Impennata dei prezzi da novembre per i campi in crisi. Mentre l’Ue causerà ulteriori rincari con la sua politica sugli imballaggi.
Impennata dei prezzi da novembre per i campi in crisi. Mentre l’Ue causerà ulteriori rincari con la sua politica sugli imballaggi.Le merci agricole sui mercati mondiali si trovano in una fase di boom dei prezzi che sta raggiungendo livelli preoccupanti. L’inflazione in Europa è scesa a ottobre, nell’area euro, al 2,9%, ma se si guarda al solo comparto alimentare, questo a ottobre ha fatto segnare un +6,3%. Il calo dell’inflazione è stato dovuto quasi interamente al crollo dei prezzi dell’energia, mentre sui beni alimentari c’è grande tensione.Per quanto riguarda il riso, per esempio, l’India, il maggior esportatore mondiale, è alle prese con un raccolto al di sotto delle aspettative. Si stima un calo dell’8% per quest’anno. Già lo scorso luglio il governo del primo ministro Narendra Modi aveva avviato un inusuale limitazione alle esportazioni del riso non basmati che aveva fatto salire i prezzi e agevolato fiscalmente l’import da Paesi terzi. La mossa era tesa a limitare gli aumenti dei prezzi sul mercato interno indiano, dove il riso è una base fondamentale dell’alimentazione. La crisi indiana si riflette sui prezzi di tutti i maggiori Paesi produttori. Il prezzo del riso dal Vietnam è arrivato a 645 dollari a tonnellata, il massimo degli ultimi 15 anni. Oltre allo raccolto scarso, un eventuale prolungamento dei limiti alle esportazioni dall’India potrebbe causare una permanenza di prezzi alti per il mercato mondiale, se non addirittura un ulteriore aumento.Pure l’olio di oliva preoccupa. Anche in questo caso è il raccolto scarso a causare un’impennata dei prezzi. La Spagna, in particolare, che è il maggior produttore (40% della produzione mondiale) vedrà il raccolto ridotto di un terzo rispetto alla media degli ultimi anni. La causa è dovuta alla siccità che ha colpito il Sud del Paese da due anni a questa parte. Il raccolto 2023/2024 si preannuncia, quindi, costoso e i prezzi rimarranno alti almeno sino alla prossima estate. In Spagna il prezzo all’ingrosso ha raggiunto gli 8.600 euro a tonnellata, +155% rispetto a due anni fa. In Italia il prezzo ha toccato i 9.100 euro a tonnellata e ora è sceso a 8.700 euro a tonnellata: +58% rispetto a un anno fa.Venendo al caffè, due giorni fa l’Intercontinental exchange (Ice) ha emesso un rapporto nel quale certifica che nei suoi magazzini sono presenti 380.033 sacchi da 60 kg di caffè arabica, il livello più basso degli ultimi v24 anni, ovvero da quando la regolazione fisica dei futures è permessa all’Ice.Questo significa che sul mercato i prezzi incentivano i commercianti a non tenere immagazzinate le scorte ma a vendere il prodotto sul mercato, anche a causa dei tassi di interesse alti che scoraggiano dall’indebitarsi a breve termine per accumulare scorte. Pur avendo un prezzo ancora in una forbice non preoccupante, attorno a 1,64 dollari la libbra, la tendenza al rialzo è molto marcata e prelude a un rialzo consistente, che potrebbe verificarsi nelle prossime settimane. Sono soprattutto Honduras e Brasile i Paesi produttori che potrebbero iniziare una corsa al rialzo dei prezzi.Anche il cacao è in corsa, avendo fatto segnare a Londra, pochi giorni fa, il prezzo record di 3.385 sterline a tonnellata. L’inizio della salita dei prezzi del cacao risale all’agosto 2022 e da giugno 2023 ogni mese è stato registrato un nuovo record storico di prezzo. Ma in questi giorni la salita sta diventando verticale. Il calo della produzione in Costa d’Avorio e in Ghana sta influenzando i prezzi, a fronte di una domanda che non accenna a diminuire.Lo zucchero è in una fase di boom dei prezzi, avendo toccato i 27,6 centesimi di dollaro alla libbra (per lo zucchero grezzo), il massimo degli ultimi undici anni. Ci sono, infatti, dei cali nella disponibilità del prodotto soprattutto in Brasile, uno dei maggiori esportatori, mentre si segnala un aumento della domanda. Nel mese di ottobre sono uscite dal Paese sudamericano 2,88 milioni di tonnellate, contro i 3,1 milioni di tonnellate dell’ottobre 2022.Infine, il succo d’arancia concentrato ha toccato tre giorni fa il massimo storico sul mercato Ice, arrivando a 4,17 dollari la libbra. Si tratta di un mercato molto più piccolo di altri, dunque più facile da muovere disponendo dei capitali necessari. Tuttavia, i fondamentali restano al rialzo, a causa di una malattia che ha colpito le piante e che rende inutilizzabile gran parte del raccolto. Si tratta di un batterio che si nutre della linfa degli alberi e che viene trasportato da un minuscolo insetto, la psilla. Stati Uniti, Brasile e Messico ne sono stati colpiti in maniera massiccia.L’impatto sul carrello della spesa di tutti questi rialzi dei prezzi in parte si è già verificato, in parte si vedrà più avanti. Intanto nell’Unione europea sembra ci sia una tendenza ad esasperare i problemi anziché risolverli. La questione degli imballaggi relativi proprio agli alimentari, tra gli altri prodotti, sembra fatta apposta per appesantire l’onere sul portafoglio dei cittadini. La normativa che rischia di essere approvata nelle prossime settimane, infatti, porterà a un rincaro del costo degli imballaggi particolarmente in Italia, molto avanti sul riciclo ma indietro sul ri-uso (che è, invece, ciò che l’Ue vuole imporre).Con eccezionale tempismo, Bruxelles si distingue ancora una volta per aggravare i problemi anziché per risolverli.
Gilberto Pichetto Fratin (Ansa)
I ministri dell’Ambiente dei 27 si sono riuniti ieri per cercare un accordo sulla modifica alla legge sul clima Si parte dalla proposta di ridurre del 90% le emissioni nei prossimi 15 anni. Sì condizionato della Meloni.
2025-11-05
Lagarde vende l’euro ai bulgari riluttanti. Ma il guru dei potenti: «Berlino deve uscire»
Friedrich Merz (Ansa)
Robin J Brooks, economista vicino alla grande finanza, parla chiaro: «Se la Germania lascia la moneta unica è meglio per tutti».
Massimo D'Alema (Imagoeconomica)
L’ex capo dell’agenzia Onu rivela alla bicamerale che il governo Conte rifiutò ventilatori e anticorpi monoclonali gratuiti, malgrado il Covid circolasse già da settembre 2019
(Ansa)
Correzioni alla legge di bilancio: la mediazione sulle locazioni brevi potrebbe portare all’aliquota del 23 al posto del 26% previsto ora. Ma spunta un emendamento che riduce la cedolare secca al 15%. Confindustria si contraddice e boccia quasi tutti i provvedimenti.






