2024-06-01
La condanna di Trump gli riempie le tasche e non ferma la corsa verso la Casa Bianca
Donazioni record al tycoon dopo il verdetto che non gli preclude le elezioni, anche in caso di arresto. Joe Biden: «Va battuto alle urne».L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato condannato. Giovedì, la giuria del processo di Manhattan lo ha giudicato colpevole di tutti i 34 capi d’imputazione formulati dal procuratore distrettuale, Alvin Bragg. Secondo l’accusa, il tycoon avrebbe falsificato dei documenti aziendali per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels in riferimento a un presunto incontro sessuale avvenuto nel 2006. In particolare, sempre secondo la procura, il candidato repubblicano avrebbe contraffatto le rendicontazioni di quei pagamenti per salvaguardare la propria campagna presidenziale del 2016, violando così le normative sui finanziamenti elettorali.«È stato un processo iniquo, orchestrato da Joe Biden. Se fanno questo a me lo possono fare a tutti», ha detto Trump. «Vogliono distruggere il nostro Paese. Continueremo a combattere e renderemo l’America di nuovo grande», ha aggiunto. «L’unica voce che conta è quella della giuria. E la giuria ha parlato», ha dichiarato, dal canto suo, Bragg. «C’è solo un modo per tenere Trump fuori dallo studio ovale: alle urne», ha affermato invece il presidente americano Biden, mentre il suo direttore della comunicazione, Michael Tyler, ha puntualizzato che «nessuno è al di sopra della legge». Nel frattempo, la pagina della raccolta fondi della campagna di Trump è andata significativamente in crash poco dopo il verdetto. «Così tanti americani sono stati spinti a donare per la campagna di Trump che le pagine di WinRed sono state chiuse per sovraccarico», ha reso noto il team del candidato repubblicano. Nel giro di poche ore sono stati raccolti 34,8 milioni di dollari, una cifra record.Adesso bisognerà attendere la sentenza del giudice che ha supervisionato il caso, Juan Merchan. Una sentenza prevista per il prossimo 11 luglio, vale a dire pochi giorni prima della Convention nazionale del Partito repubblicano. Sul tavolo ci sono tre possibilità: una multa, la libertà vigilata o il carcere. Ma dal punto di vista tecnico, Trump resta pienamente candidabile sia da condannato sia (eventualmente) da detenuto.Dall’altra parte, il team di avvocati del tycoon ha intenzione di ricorrere in appello «il prima possibile». Le motivazioni su cui potrebbe poggiare il ricorso sono principalmente due. Innanzitutto, i legali di Trump contestano la testimonianza della stessa Daniels, che è stata piena di particolari scabrosi e pruriginosi senza tuttavia avere attinenza col processo: Trump non era accusato infatti di infedeltà coniugale ma di aver falsificato documenti aziendali con lo scopo di aggirare le normative sui finanziamenti elettorali. I pagamenti in quanto tali alla Daniels non sono mai stati in discussione. In secondo luogo, emerge un tema di giurisdizione: la violazione delle normative sui finanziamenti elettorali è un reato federale. È quindi dubbio che potesse essere perseguito da una procura distrettuale come quella di Manhattan. E poi c’è il dato politico. Se il Partito repubblicano ha fatto quadrato attorno all’ex presidente, è comunque tutto da dimostrare che questa condanna danneggerà la corsa del tycoon. Ricordiamo che Trump ha iniziato a volare nei sondaggi dopo le incriminazioni subite l’anno scorso. Per di più, emergono varie stranezze. In primis, aleggiano forti perplessità sul modo in cui il giudice Merchan ha supervisionato il processo e sulla sua imparzialità, visto che nel 2020 effettuò donazioni (ancorché contenute) a favore di Biden. In secondo luogo, il procuratore Bragg appartiene al Partito democratico e, nel 2022, si era rifiutato di dare ascolto a quei membri della sua squadra che chiedevano un’incriminazione dell’ex presidente. Salvo poi cambiare improvvisamente idea l’anno successivo.Come se non bastasse, nel marzo 2023, il New York Times riportò che George Soros, non esattamente un simpatizzante di Trump, aveva finanziato con un milione di dollari Color of Change, un’organizzazione che si impegnò a sua volta nel sostenere l’elezione di Bragg a procuratore distrettuale di Manhattan. Infine, che l’impianto accusatorio fosse traballante lo aveva sottolineato, l’anno scorso, anche una testata progressista come Vox. Senza considerare che quello stesso impianto è stato costruito principalmente sulla testimonianza dell’ex avvocato di Trump, Michael Cohen: soggetto ben poco credibile e con una fedina penale tutt’altro che trascurabile. Tra l’altro, nel 2012, un processo intentato contro l’ex candidato dem, John Edwards, naufragò proprio perché la giuria non riuscì a constatare al di là di ogni ragionevole dubbio se l’imputato avesse pagato per coprire una relazione extraconiugale con l’obiettivo di tutelare la sua campagna o di salvaguardare la propria famiglia.Insomma, il sospetto che si sia trattato di un processo politico non è poi così infondato: un processo tenuto in una storica roccaforte dem come Manhattan, dove era difficile (se non impossibile) trovare una giuria che non fosse ostile a Trump. Ecco, non si può escludere che questa condanna finisca soltanto col rafforzare il candidato repubblicano, alimentando la sua narrazione della persecuzione giudiziaria. Ciò spiega il nervosismo del team di Biden. Come abbiamo visto, il presidente ha detto che Trump va battuto nelle urne, dando a intendere di non voler cavalcare i guai giudiziari del tycoon. Eppure era stata proprio la campagna di Biden a organizzare, pochi giorni fa, la sceneggiata antitrumpista di Robert De Niro fuori dal tribunale. Segno che il team del presidente è spaccato sul da farsi: molto probabilmente teme che la condanna di giovedì possa finire col favorire il candidato repubblicano.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.