2025-06-09
In Colombia sparano al candidato detestato dall’amico di D’Alema
La polizia sorveglia l'ambulanza su cui è trasportato Miguel Uribe Turbay, ferito a colpi d'arma da fuoco durante un comizio elettorale a Bogotà (Ansa). Nel riquadro Massimo D'Alema insieme a Gustavo Petro
Il conservatore Uribe colpito da tre proiettili esplosi da un quindicenne. L’opposizione di centrodestra se la prende col presidente Petro, che gli aveva rinfacciato colpe del nonno. Giallo su un suo festino a Firenze.La campagna elettorale per le presidenziali in Colombia si è insanguinata. Un quindicenne ha sparato tre colpi di pistola contro il candidato conservatore Miguel Uribe Turbay, del Centro democratico, e nel mondo politico colombiano in molti hanno iniziato a incolpare il presidente Gustavo Petro, che con le sue parole ha incendiato il clima e, il 5 giugno, aveva attaccato personalmente Uribe. In particolare aveva portato un furioso attacco al nonno del candidato, l’ex presidente Julio César Turbay, capo dello Stato tra il 1978 e il 1982. «Mio Dio! Il nipote di un presidente che ha ordinato la tortura di 10.000 colombiani, parla di crollo istituzionale?». Questo commento è stato accompagnato da un video che mostrava Uribe parlare a un evento dell’Asobancaria a Cartagena, dove annunciava che avrebbe intentato una causa contro la nomina di Eduardo Montealegre a ministro della Giustizia.Quarantotto ore dopo un ragazzino ha sparato due colpi alla testa e uno al ginocchio contro Uribe. L’agguato è avvenuto verso le 17.30 di sabato, durante un comizio improvvisato in un parco di Bogotà, una circostanza che fa sospettare che il candidato fosse pedinato.A un certo punto il politico ha una discussione con una donna di circa 50 anni, che si trova proprio di fianco all’attentatore. Dopo lo scontro verbale la signora scambia qualche parola proprio con il ragazzo che ha con sé una Glock e, da lì a poco, esplode sei colpi: tre feriscono il candidato, un altro una donna di 36 anni. In un altro video si vede Uribe, ormai privo di sensi, accasciarsi su un’auto.Il politico è stato operato d’urgenza e dovrebbe essere fuori pericolo, mentre l’attentatore è stato interrogato e avrebbe già indicato il nome dei mandanti.Uribe aveva già respirato l’aria della violenza in casa: la madre Diana, una giornalista, nel 1991 era stata rapita e uccisa da narcotrafficanti al servizio di Pablo Escobar.L’ex presidente Andrés Pastrana ha accusato Petro di «incitamento» alla violenza: «Un candidato alla presidenza non può andare in giro con due o quattro guardie del corpo: è incredibile. Lo dico da tempo: non c’è sicurezza per una campagna presidenziale», ha stigmatizzato. Per poi aggiungere: «Il presidente ha la responsabilità diretta di aver generato violenza e di aver generato una polarizzazione permanente. Ha preso di mira specificamente la famiglia di Miguel, l’ex presidente Turbay e la sua famiglia, e guarda cosa abbiamo oggi».Il governo di Petro, sia detto per inciso, non ha risposto alla rogatoria inviata dai pm di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa per vendere armi alla Difesa colombiana, portata avanti dall’ex premier italiano Massimo D’Alema, per questo indagato per corruzione internazionale e poi prosciolto.La mancata collaborazione da parte della Colombia non deve stupire, visto che l’ex guerrigliero di sinistra Petro è uno dei governanti socialisti del Sud America con cui D’Alema ha rapporti di lunga data, sia per motivi ideologici che istituzionali.Per esempio, nel 2016 Petro sul proprio profilo Facebook aveva pubblicato una sua foto con l’ex premier italiano e con l’ex sottosegretario Donato Di Santo, accompagnandola con questo commento: «Unendo le vie del progressismo».E sebbene lo stesso Petro, quando in Colombia si diffuse la notizia dell’inchiesta, avesse fatto sapere di volere avviare un’indagine pure nel suo Paese, il gip di Napoli, nel decreto di archiviazione, ha sottolineato il «mancato riscontro (parziale) alle richieste rogatoriali internazionali» che non avrebbe consentito, «a parere dei pubblici ministeri, di acquisire i fondamentali elementi di prova necessari per poter formulare una ragionevole previsione di condanna». Tuttavia Petro non è solo sotto attacco per le dichiarazioni contro Uribe, ma anche per altri motivi, molto più privati. Una vicenda che ricorda lo scontro in atto in queste ore tra Donald Trump ed Elon Musk.L’ex ministro degli Esteri, Alvaro Leyva, che nel 2022 si era detto convinto che il primo presidente di sinistra della Colombia potesse diventare un «leader regionale e una speranza globale», da settimane inonda i social di lettere aperte in cui accusa l’ex presidente, che lo ha rimosso dall’incarico nel 2023, di essere dipendente dalle sostanze stupefacenti.Petro nei giorni scorsi non avrebbe presenziato, senza dare spiegazioni, al vertice dei presidenti dell’Associazio. Ma per Leyva si era dileguato anche durante un viaggio di Stato in Francia: «È stato a Parigi che ho potuto confermare che avevi un problema di tossicodipendenza... la tua guarigione, purtroppo, non è avvenuta», ha scritto.Leyva ha affermato di avere assistito a scene che gli hanno causato «inquietudine e sconcerto» e a «momenti imbarazzanti» non meglio specificati che avrebbero coinvolto Petro, il quale, a Parigi, sarebbe «scomparso» per due giorni.Petro ha ribattuto con ironia a queste accuse: «Parigi non è forse piena di parchi, musei, librerie, più interessante dell'autore della lettera, per trascorrerci due giorni? Quasi tutto a Parigi è più interessante. Non ho forse figlie e nipoti a Parigi che sono molto più interessanti dell'autore (Leyva,ndr)?».Ma l’ex ministro è tornato alla carica pochi giorni fa: «Non ritirerò un solo paragrafo, una virgola o un punto dalle lettere che Le ho scritto in data 19 aprile e 5 maggio di quest'anno. Di certo il suo contenuto, per chi non è a conoscenza della sua condotta impropria, era apparentemente crudele. Slealtà, dicono alcuni; tradimento, dicono altri. Tuttavia non sei stato in grado di confutare nulla di quanto affermato in queste lettere» ha scritto Leyva, il quale ha aggiunto il carico: «Non ho paura di nulla quando si tratta del Paese e delle giuste cause. Per rinfrescare qualche ricordo, vorrei menzionare piazza del Grano 20, Firenze, Italia. Gli eventi accaduti in un sito ivi situato sono stati parzialmente registrati dai testimoni nei termini indicati di seguito. E non mi era mai venuto in mente, signor presidente, che prima o poi avrei dovuto ricorrere a queste tristi storie per sottolineare che la sua malattia non è nuova. Stai male ormai da un po’». Poi ha continuato: «E cosa è successo alla stazione ferroviaria della suddetta città chiamata Santa Maria Novella? Tutto quanto sopra, come se desiderassi che non fosse mai accaduto».Quindi Leyva ha allegato il video intitolato «La festa di Petro a Firenze» prodotto da Impacto 24/7, un sedicente sito di notizie «senza censura»: «C’è stato un episodio vergognoso che si è concluso con l’intervento delle autorità italiane. È accaduto nel luglio 2022, e Petro si trovava in una casa lussuosa in compagnia di amici e conoscenti», si sente nel filmato. L’incontro avrebbe dovuto essere una celebrazione della vittoria elettorale del giugno del 2022 e sarebbe degenerata in un’«orgia di potere, droga e corruzione morale».Nell’occasione sarebbe stato fatto uso di droga e sarebbe stata presente una prostituta che, dopo aver ingerito sostanze allucinogene, avrebbe avuto un attacco di panico e, per questo, sarebbe stata allontanata dall’appartamento. L’episodio sarebbe stato gestito con la massima discrezione grazie alle pressioni diplomatiche, evitando che lo scandalo diventasse di dominio pubblico prima dell’insediamento di Petro. Noi siamo andati a Firenze e non abbiamo trovato conferma alla notizia. Per la verità non abbiamo trovato neanche il civico 20 di piazza del Grano, una zona che si trova alle spalle del museo degli Uffizi. Le nostre fonti hanno negato un intervento delle autorità italiane e Leyva non ha voluto rispondere alle nostre domande, inviate tramite Whatsapp. Il console colombiano nel capoluogo toscano, l’imprenditore Gianni Lusena, destituito dal governo di centrodestra nei giorni del presunto scandalo e reintegrato dal gabinetto di Petro, non si sbilancia: «Il presidente è stato due settimane a Firenze in una residenza privata vicino all’Impruneta ed era sorvegliato perché c’era sempre la scorta lì a casa. Io andavo tutti i giorni a pranzo, a cena e devo dire che sia io che la mia signora eravamo quasi costantemente lì con lui e l’ex consorte (nel frattempo i due si sono lasciati e Petro ha avuto un figlio da una terza compagna, ndr) e non abbiamo mai notato nulla di strano. Poi se durante la notte succedeva qualche cosa, io ovviamente questo non lo posso dire». Lusena è molto legato a Petro, che ha incontrato più volte anche a Bogotà: «“Mi hai salvato la vita”, mi ha detto», ricorda il console. Infatti il presidente, quando era senatore, nel 2021, venne curato e salvato da una grave forma di Covid grazie all’intervento del dottor Federico Gelli, ex parlamentare del Pd e amico di Lusena, oggi direttore generale alla Sanità della Regione toscana e all’epoca direttore del coordinamento maxi-emergenze ed eventi straordinari nell’azienda Usl Toscana Centro. I media colombiani fanno notare che Petro ultimamente sui social ha dato qualche segno di squilibrio: «Martedì 3 giugno, il presidente della Repubblica, Gustavo Petro, ha pubblicato sul suo account personale X un messaggio sorprendente che ha sorpreso gli utenti della piattaforma digitale», ha ricordato il periodico Semana. Petro ha fatto riferimento alle immagini di un’eruzione e ha scritto: «Non so se questo video sia frutto dell’intelligenza artificiale o della realtà. È l’eruzione dell’Etna. Stephen Hawking, premio Nobel per la fisica (in realtà non è mai stato insignito di tale onorificenza, ndr), ha affermato che l’umanità finirà prima a causa del petrolio e della crisi climatica, a causa dell’Intelligenza artificiale che confonderà realtà e virtualità nel pensiero umano».Se anche non fosse drogato, Petro, forse, avrebbe bisogno di qualcuno che controlli le sue attività sui social.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)