2023-02-27
«Ma quale fascismo, Valditara ha fatto bene a zittire la prof»
Giuseppe Cruciani (Imagoeconomica)
Il polemista Giuseppe Cruciani: «Il pestaggio di Firenze è roba da cretini criminali, la militanza politica è finita da un pezzo. La preside votò alle primarie Pd e la sua lettera è piena di errori».Il video delle botte ai danni di due studenti del liceo Michelangiolo di Firenze è diventato virale, ma non è che l’inizio di una storia che secondo Giuseppe Cruciani «è fuori dal tempo, fuori dalla realtà», «strumentale per accusare il governo» con accuse che però non reggono. La lettera della preside del liceo fiorentino rimbalza ancora su social e siti dei giornali. «Il fascismo in Italia è non è nato con le grandi adunate di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici», ha scritto ai suoi studenti Annalisa Savino. Poi è arrivata la raffica di polemiche sul ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, bersagliato sui social perché avrebbe «minacciato» la dirigente scolastica, dopo aver definito la comunicazione «inopportuna». Quando ha letto quel messaggio ai ragazzi della preside fiorentina, Cruciani, che cosa ha pensato?«In redazione l’abbiamo ricevuta subito. Ho pensato a una lettera scritta da una militante politica contro il governo Meloni. Cosa che ovviamente ci sta: infatti in poche ore questa dirigente è diventata l’eroina di chi pensa che siamo ancora alla resistenza contro il fascio. Poi si è venuto a sapere che anni prima aveva partecipato alle primarie del Pd…».Cosa in realtà non vietata dalla legge…«Per carità, per fortuna c’è ancora la legittima libertà di esprimersi, ciascuno come vuole. Quindi: nessuno tocchi la preside Savino. Premessa doverosa. Il punto è che quel che c’è scritto è tutto sbagliato: fuori dal tempo, fuori dal mondo e fuori dalla realtà».Perché?«Molto semplice, e infatti per fortuna se ne sono accorte anche persone che non stanno certo schierate a destra: quella non è un’aggressione fascista. Chi dà la patente di “fascista”, oggi, a qualcuno? Mi sembra evidentissimo che è un’espressione strumentale, utilizzata per lanciare un allarme. Che non c’è. Esiste un pericolo di squadracce fasciste? Non esiste nessuna squadraccia fascista, ma solo 5, 6, 7 coglioni criminali che menano e per questo vanno presi e condannati».La Procura del capoluogo fiorentino ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di violenza privata aggravata, e identificato sei giovani aderenti ad Azione studentesca.«Le responsabilità andranno accertate, ma andranno accertate tutte. Eventualmente anche quelle su quanto accaduto prima di quelle immagini. E i responsabili puniti. Ma per favore, non usiamo questo pretesto per far scattare il solito “tic” dell’onda nera che starebbe per invadere l’Italia».Il fuoco della polemica si è ravvivato dopo le dichiarazioni del ministro Valditara…«Il ministro ha fatto bene a dire che quella lettera era sbagliata dal punto di vista storico, perché piena di errori. Chi l’ha scritta lo ha fatto in modo da conservare una reticenza: il sottotesto è evidente. Quella comunicazione, volontariamente, dice e non dice. Quando fa riferimento per esempio alla difesa dei confini…».Cito testualmente: «Chi decanta il valore delle frontiere (…) va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura». «Ecco: ancora non si è capito con esattezza se si facesse riferimento a un volantino circolato nell’istituto, o alle politiche dell’esecutivo. Se lo fossero, qualcuno mi dovrebbe spiegare come la questione “confini” sia automaticamente ascrivibile al fascismo. Dopodiché: il ministro, a mio parere, ha sbagliato a ventilare sanzioni, se lo ha fatto». Ha poi assicurato di no.«Meglio: quali mai potrebbero essere? Anche perché tra i due è la dirigente a essere la parte più forte. Perché i ministri in questo Paese vanno e vengono, ma la dirigente scolastica è certo che resti e conservi il suo posto».Centrodestra e dintorni parlano di una scuola oggi troppo politicizzata.«A me pare che i militanti politici siano un’anomalia, ai giorni nostri. Mi sento di rassicurare tutti: non siamo né negli anni Venti né tantomeno negli anni Sessanta o Settanta. Tempi morti, finiti».Non sarebbe un bene se - senza violenza - i giovani si interessassero di più alla politica?«Nelle democrazie più avanzate vanno a votare il 40% delle persone, qualche volta anche di meno. Se ci andasse il 90% allora sì che io mi preoccuperei, perché accadeva e accade nei paesi totalitari. Nelle società evolute, a chi non va a votare sta bene quel che gli altri scelgono. O perché hanno il disgusto per la politica - e quello c’è sempre stato e sempre ci sarà - o perché pensano che comunque le cose non possano cambiare. E forse hanno anche ragione. E poi c’è chi pensa che votare sia un rito antico, perché la politica vera si fa altrove. Su internet, per esempio…». O a Sanremo?«Ormai per fortuna pure il Festival è finito, ma in pochi giorni è stato fatto emergere un Paese che non esiste: razzista, sessista, governato da un branco di fascisti e con una Costituzione da difendere contro i barbari che la vogliono cancellare. Ipocriti. Come sui diritti delle minoranze: quando i ragazzi non potevano salire su un autobus, e uomini e donne sono stati sospesi dal lavoro e dallo stipendio, mi sembra siano stati tutti zitti, no? Ma torniamo per favore alla scuola: a quanto mi risulta, se proprio c’è un problema, è opposto». Più «rossi» che «neri»?«Beh, se proprio se ne deve parlare, a quanto ne so io, mediamente, chi va davanti alle scuole a far volantinaggio, ad esempio, ed è di destra, ha molti più problemi di quelli di sinistra. Denigrati, respinti, minacciati».Esponenti di Fratelli d’Italia hanno sottolineato che non meritò la stessa attenzione mediatica l’aggressione a Bologna, lo scorso maggio, ai danni di cinque ragazzi di Azione universitaria da parte di una decina di membri di un collettivo di sinistra. «C’è poi il caso della Sapienza, che ha dimostrato che una presentazione di un libro, se organizzata da esponenti vicini a Fratelli d’Italia, non si può fare».A Bologna le indagini riferiscono di calci, pugni, spintoni e minacce come «tornatevene nelle fogne», «siete morti», «vi uccidiamo».«Guardi, a me non piace far la conta delle aggressioni. Se la dovessimo fare, sospetto che penderebbe da una parte precisa. I ragazzi di Firenze senza dubbio hanno sbagliato: fosse accaduto a me - se è vero, come riferiscono, di aver subito un’aggressione precedente - sarei andato in stile Gandhi con le braccia alzate a chiedere spiegazioni. Perché è chiaro che se alzi le mani poi passi dalla parte del torto. Quello, comunque, non va fatto».La lettera della preside cita anche la Costituzione. «Benissimo, per carità. Basta che sia chiaro che quello è un manifesto fuori dal mondo, perché non si può pensare che quella rissa sia un fotogramma di un’Italia in pericolo. Perché il pericolo è inesistente. C’è stato persino chi ha insinuato che questi “scazzottatori”, questi aggressori o come li vogliamo chiamare, siano coperti dal governo. L’apice del ridicolo».Perché?«Paradossalmente, questi ragazzi fanno un danno a Giorgia Meloni. A lei, così impegnata a dare l’immagine di un centrodestra di un certo tipo; alle prese anche con un elettorato parzialmente contrario alle armi in Ucraina e molto altro ancora… Posso immaginare che, per come è fatta, l’episodio di Firenze non le abbia certo fatto piacere. Come anche, forse, le frasi di La Russa sui gay, che per inciso secondo me non ha detto nulla di male. Figuriamoci se copre la violenza: una volta accertate le responsabilità, quei ragazzi saranno da cacciare dall’organizzazione vicina a Fratelli d’Italia».
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