2023-04-15
Cingolani, problemi sulla nomina. Faro della Consob sull’ex ministro
L’authority vaglia l’esposto di Angelo Bonelli sull’incandidabilità dell’ex ministro in Leonardo. Una terza lista per l’azienda energetica.A 48 ore di distanza dalla presentazione delle liste delle partecipate di Stato, il titolo Enel continua a essere sotto i riflettori. Dopo aver lasciato sul terreno poco meno del 4%, ieri ha chiuso a 5,7 euro perdendo un ulteriore 0,8%. Nei fatti una anomalia, visto che le altre aziende quotate coinvolte nel giro di poltrone hanno invece brindato a Piazza Affari. Leonardo, ad esempio, ha chiuso anche ieri in segno verde superando gli 11,7 euro. A spingere il titolo i report degli analisti: Equita Sim ha confermato la raccomandazione «buy» e il prezzo obiettivo a 14 euro dopo che il governo ha indicato in Roberto Cingolani il prossimo ad del gruppo.«Trattandosi di manager con trascorsi all’interno del gruppo riteniamo che possa essere da subito operativo», commentano gli analisti. Per Equita «allo stato attuale è prematuro fare previsioni sulla strategia che verrà adottata; riteniamo che molto probabilmente verrà confermata quella del predecessore con focus su internazionalizzazione, efficienze e miglioramento del free cash flow, completando il risanamento delle Aerostrutture». Certo va detto che il buon esito in Borsa non poteva essere influenzato da un flash di agenzia diffuso alle 19 e tutto dedicato a Cingolani. La cui nomina è finita all’attenzione degli uffici della Consob in seguito alla presunta violazione della legge 2015 del 20 luglio 2004, denunciata all'Antitrust da Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, secondo la quale un ex ministro non può ricoprire incarichi in enti di diritto pubblico e società a scopo di lucro, nei 12 mesi successivi dal termine della carica di governo. Aperta l’istruttoria: vedremo a che porterà. Il contendere sta nel cavillo riportato al termine dell’articolo 4 della stessa legge. Il divieto andrebbe inteso per società che «operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta». La Consob valuterà Leonardo come distante dalla transizione ecologica e dall’innovazione tecnologica connessa? Oppure metterà il carico da undici andando a scandagliare la legge Severino o eventuali altri conflitti con l’incarico che l’ex ministro a ricevuto in sede Nato meno di un mese fa? L’assemblea è fissata il 9 maggio: per quella data si saprà di più. Questione di tutt’altra natura per l’Enel adesso è nelle mani del presidente Paolo Scaroni e dell’ad Flavio Cattaneo. Le turbolenze si sono scatenate sulle voci di manovra di diversi fondi con l’obiettivo di entrare a gamba tesa in occasione della prossima assemblea per mettere in difficoltà le due liste alleate, quella promossa dall’azionista di maggioranza- il Mef - e quella complementare di Assogestioni presentata ieri pomeriggio. A smentire l’intenzione di ricandidarsi è stato ieri mattina tramite l’Ansa, Francesco Starace, facendo sapere di considerare il proprio incarico «concluso» e di «essere estraneo agli schemi prefigurati che lo vedrebbero coinvolto in liste assembleari». Immaginarlo, infatti, fronteggiare uno scontro con il governo sarebbe fantafinanza. In generale, ipotizzare un conflitto diretto con un esecutivo che per di più può esercitare la golden share sarebbe un’illazione, a meno che il candidato del Mef possa rischiare la bocciatura dei «proxy» a loro volta in grado di sventolare un conflitto di interessi. Chiarito questo aspetto, i rumor di mercato ieri sono proseguiti comunque. Il quotidiano del gruppo Class, Mf-Milano Finanza, ha infatti voluto certificare e diffondere la notizia dell’arrivo di una terza lista concorrente. A sostenerla sarebbe un fondo hedge dal peso attuale di circa lo 0,5% delle azioni. Aggregando altri fondi più piccoli potrebbe superare la soglia di accesso all’assemblea e presentare propri candidati che finirebbero per fare concorrenza non tanto ai nomi avanzati dal governo, ma a quelli indicati da Assogestioni. Se il terzo incomodo riuscisse, dunque, a mettere in piedi la propria lista (che andrebbe presentata entro la giornata di lunedì) e a garantirsi l’appoggio di alcuni proxy aggressivi, a quel punto si tenterebbe di inserire un rappresentante nel cda. Lo scopo potrebbe essere quello di remare contro le prossime strategie. Cui prodest?, come si dice in latino. La risposta non è semplice. Dipenderebbe dalla strategia del fondo promotore e dal peculiare approccio che potrebbe avere sulla gestione del debito e sulle singole dismissioni o almeno su quelle annunciate dal management uscente. Sarebbe in ogni caso una operazione abbastanza spregiudicata, il che lascia pensare che difficilmente possa andare in porto. Potrebbe essere che i movimenti sul titolo degli ultimi due giorni siano serviti solo per portare a casa realizzi e plusvalenze. Se di bluff si tratta, lo si capirà con l’inizio della settimana.