
Adriano Sofri insulta Matteo Salvini: «Brutto str...». Pietro Parolin ambiguo: «Salvare vite è la stella polare, tutto il resto è secondario».Puntuale come una rata di condominio, inesorabile come una cartella Equitalia, appiccicosa come una caramella rimasta incollata ai denti, è arrivata Antigone. Ogni volta che gli strateghi dei giornaloni (oi strategoi, nella versione di greco al liceo) devono celebrare un'eroina, sottoponendola al processo di boldrinizzazione-boninizzazione, cioè di santificazione in vita per meriti politicamente corretti, hanno già lo schemino pronto: da una parte c'è il cattivo (il tiranno Creonte, il re di Tebe che non vuole dar sepoltura al morto Polinice: dimenticano però di precisare che quest'ultimo era un traditore della patria, ma sottolinearlo sarebbe - pensano - una volgarità da sovranisti), e dall'altra c'è lei, Antigone l'eroina indomabile, determinata a far prevalere la legge morale su quella dello Stato.Se il povero Sofocle, 2.500 anni fa, avesse saputo di vedersi affibbiata una tessera d'onore del Pd, e di finire in pasto a una serie di deprimenti temìni da quarta ginnasio, di compitini vacui-pretenziosi-moraleggianti, si sarebbe abbandonato alla disperazione più nera. Altro che tragedia greca. Nel nostro Antigone watch, cioè nell'osservatorio che abbiamo allestito per monitorare le citazioni più banali, il primo a tagliare il traguardo è stato Francesco Bei sulla Stampa: «È dai tempi di Antigone e Creonte…», ha esordito singhiozzando. E poi: «Chiunque abbia un cuore non ci mette molto a capire da che parte stare tra la capitana e il ministro che sbeffeggia una donna che prova a far sbarcare in un porto sicuro i suoi naufraghi». Rotto l'argine, fermare la valanga è diventato impossibile. Accecato dal sole (estasi lirica o dimenticanza del cappellino per proteggersi dal caldo?), ecco Roberto Vecchioni su Repubblica: «Carola-Antigone non ha dubbi, non ha bilance su cui pesare il male e il bene, il vero e il falso: lei entrerà in quel porto qualsiasi siano le conseguenze. Io me la vedo Carola, bella, ritta sul ponte a prendere la decisione che per lei è solamente normale. Nessun tentennamento, nessuna paura, un riso naturale, gli occhi semichiusi nel sole accecante…».Inevitabile l'arrivo di Tomaso Montanari, storico dell'arte e vate della sinistra sinistra, il primo a calare il jolly dell'evocazione del nazismo: «Antigone arrestata dal tiranno: la mala vita politica arresta la giustizia. Torniamo a passo dell'oca a un secolo fa».Non si sottrae alla citazione sofoclea neanche Massimo Fini sul Fatto, che poi vira verso il concorso di bellezza: Carola è una «gran bella ragazza», mentre Matteo Salvini «non può essere considerato un adone, anzi a vederlo fa un poco ribrezzo».C'è anche chi non cita Sofocle, ma sembra rifarsi a Tomas Milian e Bombolo nella serie Er Monnezza. Ecco Adriano Sofri, soave sul Foglio verso Salvini: «Senti, brutto stronzo: ti piace insultare una giovane donna in gamba? […] Pallone gonfiato, ceffo vigliacco. […] Coglione. […] Mezza calzetta […] fatti un altro selfie […]. Controfirmo tutto». Capite bene che, dinanzi a una polemica così elegante e sofisticata, Roberto Saviano si sia entusiasmato: «Condivido l'analisi politica più lucida degli ultimi mesi. Grazie Adriano!». Se «intellettuali» così non ci fossero, Salvini dovrebbe inventarseli. Vi manca un magistrato-scrittore? Ecco Gianrico Carofiglio, codice penale alla mano, articolo 54: «Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri». Geniale il richiamo allo stato di necessità: d'ora in poi, chiunque commetta reati potrà dire: «Signor giudice, ho rapinato, ho scippato, ho rubato: ma ero in stato di necessità…». il vaticanoEd ecco il magistrato sindaco, Luigi de Magistris: «Nell'Italia devastata da corruzioni e mafie, dove le deviazioni istituzionali sono Sistema (maiuscolo, ndr) arrestano Carola per reato di umanità». Ma de Magistris, uomo d'azione (leggendario il motto «Emm' scassat' tutte' e' cose» con cui - si racconta - salutò la sua prima vittoria elettorale), non si è fermato alle parole: ha organizzato un «corteo di mare», una sfilata di barche (dovevano essere 300, se ne sono materializzate circa 100) per testimoniare che «Napoli si è schierata» con i migranti. Del resto, il capoluogo partenopeo non ha altri problemi: né di camorra né di ordine pubblico né di rifiuti, quindi c'è tempo per altre attività. Temendo di essere superato sul rettilineo finale dal collega di Napoli, si è impegnato nello sprint pure il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, annunciando di voler concedere all'equipaggio della Sea Watch 3 la cittadinanza onoraria, contro «la maschera disumana del governo». Poteva mancare Laura Boldrini? Eccola: «Carola è stata arrestata e c'è anche chi, come un Salvini qualsiasi, riesce a esultare». Hashtag: #UmanitàInArresto. E la Chiesa? Papa Francesco per ora tace, mentre il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha detto una frase ambigua: «La vita umana va salvata in qualsiasi maniera. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario». Si materializza pure la gran prefica dei conti pubblici, il mistico dello spread Carlo Cottarelli: «Tutti parlano di Sea Watch. È un'arma di distrazione di massa per non farvi pensare alle difficoltà della nostra economia». Pensate se poi la procedura d'infrazione non arriva: come la passa l'estate Cottarelli? A proposito di prof, c'è chi non si fa problemi a usare la sua mail con l'account dell'università, la Federico II di Napoli. La professoressa Rosaria Scudiero, scrivendo a un centinaio di colleghi con l'oggetto «Restiamo umani», li ha informati della raccolta di fondi per la Capitana, li ha invitati a visitare la pagina Facebook «Il razzismo non mi piace», ha precisato che «chi è indifferente, è complice», e ha concluso dicendo di aspettare «le scuse di chi ha contribuito a eleggere queste merde di governanti» (sic). Tutto normale? Resta da capire cosa ne pensi il ministro dell'Università e della ricerca.
Massimiliano Fedriga (Ansa)
Come in Emilia, pure il Friuli ha pensato alle rinnovabili anziché alla gestione dei fiumi.
Credo che uno degli errori in democrazia sia trasformare in tifoserie da stadio le diverse visioni che stanno a fondamento delle diverse gestioni della cosa pubblica. La propria squadra ha sempre ragione e l’altra sempre torto e, siccome non si è infallibili, i leader non sbagliano mai perché, ove sbagliano, o nessuno li critica oppure le critiche non fanno testo perché «vengono dall’altra parte»: e che volete che dica l’altra parte? Il risultato è che l’elettore - incapace di obiettare alla propria parte - smette di andare a votare. Se ne avvantaggia la sinistra, i cui elettori votano anche se la loro parte propone loro uno spaventapasseri. Tutto sto giro di parole ci serve perché ci tocca dire che il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sbagliato tutto sulla politica energetica in Regione.
(IStock)
Riparte l’allarme sulle difficoltà di migliorare la propria condizione. Eppure il dato rivela una tendenza positiva: il superamento dell’ossessione della carriera, dei soldi e della superiorità, specie tra le nuove generazioni.
Oltre 3.000 professionisti, club, aziende e istituzioni sportive hanno partecipato all’ottava edizione del Social Football Summit a Torino. Tra talk, workshop e premi internazionali, focus su tecnologia, intelligenza artificiale, infrastrutture e leadership femminile nello sport, con la Start Up Competition vinta da Wovlabs.
2025-11-19
Colpevolizzare tutti i maschi per la violenza sulle donne creerà solo giovani più fragili
Gino Cecchettin (Ansa)
Etichettare gli uomini bianchi come potenziali criminali non fermerà i femminicidi. La condanna generalizzata, ora perfino a scuola, provoca invece angoscia nei ragazzi.
Ci parlano di femminicidi. In realtà ci assordano. Il signor Gino Cecchettin, padre di una figlia brutalmente assassinata, chiede corsi di prevenzione scolastica. Abbiamo una cinquantina di cosiddetti femminicidi l’anno su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ogni anno le donne assassinate sono poco più di cento, a fronte di 400 omicidi di maschi di cui non importa un accidente a nessuno. Abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno, al 98% maschi: anche di questi importa poco a tutti, a cominciare dal sindacalista Maurizio Landini, troppo impegnato in politica estera fantastica per occuparsi di loro. I suicidi sono circa 4.000 l’anno, e di questi 800 circa sono donne e 3.200 uomini. Il numero dei suicidi dei maschi è approssimato per difetto, perché molti maschi non dichiarano nulla e simulano l’incidente.






