2019-04-07
«Creiamo tessuti con i telai del Settecento»
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L'Antico setificio fiorentino, fondato dal granduca di Toscana e oggi della Stefano Ricci, produce stoffe immortalate nei quadri del Rinascimento. Al Fuorisalone di Milano partecipa alla trasformazione di una pasticceria in un café chantant.«Il settore dell'arredamento cresce. Ma ci serve maggiore stabilità». Il presidente di Federlegnoarredo Emanuele Orsini: «Trionfo per il Salone del mobile, al via martedì» .Il ritorno alle origini della Pasticceria Cucchi. Per il Fuorisalone, con l'architetto Cristina Celestino e Massimo Giorgetti di Msgm, torna a essere caffè concerto.Lo speciale comprende tre articoli e due gallery fotografiche.È sempre stato lì fin dal 1786, anno della fondazione, per volere del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, dopo un brevissimo periodo in cui si fermò in via dei Tessitori a Firenze. Ma è oltrepassando un cancello in ferro battuto, al numero 4 di via Bartolini nello storico quartiere di San Frediano, che si entra nel mondo incantato dell'Antico setificio fiorentino, erede dell'arte tessile del Rinascimento, dove il silenzio è interrotto solo dalla musica degli antichi telai. Un grande spazio per poter ospitare tutti i telai provenienti da donazioni dei nobili locali. Un tempo ogni famiglia aveva il proprio telaio in casa, finché il granduca le convinse a unirli e a creare una società per produrre i tessuti. Maestre tessitrici lavorano in questa «bottega» tessendo stoffe di tradizione fiorentina su 12 telai: sei a mano del Settecento e sei meccanici dell'Ottocento. Negli anni Cinquanta, il marchese Emilio Pucci di Barsento, uno dei soci, rilevò il pacchetto di maggioranza e ciò permise di produrre tessuti per arredare le case più prestigiose della nobiltà italiana e internazionale. Nel 2010 l'acquisizione dell'Antico setificio fiorentino da parte dell'azienda di moda Stefano Ricci ha assicurato il suo futuro e la continuazione di questa antica tradizione artigianale. Questo, insieme al nuovo progetto Stefano Ricci home, ha portato l'Antico setificio fiorentino a una rinascita: oggi offre le sue stoffe uniche a una sempre più vasta clientela e ha rilanciato l'interesse per lo storico laboratorio artigianale. «Abbiamo sempre definito un atto d'amore nei confronti della nostra città l'aver rilevato l'Antico Setificio», racconta Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci, «È un posto da preservare, un museo vivo dove ogni giorno produciamo stoffe che vanno ad arredare le più belle case del mondo. Lavoriamo anche con il mondo della moda creando tessuti in edizione limitata per la Stefano Ricci. Ci siamo innamorati di questo luogo e da fiorentini abbiamo deciso di investire per portare sete uniche in ogni parte del globo».Solo mani esperte possono lavorare su questi telai?«Non possiamo investire solo sulle macchine ma anche sulle persone ed è fondamentale avere maestranze preparate. E devono anche essere appassionate e innamorate del proprio mestiere perché ci vuole una grande dedizione per apprendere. Serve parecchio tempo a imparare a lavorare sui telai manuali, è un percorso impegnativo e siamo orgogliosi di aver dato vita a un passaggio generazionale dalle vecchie alle nuove maestranze, quasi tutte donne, con una sensibilità particolare. Ci lavorano una quindicina di persone che sanno realizzare i sogni». Su questi telai quali tessuti vengono prodotti?«La produzione attuale comprende una vasta gamma di damaschi del Rinascimento in seta, broccatelli in seta e lino di diverse epoche e lampassi settecenteschi in seta, utilizzati sia per l'arredo moderno sia per quello classico, rigorosamente tessuti a mano. L'ermisino, un tipo speciale di taffettà rinascimentale in pura seta con effetto cangiante, viene lavorato ancora nei tre pesi antichi: leggero, scempio e doppio. Questa stoffa, particolarmente luminosa, vivace e piena di riflessi di luce, era usata nel passato per l'abbigliamento, come si può notare nei dipinti e negli affreschi del Rinascimento, da Masaccio e Masolino a Pontormo e Piero della Francesca. Oggi arreda in forma di tendaggio case e ambienti storici. L'Antico setificio fiorentino utilizza, inoltre, un orditoio del Settecento realizzato su disegno di Leonardo da Vinci, unico al mondo, e un orditoio Benninger del 1878 perfettamente funzionanti. Sono sopravvissuti all'alluvione del '66 un telaio per i galloni in seta e un piccolo telaio del Seicento, sul quale vengono create frange su ordinazione e per i lavori di restauro».L'Antico setificio fiorentino arriva anche a Milano, alla pasticceria Cucchi, fondata nel 1936 come caffè concerto, per un evento del Fuorisalone, main partner Msgm dello stilista Massimo Giorgetti. «È stata l'architetto Cristina Celestino a individuare il Setificio come uno dei partner di questa operazione (tutto il locale è stato riallestito ad hoc per ricreare un café chantant, ndr). I tendaggi che la designer ha voluto sono stati realizzati in tessuto rigato nemour, prodotto con il più fine filo di seta esistente, su un telaio del 1800 creato per la famiglia dei duchi di Nemour. Non solo. La collezione Stefano Ricci home viene esposta al Principe Savoia». Il legame fra Firenze e Milano è sempre più stretto.«Un rapporto che si è consolidato con l'operazione per l'esposizione dei Fogli della Biblioteca Ambrosiana di Milano e destinati a impreziosire la mostra L'acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci agli Uffizi per le celebrazioni del 500° anniversario di Leonardo».
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