2021-09-07
Con la riforma del fisco rischiamo di dover sborsare ancora più tasse
Daniele Franco (Getty Images)
L'Ocse suggerisce di tagliare detrazioni e deduzioni e di ridurre le imposte sul lavoro alzando quelle su eredità e case. Così la pressione salirà. La legge è in ritardo e l'Europa ci chiederà di ripagare il Pnrr con gli interessi.A fine mese il ministro dell'Economia, Daniele Franco, dovrebbe licenziare la legge delega sulla riforma fiscale. Le commissioni di Camera e Senato lo scorso luglio hanno consegnato un documento di 18 pagine che cita sia Federico Caffè sia Luigi Einaudi. Il lavoro di sintesi dei parlamentari è riuscito a conciliare diverse visioni politiche prevedendo una riorganizzazione delle imposte sul lavoro, ma anche un capitolo tutto dedicato alle partite Iva e alla possibilità di cristallizzare una volta per tutte il regime forfettario. Non solo. Il Parlamento ha preso in considerazione la riforma delle imposte finanziarie, consapevole che gli investimenti vanno sia canalizzati sia incentivati. Infine, mette nero su bianco un principio fino a ora calpestato da tutti i governi. L'indagine conoscitiva sulla riforma fiscale fa presente una volta per tutte che lo Statuto del contribuente dovrebbe fare un passo in avanti e in qualche modo entrare in Costituzione. L'obiettivo sarebbe quello di sanare il clamoroso errore di chi ha lasciato lo Statuto carta calpestabile da qualunque deroga accettando invece che il pareggio di bilancio diventasse un crisma costituzionale. Insomma, bisogna dare atto alle commissioni di aver fatto un buon lavoro e di averlo spedito in tempo al Mef prima dell'inizio dell'estate. Purtroppo, verso il 20 luglio il ministro Franco si è presentato dinanzi alle commissioni annunciando come imminente una legge delega che invece sta tardando. Non c'è infatti certezza che il testo esca dal cdm per fine mese e in ogni caso approderà in un'Aula già ingorgata di provvedimenti. C'è il decreto green pass, il decreto green pass sui trasporti, la riforma della giustizia, il decreto Grandi navi e pure il dl crisi d'impresa. Tutti con scadenze settembrine. A ciò si aggiunge la riforma della Concorrenza, che Mario Draghi si è impegnato a far arrivare in Aula entro la fine del mese di settembre, e poi a ottobre dovrebbe approdare in Parlamento anche il decreto sulle delocalizzazioni, per il momento finito nel frigorifero di Andrea Orlando. La legge delega sul fisco dovrà fare uno slalom complesso e rischia concretamente di scavallare il 2021, magari travolta dalla legge finanziaria e poi dal Milleproroghe. Più tempo passa e più corriamo il rischio che il lavoro fatto dalle commissioni di Camera e Senato resti sulla carta. E più corriamo il rischio che si allontani la finestra di sforamento aperta dalla pandemia con il risultato che la riforma diventi una nuova ondata di tasse. Non a caso ieri l'Ocse ha diramato il solito bollettino, destinando al nostro Paese un intero paragrafo. «In Italia, rispetto alla media dell'area», si legge nella nota, «il gettito derivante dalle tasse sul lavoro è più elevato, mentre il gettito derivante dalle imposte di successione e dalla riscossione dell'Iva è più basso anche perché si rileva una soglia di esenzione Iva rilevante. Il cuneo fiscale sul lavoro è elevato, ma è stato ridotto», specificano gli economisti Ocse, «attraverso sgravi fiscali sul reddito, riforme degli assegni alle famiglie e tagli temporanei ai contributi sociali». Il numero elevato di agevolazioni fiscali contribuisce alla complessità della situazione in Italia e, partendo da tale assunto, per l'Ocse bisogna attuare «una riforma fiscale olistica che mitighi la complessità del regime e riduca permanentemente le imposte sul lavoro, finanziata grazie alle entrate derivanti da migliori livelli di compliance, minori spese fiscali e maggiori imposte su beni immobili e successioni». Sorvoliamo sul termine olistico. Esso meriterebbe non tanto un articolo, ma un libro di denuncia su come l'organizzazione consideri l'invasività delle tasse e la necessità di spremere i contribuenti. Di tutta la pappardella Ocse prendiamo in considerazione il suggerimento di ridurre le aliquote fiscali marginali effettive per i redditi secondari. Per tutto il resto, è la ricetta perfetta per impoverire il Paese. E portare a termine una riforma che, con tanto di tagli alle tax expenditures, finisca con un saldo di gettito tutto a favore dello Stato. Quando l'Ue avrà compreso che non riuscirà a trovare un accordo sui tre pilastri della fiscalità comune che dovrebbero finanziare le erogazioni del Next generation Eu, allora imporrà agli Stati come l'Italia di alzare le tasse per ripagare un debito (che non sarebbe dovuto essere debito). A quel punto nessun governo, nemmeno quello di Mario Draghi, potrà opporsi. Ecco perché la riforma fiscale è urgente. Ecco perché sarebbe fondamentale mettere in Costituzione lo Statuto del contribuente. Prima che Ocse e Bruxelles si coalizzino e si convincano che la ricetta dell'organizzazione che ha pure il merito di aver accolto Pier Carlo Padoan sia qualcosa di serio da prendere in considerazione. Il fatto che Quota 100 si avvii al suo naturale esaurimento con un risparmio in bilancio non cambierà nulla. Aspettarsi l'eliminazione del reddito di cittadinanza è quasi inverosimile con questa maggioranza. Così ci troveremmo con Iva più alta, fatture digitali anche per le persone fisiche, Imu e doppia Imu per svalutare il patrimonio immobiliare. E la solita manfrina della caccia agli evasori per fare gettito. Un modo come un altro per chiamare un buco con un altro nome e poi riempirlo di nuove tasse.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».