2020-10-07
Da Hakimi a Osimhen. Tutte le promesse di un calciomercato in convalescenza
Achraf Hakimi (Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images)
Il pallone dell'era Covid vive di tanti prestiti e qualche colpo. Occhio anche a Brahim Diaz del Milan e ad Arthur Melo della Juve.Nel campionato di Serie Asl gli affari sono da convalescenza. A parte Achraf Hakimi all'Inter il primo giorno di mercato e Federico Chiesa alla Juventus l'ultimo, le squadre hanno cambiato poco, peraltro usando la formula del baratto tranne che per qualche colpo a effetto (Osimhen a Napoli). Se gira il virus non girano i soldi, e senza la certezza di tornare a riempire gli stadi nessuno si indebita con investimenti pesanti. Eppure qualche giovane fuoriclasse è arrivato, qualche situazione tattica è stata modificata. Sotto la mascherina si vedono volti nuovi attorno ai quali i tifosi delle grandi sognano. Eccoli.1 Victor Osimhen. Nigeriano di 21 anni, arriva dal Lille. È approdato a Napoli con la nomea di un Didier Drogba in erba. L'attaccante africano è velocissimo, straripante con la palla fra i piedi e tutto da costruire senza. L'Europa lo ha scoperto al mondiale under 17 dov'è stato capocannoniere con dieci gol (record della competizione). Lo volevano Arsenal e Manchester City. Per lui Aurelio De Laurentiis ha speso i 70 milioni che non aveva voluto investire per Mauro Icardi. Essere il giocatore più costoso nella storia del club (anche più di quel Gonzalo Higuain), non alleggerisce il decollo. Ma Victor ne ha viste di peggio: quando accompagnava la mamma a vendere acqua in bustine sui marciapiedi di Lagos per dar da mangiare ai cinque fratelli aveva ben altri problemi. In dialetto ishan, «osimhen» significa Dio è buono. Con i piedi di sicuro. 2 Brahim Diaz. Era il pupillo di Pep Guardiola, il ragazzino che ti fermi a osservare quando entri in modalità relax. Ecco, lo spagnolo di origini marocchine cresciuto nel Manchester City, a 21 anni può dire di avere un ammiratore da Nobel del pallone. Sono credenziali intriganti per il giocatore del Milan, esterno di destra o seconda punta, che nel City entrava a sostituire Raheem Sterling o Leroy Sané. L'anno scorso il Real Madrid lo ha acquistato approfittando delle grane dello sceicco con l'Uefa e lo ha mandato a farsi le ossa accanto a Zlatan Ibrahimovic. Ha già segnato un gol, al Crotone. Se esplode innescato da Sandro Tonali, il Milan dei cuccioli può far paura. 3 Achraf Hakimi. I tifosi dell'Inter se lo ricordavano come un incubo nel secondo tempo di Champions a Dortmund (due gol). Quaranta milioni e tre partite dopo hanno deciso che il ventunenne marocchino è il tuttofascia dal destino alla Maicon. Potrebbe essere la rivincita nerazzurra nei confronti del Real Madrid (proprietario del cartellino fino al giugno scorso e deciso a preferirgli Dani Carvajal) 25 anni dopo la beffa di Roberto Carlos. Figlio di un venditore ambulante e di una colf, l'anno scorso ha segnato 9 gol e confezionato 10 assist partendo da terzino. Nell'Inter altri due nomi-chiave sono vecchie conoscenze: Arturo Vidal arrivato gratis dal Barcellona e Radja Nainggolan, rimasto quasi per caso. Più che un centrocampo, un carro armato. 4 Arthur Melo. A 24 anni ha già le spalle larghe. Nel 2018 è andato dal Gremio al Barcellona per sostituire Andres Iniesta e nel 2020 è passato dal Barça alla Juventus al posto di Miralem Pjanic. Maglia numero otto sulla schiena e pedalare. È il classico metronomo con la capacità di trasformarsi in incursore, l'uomo perfetto per il centrocampo di Andrea Pirlo (senza Andrea Pirlo). Cresciuto in Brasile nella fazenda del nonno fra cavalli e tori, si definisce «un ragazzo di campagna». Però ha sette milioni di follower su Instagram. In casa Juventus vale anche l'ultimo colpo, quello di Federico Chiesa, non certo uno sconosciuto. Un inserimento top al posto di Douglas Costa, che non era proprio un gregario. Bisognerà trovargli un posto. Singolare la formula di pagamento alla Fiorentina: 2 più 8 più 40 più 10 di bonus. Il Recovery fund del pallone si chiama riapertura degli stadi. 5 Pedro Rodriguez Ledesma. Pedrito el drito a 33 anni ha deciso che Roma è meravigliosa per giocarci a calcio. Con Edin Dzeko forma la coppia d'attacco più esperta del pianeta (mettiamola così). Ma guai a sottovalutarli perché i due hanno le qualità per farne piangere tanti. Isolano di Tenerife, Pedro ha vinto tutto quello che vi può venire in mente. Un mondiale e un europeo con la Spagna, la Champions con il Barcellona, l'Europa league con il Chelsea, svariati scudetti e coppe del Re. È un attaccante che fiuta il gol da 25 metri (chiedere spiegazioni all'Udinese), quel che si dice un fattore soprattutto a ritmi bassi. 6 Wesley Hoedt. L'olandese è il centrale che mancava alla Lazio e che a Formello conoscono bene perché ci era già passato quando a dominare in area di rigore c'era Stefan De Vrij. Giramondo del pallone, buona presenza fisica ma non un fuoriclasse, è tornato a casa in prestito dopo aver attraversato mezza Europa: Southampton, Anversa e Celta Vigo. Perché gli diamo spazio? Per ribadire un concetto semplice nella casella Lazio: i veri colpi di mercato sono le riconferme di Sergej Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Serviva una scusa. 7 Aleksej Miranchuck. È arrivato all'Atalanta dal Lokomotiv Mosca, esterno che parte da destra, dinoccolato e apparentemente distratto come il campione che dovrebbe sostituire in futuro: Jozip Ilicic. A Bergamo avevano bisogno di un profilo simile per non rimanere scoperti e hanno ingaggiato il russo di 24 anni che Leo Messi ha inserito fra i dieci prospetti più interessanti del mondo. L'acquisto vincente sarebbe in ogni caso il recupero di Ilicic. A conferma che il brand Atalanta sta spopolando in tutta Europa, il Manchester United ha acquistato per 25 milioni più 15 di bonus il cartellino di Amad Traoré, 18 anni, fratello di Hamed del Sassuolo, che con i nerazzurri aveva giocato tre spezzoni di partita in tutta la stagione. Una valutazione da alieno. Con certi club si va sulla fiducia.