi che dovrebbero chiederglielo sono coloro che, con la difesa della donna e con il linguaggio violento e offensivo, si riempiono la bocca e fanno campagna politica ogni giorno. Salvo poi voltarsi dall’altra parte quando a insultare una donna, che guarda caso rappresenta pure le istituzioni, è uno di loro.
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