2021-01-28
«Citofonato» da Salvini, arrestati i genitori
Blitz nel rione bolognese del Pilastro. In manette per spaccio padre e madre del ragazzo che, a gennaio 2020, aveva ricevuto la «visita» del leader leghista in campagna elettorale. In casa droga, armi e soldi falsi. L'ex ministro: «Il tempo è galantuomo».Bologna, gennaio 2020: ultimi giorni della campagna elettorale in vista del voto regionale, il leader della Lega, Matteo Salvini - accompagnato da una sua sostenitrice, sotto un'abitazione del popolare rione Pilastro - prima citofona e poi domanda: «Buonasera, ci può far entrare? Ci hanno segnalato una cosa spiacevole che vorrei smentisse. Ci hanno detto che da lei parte una parte dello spaccio del quartiere, è vero?». È l'avventato gesto che infiamma in Emilia Romagna e non solo quella tornata elettorale. A distanza di un anno i genitori del ragazzo minorenne a cui Salvini aveva citofonato, ovvero i residenti di quell'appartamento, il tunisino Labidi Fauzi e la svizzera Costantina Rezza (rispettivamente di 59 e 58 anni), sono stati arrestati con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Il blitz, condotto dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Bologna centro, è stato svolto nel pomeriggio dello scorso martedì. Ma andiamo con ordine. I militari erano impegnati in un servizio anti droga nel parco di piazza Lipparini, nel cuore del difficile quartiere Pilastro: in quel momento sono stati insospettiti dai movimenti di un uomo, che conduceva la sua macchina a una velocità molto contenuta. Troppo contenuta. I carabinieri, dunque, hanno deciso di controllare i movimenti successivi dell'automobilista. Il quale, dopo aver parcheggiato ed essersi guardato intorno, è entrato nel palazzo di Via Grazia Deledda, le cui finestre affacciano sulle strade limitrofe. All'uscita dall'abitazione, i carabinieri hanno fermato l'uomo mentre si stava preparando a ripartire. Terminata una lunga fase di tentennamento in cui è stato «tradito» dal linguaggio del corpo, ha confessato di essere un cocainomane e consegnato alcune dosi di «polvere bianca». Il quantitativo era, però, superiore all'uso personale stabilito dalla legge. Inoltre, nel corso dell'operazione ai militari avrebbe anche indicato con precisione in quale appartamento si era recato pochi minuti prima. Circostanza che non poteva passare inosservata e che ha indotto i carabinieri a procedere con una seconda perquisizione, stavolta all'interno del palazzo per verificare se effettivamente fosse presente un «covo» di spacciatori.Varcata la porta di ingresso, gli uomini dell'Arma hanno così trovato 13 grammi di cocaina, 170 grammi di marijuana, 384 grammi di hashish, un bilancino di precisione e del materiale utilizzato per il confezionamento della droga. Ma non è finita qui perché nella casa al primo piano c'erano anche un caricatore di una pistola semiautomatica calibro 380 Acp con sei proiettili all'interno dell'arma, quattro proiettili calibro 22 Le, altri quattro proiettili calibro 9mm, uno storditore elettrico (taser), 50 proiettili a salve, 925 euro vere e 340 contraffatte. Terminato il sequestro, su ordine della locale Procura della Repubblica, la coppia è stata arrestata. Le accuse: come detto, oltre alla detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate e detenzione abusiva di armi. In attesa dell'udienza di convalida, Fauzi è stato portato in camera di sicurezza, invece Rezza si trova ai domiciliari. «È stato “pizzicato" un assuntore di droga e da lui siamo risaliti a chi gli aveva ceduto lo stupefacente», ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Bologna, Pierluigi Solazzo. Dunque si è trattato di una «attività occasionale», non mirata, conclusa «nell'ambito dell'abituale controllo del territorio». Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Carroccio: «Blitz anti droga a Bologna. Il tempo è galantuomo. La droga fa male», ha commentato Salvini sui suoi profili social. Non si è fatta attendere la replica dell'avvocato Cathy La Torre, il legale che segue il giovane figlio della coppia che l'anno scorso era ancora minorenne. «Voglio sottolineare che il mio assistito non è stato raggiunto da alcun provvedimento, la vicenda mi pare riguardi i genitori e non lui. La violazione di privacy di Salvini resta, in ogni caso, in piedi. Salvini ha poco da esultare perché gli ricordo che una persona condannata», ha proseguito La Torrre, «è a maggior ragione tutelata dalla normativa sulla privacy, visto che la condanna è un dato ipersensibile». E ancora: «Il procedimento per violazione dei dati personali e dei diritti civili è in corso, il tema di cui deve rispondere il senatore Salvini resta quello. Non è che il fatto che dopo un anno sono andati a fare un blitz, fa venire meno la gravità del gesto dell'ex ministro dell'Interno. Altrimenti qui si sdogana il concetto che le forze dell'ordine non servono a nulla», ha concluso La Torre. Un anno fa, in seguito al gesto del citofono ripreso da un folto gruppo di giornalisti, il leader della Lega venne travolto dalle critiche. Tra le più dure quella dell'ambasciatore tunisino a Roma, Moez Sinaoui, che prese carta e penna con le quali scrisse una lunga lettera di protesta al presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. Nella sua missiva il diplomatico definì l'atto di Salvini come una «deplorevole provocazione senza alcun rispetto del domicilio privato» da parte di un «pubblico rappresentante dell'Italia», Paese che vanta «un'amicizia di lunga data con la Tunisia». Il caso non riguardò solo Salvini, ma anche un maresciallo dei carabinieri, in seguito sanzionato, che avrebbe fatto da tramite tra il politico e la donna che l'accompagnò.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)