
L’ex capo della Cisl, Luigi Sbarra, oggi sottosegretario con delega per il Sud: «La rappresentanza sociale si è trasformata in rappresentanza politica. Alimentare le tensioni è sbagliato».Luigi Sbarra, ex segretario generale della Cisl e adesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Sud, la Cgil annuncia l’ennesima protesta il prossimo 25 ottobre: per i salari e contro la guerra. «Le mobilitazioni hanno valore quando portano proposte. Questo è il tempo di unire, non di contrapporre». Dunque?«Difendere i lavoratori vuol dire negoziare intese e accordi, per migliorare le condizioni di vita delle persone. È profondamente sbagliato continuare ad alimentare tensioni. Le proteste sono segnali da ascoltare. Ma servono responsabilità e dialogo».Pane e pace possono stare insieme? «Devono stare insieme. Le guerre colpiscono, prima di tutto, inermi e deboli. Generano morte, distruzione, povertà. Mettono in crisi intere filiere economiche. Colpiscono occupazione, salari, welfare. Per questo la pace diventa anche una questione di lavoro e dignità».Lo sciopero generale per Gaza è stato illegittimo?«Non sono io a dirlo, ma l’apposita Commissione di garanzia. Illegittimo e, aggiungo io, pretestuoso: la rappresentanza sociale si è trasformata in rappresentanza partitica».Alcune manifestazioni sono finite in guerrilla. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, prende però le distanze da «violenti e cretini».«Ben altra responsabilità hanno mostrato le sigle sindacali che hanno scelto azioni concrete: come raccogliere fondi e sostenere la popolazione civile. Bisogna costruire ponti, anziché divisioni. Credo che sia anche questa la strada per contribuire davvero alla pace». Quella che si intravede in Medio Oriente, dopo il cessate il fuoco. «L’accordo in Egitto, tra Israele e Hamas, è un passaggio storico. Ed è stato fortemente voluto dal presidente americano, Donald Trump. Adesso è importante che tutta la comunità internazionale vigili sulle intese. Il governo italiano continuerà a sostenere ogni sforzo per aumentare la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo di quell’area».La premier, Giorgia Meloni, assicura: «Molti cercano la contrapposizione per interesse». «Non è un mistero che le manifestazioni violente che abbiamo visto nel Paese siano state palesemente coordinate». Qual era l’obiettivo? «A parole, la solidarietà con la popolazione di Gaza. Nei fatti, paralizzare l’Italia e sfidare apertamente il governo».Il leader della Lega, Matteo Salvini, annuncia: «Landini prepara il suo arrivo in Parlamento». L’interessato smentisce.«Non conosco le ambizioni personali di Landini. Però, posso dire una cosa: in questa fase è necessario che il collegamento con la società non sia ideologizzato, ma pragmatico e concreto». Solo lo scorso settembre ci sono stati sessantasei scioperi... «È un diritto sacrosanto. Resta lo strumento sindacale per eccellenza. Però va usato con responsabilità. Per questo, servono veri contenuti sociali. Bisogna difendere realmente i diritti dei lavoratori». Invece.«Non si può snaturare lo sciopero per fini ideologici, attraverso antagonismi e massimalismi. Che, molte volte, diventano anche preventivi».Lei è stato segretario generale della Cisl per quattro anni: da marzo 2021 a febbraio 2025. «Siamo un sindacato responsabile» disse davanti a Meloni prima di lasciare, chiedendole di iscriversi al sindacato. Fu lì che nacque l’idillio?«Più che di idillio, parlerei di una visione comune su temi decisivi per il Paese. Lei ha dimostrato massima sensibilità verso un “sindacato responsabile”, appunto. Attento ai bisogni di famiglie e lavoratori che cercano dalla politica risposte pragmatiche, fuori da schemi ideologici e radicali». Comunanza, allora.«Ho grande stima e profonda ammirazione per la premier».Dopo quell’addio, lei è diventato sottosegretario.«La mia nomina è arrivata in un momento del tutto inaspettato. E io l’ho colta come un ulteriore segno di attenzione alla crescita e allo sviluppo del Mezzogiorno».Di cui si professa indomito alfiere.«Vengo dalla trincea sociale. Adesso voglio mettere al servizio delle istituzioni la mia lunga e intensa esperienza sindacale».Tanti suoi illustri precedessori, da Franco Marini ad Annamaria Furlan, hanno poi fatto politica. Sempre con il centrosinistra, però. Perché invece lei ha imboccato una strada diversa?«Me lo lasci dire: sono entrato nel governo da indipendente. Così come, in passato, hanno fatto molti altri sindacalisti del resto. La mia bussola rimane la Costituzione, la coesione sociale, la dignità delle persone». Cgil e opposizione attaccano su salari e costo della vita.«Sicuramente sulle retribuzioni c’è grande attenzione da parte dell’esecutivo. A questo, si aggiunge il welfare aziendale. Sono entrambi temi su cui si sta cercando di intervenire».Sollecitano interventi per i morti sul lavoro.«È stata messa in campo una strategia chiara: più prevenzione, più controlli, pene più severe. Inoltre, si sono raddoppiati i fondi sulla sicurezza e abbiamo assunto 1.600 ispettori. Speriamo di poter fare ancora meglio, comunque».Il governo ha annunciato anche la riforma fiscale.«C’è già stata grande attenzione per i redditi più bassi. Adesso bisogna allargare la platea. Esistono diverse proposte allo studio per il ceto medio». Lei ha la delega per il Mezzogiorno. Risollevarlo è l’eterna promessa, tra atavici impedimenti ed emigrazione giovanile.«Non ho la bacchetta magica. Il mio impegno, però, sarà massimo. È necessario rafforzare i processi di crescita, coesione e occupazione. Negli ultimi anni, il Mezzogiorno ha avuto rilevanti segnali di ripresa. Ora è fondamentale consolidare questa traiettoria. Vogliamo colmare i divari storici. Dobbiamo valorizzare le opportunità».Con l’ormai mitologica Zes unica? «L’acronimo sta per Zona economica speciale. Ed è uno strumento concreto per rilanciare il sistema produttivo». Come funziona?«Ci sono due pilastri. Il primo è la semplificazione: ovvero l’autorizzazione unica. Il secondo è il beneficio fiscale: ossia il credito d’imposta. Ha già prodotto risultati notevoli. Sono stati rilasciati più di 800 provvedimenti autorizzativi, per un totale di oltre due miliardi di investimenti e 7.000 nuovi posti di lavoro». Ha costituito un apposito Dipartimento per il Sud. «Serve ad attuare l’indirizzo, il coordinamento e le strategie. Insomma, nasce per organizzare in modo più efficiente strutture che esistevano e superare l’eccessiva frammentazione».La stampa avversa l’ha già definito un «poltronificio». E il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, sostiene che il poco nobile scopo sarebbe quello di «accentrare e mettere le mani su tutto».«Ma non c’è nessuna nuova articolazione! E nemmeno nessuna nuova poltrona! Il nuovo dipartimento ingloba l’attuale struttura di missione Zes, già istituita all’interno della presidenza del Consiglio. Prima dipendeva dal ministro Fitto, poi direttamente dalla premier Meloni. Di che centralizzazione stiamo parlando, scusi?». È cresciuto a Pazzano, in provincia di Reggio Calabria. Ha cominciato la sua carriera sindacale a Locri.«Ho dei ricordi bellissimi di quegli anni».Rappresentava forestali e braccianti.«Al sud ho le mie radici personali, sindacali e politiche. Sono figlio di una Calabria che continua a lottare ogni giorno contro disuguaglianze ataviche. Le conosco bene, io: lo sviluppo negato, l’emigrazione forzata, i giovani che non vedono futuro. Per questo, ho condotto tante battaglie. Mi hanno portato a credere che il Sud non sia un problema, ma piuttosto una grande e straordinaria occasione».Il vessillo sembra il Ponte sullo Stretto. I lavori dovrebbero partire entro la fine dell’anno.«Grazie all’impegno, costante e incisivo, di tutti: dal presidente Meloni al ministro Salvini».Un «collegamento stabile» tra Sicilia e continente. Se ne parla da quando lei era bambino.«Da calabrese ne sono felice. Dopo tanti anni si può finalmente dare il via a un progetto davvero significativo».Molti restano scettici. «Macché. Cambierà la storia del Sud e dell’Italia».
Mario Venditti (Ansa)
- Dalle carte del fascicolo su «Clean 2» emerge che il maggiore dei carabinieri Pappalardo, oggi sotto processo per corruzione e stalking, si serviva di un locale «fantasma». Ripulito non appena l’indagine divenne pubblica.
- Il difensore Aiello: «Se l’ex pm è corrotto, allora Stasi è innocente? Eresia giuridica».
Lo speciale contiene due articoli.
Giulio Tremonti (Ansa)
L’ex ministro Giulio Tremonti: «Trump ha trovato la tregua coinvolgendo i Paesi arabi. Altro che esportare la democrazia come fosse un panino...».