2021-12-08
Da Roma un’altra batosta a Ferrero. I pm scavano negli affari della Samp
Avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta per le operazioni successive alla cessione al West Ham del centrocampista Obiang. La società calcistica ligure controllata da una Srl del valore di 1.000 euroIl consulente intercettato: c’è talmente tanta mer... nelle società. Le richieste dell’ex patron blucerchiato: voglio la barca e l’aereoLo speciale contiene due articoliIl marasma di società mandate a gambe all’aria da Massimo Ferrero, il presidente della Sampdoria arrestato due giorni fa (per vicende a cui la società calcistica risulta estranea) su richiesta della Procura di Paola, sembra produrre una inchiesta giudiziaria dietro l’altra: da Roma ha ricevuto un ulteriore avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta, in un procedimento che lo vede indagato insieme alla figlia Vanessa, al nipote Giorgio e ad Andrea Diamanti. Prosciolto dalle precedenti accuse di dichiarazione fraudolenta, riciclaggio e truffa, si ritrova però a rischiare di doversi difendere dalla stessa ipotesi di reato che lo ha fatto finire nel carcere milanese di San Vittore. E in questo caso, invece, la Samp sembra coinvolta, ma come potenziale parte lesa. I pm capitolini hanno infatti svolto accertamenti sulla cessione del centrocampista Pedro Obiang, passato al West Ham nel 2015 per 6,5 milioni di euro. E anche se le iniziali ipotesi di reato, che secondo il Gup che ha prosciolto Ferrero un anno fa «non sussistono», resta il fatto che una parte della somma incassata dalla squadra inglese, risulta essere stata usata dalla Sampdoria per pagare il contratto sottoscritto con una società della galassia Ferrero, la Vici srl, amministrata dalla figlia del Viperetta, Vanessa, anche lei coinvolta nell’inchiesta calabrese. Nel ginepraio societario targato Ferrero, insomma, si intrecciano le inchieste giudiziarie. Alla società cinematografica della donna, che da due giorni si trova agli arresti domiciliari, la Sampdoria ha pagato 1,15 milioni di euro per «una nuova residenza atleti, il rifacimento dei campi di allenamento e della prima squadra, e la realizzazione di nuovi spogliatoi» da realizzare al centro sportivo della squadra. Dai conti della Vici, 805.000 euro risultano poi essere finiti alla Livingston Spa (fallita e per cui Ferrero ha patteggiato una pena a 1 anno e 10 mesi), già amministrata dal presidente dimissionario della Samp, a saldo di quanto dovuto da un’altra società del gruppo, la Farvem real estate «in difetto di alcuna ragione economica». L’inchiesta romana punta anche su dei passaggi di denaro a Ferrero da parte di società del gruppo risalenti al 2014 sotto forma di conciliazioni che i pm ritengono «ideologicamente false» e che sono avvenute davanti alla direzione territoriale del lavoro: la Eleven Finance e la Mediaport cinema hanno versato a Ferrero 100.000 euro l’una, mentre la Cgs/Vici ha pagato al presidente della Sampdoria 200.000 euro. Gli inquirenti calcolano la distrazione complessiva di fondi in 1,35 milioni di euro che avrebbe danneggiato la Eleven finance, che, nel frattempo, ha incorporato la Cgs, la Vici e la Mediaport. Per salvare Eleven finance e Farvem, nel 2019, Ferrero ha messo in vendita la Sampdoria, cessione che per il momento non si è ancora realizzata nonostante una cospicua offerta arrivata da una cordata rappresentata da una vecchia gloria del club, Gianluca Vialli. Ma da un’intercettazione del 3 giugno scorso tra la figlia di Ferrero, Vanessa e il fiscalista Gianluca Vidal, si capisce che Viperetta fosse convinto di poter tenere per sé il suo fiore all’occhiello. La figlia infatti dice all’uomo che sta cercando di salvare le società della famiglia: «Ma papà pe’ quello che concerne invece il discorso Sampdoria lui nun ce pensa proprio potrebbe continuare a tenerla andando avanti». Ma il professionista la gela: «No, no ascoltami, no ascolta, questi qua sono i sogni, Massimo va avanti a sogni dopodiché c’ha culo e tuo padre c’ha un culo micidiale […] e quindi magari realizzerà anche questo». Poi spiega che «il tema è che il Tribunale ha voluto la dichiarazione che noi la Sampdoria la mettiamo in vendita». La telefonata si conclude con un ulteriore bagno di realtà: «Perché altrimenti se lui trovasse qualcuno che da 33 milioni e li mette sul banco lui salverebbe la Sampdoria quindi potrebbe al limite trovare qualcuno a cui vendere una quota importante, il 50 per cento una cosa del genere, forse potrebbe essere una soluzione per tenere capre e cavoli». Ma Vidal non è un semplice commercialista. È il titolare della Trust services srl. Il trust è un istituto del sistema giuridico di common law che serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale. E, soprattutto, in questo caso, per evitare che i creditori aggrediscano beni e liquidità della Samp. La Unione calcio Sampdoria spa, capitale sociale 14 milioni di euro tondi, è di proprietà, al cento per cento, della Sport spettacolo holding srl, che ha sua volta ha un capitale sociale di 950.000 euro. E che è controllata proprio dalla Trust service srl, proprietaria di tutte le quote. L’amministratore unico della Trust service, con mille euro di capitale sociale, è Vidal. Che, contattato dalla Verità, ha spiegato: «Non sono il commercialista del gruppo Ferrero, ma un loro consulente». In gergo tecnico lo chiamano trustee, ovvero colui che gestisce i beni conferiti nel trust nell’interesse dei beneficiari (i Ferrero) e secondo quanto disposto nell’atto istitutivo. «In sostanza», spiega Vidal, «è un oggetto a garanzia dei creditori. Cioè il trust deve garantire l’adempimento dei concordati con il Tribunale ed eventuali azioni di responsabilità dei signori della Services srl». Vidal, insomma, non può disporre liberamente dei beni affidati alla Trust services, dovendo seguire il programma delineato dai Ferrero nell’atto costitutivo. Grazie ai mille euro con cui controlla la Sport spettacolo holding srl, che a sua volta controlla la Samp, ha il potere di mettere la squadra in vendita. Sempre se lo vorranno i Ferrero. O il Viperetta.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/da-roma-unaltra-batosta-a-ferrero-i-pm-scavano-nei-conti-della-samp-2655938896.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-liti-con-la-figlia-arrestata-e-le-manie-di-grandezza-il-lato-oscuro-di-viperetta" data-post-id="2655938896" data-published-at="1638914914" data-use-pagination="False"> Le liti con la figlia arrestata e le manie di grandezza Il lato oscuro di Viperetta «Cioè è stata fatta talmente tanta merda dentro queste società che è veramente preoccupante come sono state gestite... la tasca destra è uguale alla sinistra». Gianluca Vidal, il consulente dei Ferrero esperto di trust, lo afferma senza mezzi termini in una delle telefonate intercettate e finite in grassetto nell’ordinanza di custodia cautelare. Vidal è al telefono con Andrea Diamanti, membro del Cda della Sampdoria, che ha capito bene la metafora delle due tasche e risponde: «perché... è na tasca comune poi diventa!». Vidal a quel punto chiude il discorso svelando chi vorrebbe maneggiare nella seconda tasca: «Sì ma poi il problema è che ‘na tasca comune che si chiama Massimo Ferrero». Ed è sempre Vidal a spiegare che «il vero problema è Massimo Ferrero... perché? Perché Massimo Ferrero è un eccezionale commerciale, ma è anche il peggior nemico di se stesso... come è già stato dimostrato! E quindi essendo il peggior nemico di se stesso... oggi rischierebbe... rischia di far cosa? Di volere sempre di più... lui dice di non essere avido ma in realtà vuole sempre di più! e quindi dice... mo bisogna svendere eccetera...». Ferrero, stando alle accuse, era ancora il dominus delle aziende del gruppo. Uno difficile da tenere a bada perfino da Vidal. Le intercettazioni descrivono Ferrero come un personaggio che si sta barcamenando spostando soldi qua e là tra le sue società fallite o in corso di fallimento, per tentare di salvare il salvabile. Un cliente molto indisciplinato, stando al racconto di Vidal: «La cosa drammatica di tutto ciò è che mi sembra per la prima volta di lavorare per un down... nel senso che io sto lavorando cazzo... per riprendere lui! E lui non lo capisce questo! Non lo capisce! Quindi lui ti dice “110.000... no ma io voglio prendere di più di questo”... e io gli dico Massimo ma sei fallito!». Inoltre, sembra non dare retta a nessuno. Ecco il racconto di Vidal: «Io quando gli ho detto, guarda che hai vinto una battaglia ma non hai vinto una guerra... lui mi ha detto che porto sfiga». E ancora: «Lui ha una propensione al rischio con la quale mi dice “ah no ma Vanessa non c’ha da magnà e quell’altra non c’ha da...” cioè lui ogni giorno deve trovare un posto dove bucare e far scendere dei soldi... il tema è che se davvero gli bloccano tutto... alla fine non è tanto possibile far tutte queste cose! Quindi alla fine bisognerà vedere che fare all’interno di queste scatole per operare». Per Vidal il Viperetta è uno con la personalità da dottor Jekyll e mister Hyde: «Lui da una parte vuole... pare sensato ... ti dice “no ma un giorno io vorrò fare un testamento... ma un testamento quando tu mi dici che presi i soldi ti vuoi comprare la barca, l’aereo... la roba... secondo me gli lasci di nuovo debiti!». Anche Dario Lemma, ex dipendente della Eleven finance srl, una delle società dei Ferrero andate a gambe all’aria, dipinge il Viperetta come uno dai «doppi giochi». Lemma è al telefono con Vanessa, la figlia di Ferrero. E lei «manifesta», annotano gli investigatori, «la sua disistima nei confronti del padre», con queste parole: «Io mi potevo legà tutti al cazzo... che non c’ho! ma mi potevo lega’ tutti là! Perché praticamente stanno tutti alle dipendenze mie...». E in un’altra conversazione, sempre Vanessa, descrive il secondo volto del papà, quello da mister Hyde, lamentandosi «del fatto che, nonostante (il padre, ndr) l’abbia messa nei guai non dimostra alcuna comprensione nei suoi confronti». Il linguaggio è colorito: «cioè invece de dire amore scusa che ti ho messo in questa situazione di merda […] a pagà la galera quando i problemi so miei e non tuoi! perdonami figlia diletta!! così dovrebbe comportasse, hai capito?» E afferma: «No va be’... a parte per il mutuo che me rode il culo a mille [...] mò è uscita fuori una cazzo di garanzia che porco cri’... lo sanno tutti... cioè in centrale rischi per di’... l’hai vista la situazione mia, mi hai detto te potevamo da’ lo stesso... mò sta cosa qual è il problema? ma che cazzo vuoi? ma delibera e non me caca’ er cazzo!».