Siamo in uno di quei periodi di passaggio che fanno percepire il piacere dello scorrere del tempo. Uno dei luoghi comuni più adusati negli ultimi anni è: non ci sono più le mezze stagioni. Invece quest'anno si avverte un addolcirsi dell'estate verso respiri autunnali. Sarà che è cominciata la vendemmia e viene voglia di sapori più corposi. Così abbiamo pensato una ricetta che tiene insieme un frutto dell'estate e annuncia un accenno di autunno.
Siamo in uno di quei periodi di passaggio che fanno percepire il piacere dello scorrere del tempo. Uno dei luoghi comuni più adusati negli ultimi anni è: non ci sono più le mezze stagioni. Invece quest'anno si avverte un addolcirsi dell'estate verso respiri autunnali. Sarà che è cominciata la vendemmia e viene voglia di sapori più corposi. Così abbiamo pensato una ricetta che tiene insieme un frutto dell'estate e annuncia un accenno di autunno.Co-protagonista di questo piatto è la pesca. Arriva dalla Cina, ma tutti sono convinti che sia un frutto persiano tant'è che in molti dialetti d'Italia sono le persiche (ottime col vino, vedete che la vendemmia c'entra) versatilissime in cucina. A portarle da noi è stato Alessandro Magno e se credete alle favole ce n'è una bellissima che racconta come questi «fiori rosa fiori di pesco» per cantarla con Mogol-Battisti abbiano attecchito: si dice che un pescatore sulle rive del fiume azzurro prese un pesce che aveva nella pancia uno strano nocciolo, lo piantò e dopo tutto l'inverno alle prime rugiade vide l'orizzonte colorarsi di rosa e profumarsi d'infinito. Quel pesce era una dea della natura. Che se mangiate pesche potrebbe apparirvi in sogno e farvi felici: sognare pesche significa predisporsi a un amore gioioso. La pesca è uno dei frutti che abbiamo esportato in America: là non c'era, ce lo portarono gli spagnoli di Cortes (ragionare se per aztechi, maya e pellerossa sia stato un gran vantaggio è tutt'altra questione!). Però va detto che l'Italia detiene il primato europeo di produzione (quello di Cesena è il più importante distretto peschicolo del mondo) e che noi da queste piante di "Prunus persica" ne abbiamo selezionate una trentina di varietà. Poi c'è quella di Leonforte coltivata nei sacchetti che è un monumento di sapore. La pesca dal punto di vista nutrizionale è straordinaria: è una miniera di vitamine, sali minerali e antiossidanti e mette in equilibrio il sistema metabolico; dal punto di vista gastronomico è versatilissima. E qui l'abbiamo usata per una ricetta salata. Dunque, in cucina. Ingredienti - 1 chilo di arista di maiale che vi farete legare bene con lo spago o nella rete, 4 pesche a pasta gialla di cui due nettarine (sono quelle senza pelo), una cipolla, rossa, un bicchiere di vino bianco Chardonnay, 100 millilitri di olio extravergine di oliva e 80 grammi di burro di primo affioramento, due rametti di rosmarino, due foglie d' alloro, 4 foglie si salvia, due rametti di menta, abbondanti bacche di pepe rosa, pepe e sale q.b.Procedimento - In una casseruola fate andare a fiamma dolce con ¾ dell'olio, il burro, la salvia, l'alloro e il rosmarino la cipolla che avrete tritato finemente. Quando la cipolla diventa trasparente aggiungete l'arista, alzate la fiamma e fate sigillare la carne da tutti i lati. Ora sfumate col vino bianco e una volta evaporato l'alcol aggiungete due pesche (quelle col pelo) fatte a cubetti grossolani. Incoperchiate; fate cuocere, a fiamma moderata per una trentina di minuti, rigirando la carne di quando in quando. Nel frattempo con le due pesche nettarine fate una dadolata di piccolo calibro (quasi una brounoise) e conditela con poco sale, l'extravergine rimasto e le foglie di menta. Lasciatela riposare in frigorifero. A cottura della carne eliminate dal fondo di cottura il rosmarino, la salvia e l'alloro, togliete l'arista e fate addensare a fiamma vivace la salsa. Tagliate sottilmente l'arista cospargetela con la salsa ottenuta col fondo di cottura e accompagnatela con la dadolata di pesche fresche. Come far divertire i bambini - Date loro il comito di guarnire il piatto con la salsa di pesche e la dadolata d frutta fresca.Abbinamento - Abbiamo scelto uno Chardonnay di Curtefranaca, ma ottimi se ne trovano in Umbria, in Toscana, in Collio e in Trentino e Alto Adige.
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C’è un filo che attraversa il tempo, invisibile e tenace che unisce le donne di ieri a quelle di oggi. È la trama di storie che non chiedono concessioni, ma riconoscimento. Di gesti che cambiano le cose senza bisogno di clamore. Di intelligenze che innovano, di passioni che costruiscono. Da questo filo è nata Valore Donna, uno spazio dove le donne non sono semplicemente «raccontate», ma anche e soprattutto ascoltate.
In un mondo che ancora fatica a dare piena cittadinanza alla voce femminile, questa rivista è un atto di presenza, che ho fortemente voluto, con l’intenzione di restituire visibilità e valore alle donne che ogni giorno, in silenzio o sotto i riflettori, trasformano il mondo in cui vivono.
Quelle che fondano imprese e reinventano modelli economici, che fanno ricerca, innovano nelle professioni, guidano comunità e progetti sociali. Quelle che mettono la competenza al servizio dell’impegno civile, che difendono i loro diritti, che si fanno portavoce di una nuova idea di leadership: inclusiva, empatica, concreta. Non a caso in questo numero è stato dato largo spazio al premio Donna d’autore, promosso dall’A.i.d.e. (Associazione indipendente donne europee) e in modo particolare alla sua entusiasta presidente Anna Silvia Angelini, perché le premiate rappresentano in maniera evidente i modelli di Valore Donna, dove ogni pagina è una finestra aperta su storie di talento, coraggio e visione. Non ho voluto costruire solo un racconto di unicità, ma anche restituire la normalità della grandezza femminile: donne che riescono, che sbagliano, che ricominciano, che costruiscono futuro. La loro forza non è un’eccezione, ma una presenza quotidiana che Valore Donna vuole portare alla luce, con impegno, rispetto e franchezza. Questo progetto editoriale inoltre ha nel suo dna un’idea di qualità come responsabilità: nella scrittura, nelle immagini, nella scelta dei temi. Ogni contributo è frutto di una ricerca attenta, di un linguaggio curato e di una sensibilità che si sforza di vedere il mondo con occhi diversi. Dando spazio a voci nuove, a imprenditrici, giornaliste, intellettuali, professioniste, donne della politica, giovani, donne che operano nel terzo settore, donne che collaborano, si sostengono e che raccontano la realtà contemporanea senza filtri, con l’autenticità di chi la vive pienamente. Perché solo rinnovando lo sguardo si può cambiare la prospettiva. Valore Donna vuole essere una rivista che lascia un’impronta nel panorama editoriale del Paese, un luogo d’incontro tra generazioni, esperienze e linguaggi. Non un manifesto ideologico, ma un laboratorio vivo, dove la libertà di pensiero e la sensibilità estetica si intrecciano. Nel racconto di queste pagine c’è l’orgoglio delle donne che sognano e nello stesso tempo si impegnano non per rivendicare uno spazio, ma per abitarlo con la pienezza di chi sa di meritarlo. Perché il futuro si scrive soprattutto con le loro voci.
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