2025-10-07
La paura dei dazi spinge Stellantis a investire negli Usa altri 10 miliardi
L’Ue pensa a tariffe del 50% per colpire l’acciaio cinese: altra vittoria di Trump. La Bce: economia in frenata a fine anno.Stellantis chiude gli stabilimenti in Europa e in Italia e investe negli Usa. La motivazione della mega operazione da 10 miliardi di dollari è che lì il mercato tira ma l’obiettivo reale è ottenere uno sconto sui dazi. Secondo Bloomberg, Stellantis annuncerà nelle prossime settimane un nuovo pacchetto da 5 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti, che si andrà ad aggiungere ai 5 già stanziati a inizio anno. Le risorse, distribuite su più anni, saranno destinate alla riapertura e modernizzazione degli impianti in Illinois e Michigan, con nuove assunzioni, rilancio dei marchi storici Jeep, Dodge e Chrysler e produzione di modelli inediti. Nello stabilimento di Belvidere (Illinois), oggi inattivo, Stellantis ripoterà circa 1.500 lavoratori per costruire un nuovo pick-up Ram di medie dimensioni. Il ceo Antonio Filosa sta riorientando la geografia industriale del gruppo dopo la gestione di Carlos Tavares che aveva concentrato la produzione in Paesi a basso costo come il Messico e puntato sull’Europa per l’elettrificazione. Due operazioni che non hanno portato i vantaggi prospettati. Filosa mira a rafforzare la presenza sul mercato americano, anche nella prospettiva di bypassare i dazi. La Casa Bianca sta valutando nuove tariffe fino al 25% sui pick-up prodotti in Messico, misura che colpirebbe i modelli Ram. Il gruppo di John Elkann avrebbe avviato un’intensa attività di lobbying per evitarli, che accompagnata dall’investimento negli Usa, dovrebbe metterlo al riparo dalle tensioni commerciali. L’operazione negli Usa è un anticipo del piano industriale atteso entro il primo trimestre 2026. «È in corso una valutazione completa di tutti i futuri investimenti», ha confermato un portavoce del gruppo a Reuters. Questa riorganizzazione ha già prodotto i suoi effetti in Europa e in Italia con la sospensione temporanea della produzione in alcuni stabilimenti. Intanto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha inviato insieme al ministero dell’Economia tedesco una lettera alla Commissione Ue per chiedere «un cambio di rotta sull’automotive, subito, perché la concorrenza globale corre». Urso spiega che i due Paesi indicano «insieme la via per una transizione verde che sia davvero sostenibile, superando le gabbie ideologiche del Green deal». E della crisi dell’auto pare si sia accorto anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, dopo la lunga pausa di silenzio sul tema lavoro, impegnato sulla questione di Gaza e della Flotilla. All’assemblea della Cgil Campania a Napoli, il sindacalista ha parlato di una situazione «non più sostenibile» chiedendo al governo di convocare Stellantis e i sindacati. Filosa incontrerà intanto i sindacati il 20 ottobre.La battaglia dei dazi non si ferma in altri settori. Contro le tariffe al 107% sulla pasta, l’Italia si sta muovendo in coordinamento con la Commissione Ue. Il commissario per il Commercio, Olof Gill ha detto che Bruxelles sta collaborando con gli Usa sull’indagine antidumping all’origine dei dazi «e interverrà se necessario». Ha poi spiegato che trattandosi di un’indagine antidumping, «esula dall’ambito della dichiarazione congiunta Ue-Usa» alla base dell’accordo raggiunto sui dazi al 15%. Il Dipartimento del Commercio Usa aveva aperto un’indagine sulla presunta pratica di vendere la pasta a un prezzo inferiore al valore di mercato, contro 19 marchi italiani, tra cui La Molisana, Garofalo, Rummo e Barilla. La Molisana, che fa negli Usa l’11% del fatturato, e il gruppo Rummo hanno deciso di ricorrere alle vie legali.I dazi sono usati anche dalla Ue. Secondo un’anticipazione del quotidiano tedesco Handelsblatt, la Commissione alzerà le tariffe al 50% sulle importazioni di acciaio che superano determinate quote, fissando un tetto di 18 milioni di tonnellate l’anno, circa la metà rispetto ai livelli del 2013. Questo viene incontro a quanto chiesto da Donald Trump, ovvero allentare i rapporti commerciali fra Ue e Cina. Attualmente, l’Ue applica dazi del 25%. L’operazione di Bruxelles cade proprio mentre l’Italia sta dando addio all’acciaio con l’operazione Ilva giunta al capolinea. L’offerta di Bedrock Industries, prevedrebbe solo 2.000 lavoratori occupati su Taranto e poco più di 1.000 negli altri siti, lasciando a casa tra 7.000 e 7.500 lavoratori. Il tutto a fronte di un’offerta finanziaria simbolica di 1 euro. La stessa cifra proposta da Flacks Industries, un altro possibile pretendente. I sindacati di categoria hanno annunciato uno sciopero negli stabilimenti per il 16 ottobre.La Bce intanto prevede un rallentamento dell’economia europea. «La debole performance delle esportazioni, trainata dall’aumento dei dazi, dall’euro più forte e dall’accresciuta concorrenza globale, frenerà la crescita per il resto dell’anno» dopo il +0,7% registrato nel primo trimestre, ha detto il presidente Christine Lagarde.
«Petra Delicato» (Sky)
La terza stagione della serie con Paola Cortellesi (Sky, 8 e 15 ottobre) racconta una Petra inedita: accanto alla sua solitudine scelta, trovano spazio l’amore e una famiglia allargata, senza rinunciare al piglio ironico e disincantato.