2019-12-18
Da idolo anti Brexit a giullare da Fazio. Bercow si fa pagare e urla a comando
L'ex speaker dei Comuni punta ai salotti tv dietro lauti compensi. Ma l'ospitata in Rai, al grido «Ordeer!», non è piaciuta in patria.Paese che vai, Matteo Renzi che trovi. Per i politici, il richiamo delle ospitate in convegni, meeting e salotti tv è irresistibile. Specie se è lautamente retribuito. Lo sa il nostro ex premier, che già da un annetto si offre come conferenziere, con un ingaggio di base da 40.000 euro - almeno stando a quanto ha riferito, contattata dal Fatto Quotidiano, una delle agenzie che lo propongono come speaker, la Pro motivate. Ma se il senatore, essendo «semplice», si accontenta anche di meno (25.000 euro con la Chartwell speakers), pare giochi molto più al rialzo l'ex numero uno della Camera dei comuni britannica, John Bercow.L'esponente Tory, domenica scorsa, è stato ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio. Lì, s'è comportato da vero e proprio showman - per non dire da macchietta. Oltre a esibire la solita cravatta sgargiante, s'è prodotto in una serie di urla cavernicole tipiche del personaggio: «Ordeeer!», strillava in Aula a Westminster all'indirizzo dei deputati, infiammati nel corso delle sedute sulla Brexit. «Ordineee!», ha tuonato, in italiano, sotto gli occhi divertiti di Fazio e di Luciana Littizzetto. Non è dato sapere se e quanto Bercow si sia fatto pagare per questa sceneggiata. Alla Verità, fonti Rai hanno spiegato che per Che tempo che fa, la tv pubblica si è limitata a stipulare un contratto con L'Officina, la società fondata dallo stesso Fazio. E chi paga gli ospiti non è la Rai, ma questa stessa società, che ha in appalto il format. Per appurare i dettagli di un'eventuale transazione, bisognerebbe addirittura avviare un'interrogazione parlamentare. La Verità invita gli onorevoli che siedono in commissione di Vigilanza a interessarsi della vicenda. Se non altro perché, in patria, lo spettacolino di Bercow, subito rimbalzato sulla Bbc, non è piaciuto granché.Come ha sottolineato il Daily Mail, l'ex speaker dei Comuni è stato deriso sul Web, al punto da essere definito, da alcuni utenti della Rete, «imbarazzante» e «tragico». I media d'Oltremanica, peraltro, danno per scontato che Bercow non svolga gratis queste tournée all'estero (dov'è sicuramente più amato che in Inghilterra). Pochi giorni fa, Daily Mail e The Sun riportavano la notizia di un suo cachet da 60.000 sterline per un'ospitata a Sky news, in occasione di uno speciale per le elezioni che tuttavia è stato seguito solo da 46.000 spettatori. Sia lui, sia Sky hanno declinato ogni commento, ma una fonte citata dal Daily Mail ha giustificato la somma osservando che Bercow ha «una profonda conoscenza dei fatti dal di dentro». Il mese scorso, invece, era montata una polemica per una presunta richiesta esorbitante avanzata dall'ex speaker, dimessosi dall'incarico il 31 ottobre, ufficialmente per passare più tempo in famiglia, nei confronti dell'emittente Itv. In ballo c'era la partecipazione al programma I'm a celebrity, per la quale Bercow avrebbe preteso 1 milione di sterline, il doppio della cifra massima mai sborsata per un ospite dello show. Successivamente, lui aveva smentito l'indiscrezione, minacciando querele. Fatto sta che, dopo aver lasciato la Camera, l'uomo dalle cravatte psichedeliche, seguendo l'esempio di Renzi, s'è affidato a una società che ingaggia relatori per gli eventi, la Jla, che sul suo sito lo presenta orgogliosamente come una propria esclusiva. Sulla pagina di Jla, il suo profilo non ha ancora un contrassegno, ma per il Daily Mail, Bercow sarebbe nella categoria «AA». Ovvero, quella degli oratori che esigono un minimo di 25.000 sterline a comparsa. D'altronde, l'assegno pubblico che incassa questo servitore dello Stato è di «sole» 38.000 sterline l'anno - iin materia, la Gran Bretagna impallidisce al confronto con certi monumenti italiani della pensione di Stato.Non male, economicamente parlando, la seconda vita del Tory che piaceva ai progressisti, tanto da farsi intervistare da Repubblica. Interpretando in modo piuttosto originale il suo ruolo, infatti, Bercow, che da Fazio ha ribadito la propria contrarietà alla Brexit («il più grande errore che il Regno Unito ha commesso dopo la guerra»), è riuscito spesso a mettere i bastoni fra le ruote agli esecutivi conservatori. Prima, a quello di Theresa May, quando pur di impedire il voto in Aula tirava fuori regolamenti vecchi di quattro secoli; poi, al primo governo di Boris Johnson, quando ottenne l'approvazione del Benn act, che ha imposto al premier di chiedere l'ennesimo rinvio della Brexit al 31 gennaio. Per questi motivi, Bercow era diventato un idolo all'estero - visto che la sua nazione e i suoi compagni di partito la pensavano in modo molto diverso. Un vero paladino della democrazia parlamentare, un presidio contro i presunti abusi del potere esecutivo, che spingeva il Paese verso l'abisso del divorzio da Bruxelles. Politicamente, Bercow è uno sconfitto. Ma a consolarlo basteranno i suoi cachet, se nei salottini tv fa flop da opinionista e fa gola come giullare?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)