Accordo finale anche su farmaci, chip e legname verso gli Usa. Nessuna esenzione per il vino, ma Giorgia Meloni vuol raggiungere intese favorevoli sul made in Italy. Resta l’imposizione di acquisti per centinaia di milioni di gas e petrolio. Il commercio europeo tiene.L’accordo conclusivo sui dazi è arrivato. E per l’Europa il conto è salato. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non solo non riesce a salvare i farmaci e il vino ma è costretta ad accettare di finanziare l’industria dei semiconduttori, dell’energia e degli armamenti americana impegnandosi ad acquisti importanti. Dopo l’intesa politica del 27 luglio scorso in Scozia su una tariffa generale al 15%, ieri Ue e Stati Uniti in una dichiarazione congiunta, sono entrati nel dettaglio. Il punto interrogativo riguardava settori strategici come le auto, i chip e i prodotti farmaceutici. L’accordo prevede anche per questi prodotti, un’imposta doganale del 15%. Per le auto e la componentistica è una soluzione migliorativa rispetto alle precedenti tariffe del 27,5%. «È l’intesa commerciale più favorevole che gli Stati Uniti abbiano mai esteso a un partner», ha detto il commissario Ue al commercio, Maros Sefcovic. Poi ha sottolineato che «dove i dazi esistenti sono già al 15% o più alti, non si applicherà alcuna imposta aggiuntiva. Sicchè l’Ue beneficerà di tariffe significativamente più basse rispetto ad altri Paesi». Sefcovic ha precisato che «sono state ottenute importanti esenzioni, dazi zero o nessun dazio in settori rilevanti. Ciò include risorse naturali non disponibili come la corteccia di sughero, aerei e parti di aerei, farmaci generici e i loro ingredienti, e precursori chimici». Ma «è solo il primo passo, Ue e Usa esploreranno l’esenzione di ulteriori settori». Ed è su questo tema per settori nevralgici del made in Italy, che la premier, Giorgia Meloni, ha già detto che intende spendersi in prima persona con un’attenzione in particolare all’agroalimentare. Per vino, alcolici e birra è stato infatti confermato il dazio del 15%. Inoltre nell’accordo si dice che la Ue fornirà un accesso preferenziale al mercato per un’ampia gamma di prodotti ittici e agricoli statunitensi, tra cui frutta a guscio, prodotti lattiero-caseari, frutta e verdura fresca e trasformata, alimenti trasformati, semi di piantagione, olio di soia e carne di maiale e bisonte. Coldiretti ha già fatto scattare l’allarme: «È un tema che va approfondito. Non possiamo accettare di aprire ai cibi che non abbiano gli stessi standard di qualità e sicurezza alimentare». Quanto all’imposta sull’export del vino, l’impatto sarà di oltre 290 milioni. Aperta la partita su acciaio e alluminio. Il documento impegna le due sponde dell’Atlantico a difendere le proprie economie dalla sovracapacità globale (in particolare quella cinese) e a rafforzare la sicurezza delle catene di approvvigionamento, anche tramite un sistema di contingentamento tariffario.Restano fuori dal negoziato il Digital market act e Digital service act, ovvero le norme sul digitale che Trump vorrebbe fossero ammorbidite e che Ursula von Der Leyen si è rifiutata, fino ad ora, di mettere in discussione. Ma quale è l’altra faccia della medaglia di questo accordo? Per ottenere tariffe al 15%, ci sono una serie di condizioni. L’Unione si impegna ad aumentare significativamente l’approvvigionamento di equipaggiamenti militari e di difesa dagli Usa, «con il sostegno e l’agevolazione del governo statunitense» si legge nella dichiarazione congiunta, dove viene sottolineato che «questo impegno riflette una priorità strategica condivisa: approfondire la cooperazione industriale transatlantica in materia di difesa». Ma non è tutto. Confermati tutti gli investimenti negli Usa già annunciati nel vertice in Scozia: acquisti di chip per l’intelligenza artificiale per un valore di almeno 40 miliardi di dollari (quasi 37 miliardi di euro) inoltre le aziende europee investiranno 600 miliardi di dollari (552 miliardi di euro) in settori strategici entro il 2029. Mentre per gli acquisti di gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti nucleari per 690 miliardi di euro ci saranno due anni di tempo. La Commissione si impegna ad eliminare i dazi su tutti i beni industriali statunitensi.Ursula von der Leyen ha elencato i vantaggi dell’accordo: «Prevedibilità per aziende e consumatori e stabilità nella più grande partnership commerciale del mondo». Per Palazzo Chigi, «non si tratta ancora di un punto di arrivo ideale o finale ma alcuni punti fermi importanti sono stati già raggiunti, a partire dall’aver evitato una guerra commerciale e dall’aver posto le basi per relazioni commerciali mutualmente vantaggiose». Su alimentare e made in Italy si continuerà a trattare. In serata si è riunita la Task Force dazi della Farnesina per aggiornare i rappresentanti di varie associazioni produttive, affrontando le implicazioni dell’accordo. Critiche dal Pd. Per Debora Serracchiani «dalla premier nessun valore aggiunto nella trattativa».Intanto un sondaggio della Hamburg Commercial Bank, ha rilevato che l’attività economica nell’Eurozona, a luglio, è aumentata per l’ottavo mese consecutivo raggiungendo il livello più alto in 15 mesi. «Nonostante i dazi le aziende sembrano cavarsela bene», ha commentato il capo economista della banca commerciale di Amburgo, Cyrus de la Rubia.
Roberto Fico (Ansa)
- Fico incassa il successo. Conte: «A destra non saltano più». Schlein sogna: «Partita delle prossime politiche apertissima».
- In Puglia Decaro vicino al 65%: «Grazie agli avversari, si può far politica con rispetto».
Lo speciale contiene due articoli.
Margaret Bourke-White davanti al bombardiere Flying Fortress dal quale ha realizzato fotografie di guerra durante l’attacco statunitense su Tunisi. Algeria, 1943. Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock
Sono i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia ad ospitare (sino all’8 febbraio 2026) una grande retrospettiva dedicata a Margaret Bourke-White (1924-1971), la grande fotografa statunitense celebre per i suoi reportage di guerra e sull’industria americana. In mostra oltre 120 immagini, che ne ripercorrono la vita avventurosa e le tappe salienti della sua brillante carriera.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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