2024-09-29
«Firme fasulle tra gli edili della Cgil». Gli operai denunciano, il pm archivia
Maurizio Landini, a guida della Cgil dal 2019 (Ansa)
A Lucca, Cisl e lavoratori chiedono di verificare alcune iscrizioni al sindacato rosso. La perizia calligrafica conferma che si tratta di sigle falsificate ma la procura interrompe le indagini perché non c’è un colpevole.Il segretario Maurizio Landini ha messo in cassa integrazione 35 dipendenti di una società controllata e Tommaso Foti, dopo aver solidarizzato con gli addetti, lo attacca: chi è causa del suo mal pianga sé stesso.Lo speciale contiene due articoliErano iscritti agli edili della Cgil di Lucca a loro insaputa, e così quando l’hanno scoperto, attraverso l’app che li mette in contatto con l’ente che ne tutela i diritti contrattuali (la cassa edile), hanno presentato denuncia. Anche perché da tempo (chi più, chi meno) avevano aderito ad un altro sindacato, la Filca Cisl, eppure stavano versando la quota di rappresentanza alla sigla guidata a livello nazionale da Maurizio Landini. Cos’è successo? È quanto dal 2023 stanno cercando di capire quattro operai (M.A., E.S., B.G. e I.A.) che lavorano in Toscana e che, con l’ausilio della Cisl, che si è ritrovata parte lesa della vicenda, e dell’avvocato Massimo Forte, hanno chiesto che venissero appurati i fatti. Secondo i documenti che la Verità ha potuto controllare, dopo la querela, Pubblico Ministero, Polizia giudiziaria e Guardia di Finanza si sono messi in moto. Prima hanno ascoltato i lavoratori, poi il legale rappresentante della Fillea Cgil di Lucca. Quindi hanno avuto accesso alla documentazione presso la sede del sindacato e hanno acquisiti copia delle deleghe presso la Cassa edile toscana. Morale della favola, dagli accertamenti è emerso che i vantaggi patrimoniali per Fillea Cgil di Lucca sarebbero pari a 274,47 euro, ma al tempo stesso che non era possibile risalire all’identità né dei soggetti che avrebbero apposto le firme false in calce alle deleghe né di chi aveva materialmente ricevuto le stesse.In buona sostanza: non c’era un responsabile. Non era possibile risalire al colpevole. E quindi non si poteva far altro che archiviare. Motivazione che non è apparsa sufficiente ai lavoratori e alla Filca Cisl che hanno deciso di opporsi e di chiedere che si continuasse ad indagare. E qui bisogna aprire una parentesi. L’eventuale truffa, perché di questo potenzialmente si parla, non riguarderebbe solo i lavoratori che pensavano di aver aderito a un sindacato e invece erano rappresentati da un altro, ma anche la sigla che è stata danneggiata dalla perdita di quattro iscritti e che ritiene, secondo quanto di si evince dalla denuncia, che il sistema possa essere decisamente più esteso rispetto al singolo caso. Il pagamento della quota sindacale, infatti, avviene attraverso la stessa cassa edile che trattiene una piccola quota dallo stipendio del lavoratore (riguarda in particolare le ferie e la tredicesima) e poi la gira al sindacato. Ma torniamo al ricorso. Tra le altre, è stata avanzata la richiesta di effettuare una perizia calligrafica sulle deleghe oggetto di indagine con un confronto rispetto ai documenti di dipendenti e dirigenti della Fillea Cgil della provincia di Lucca dell’epoca. Il punto è semplice. Secondo chi denuncia è evidente che i Pm non abbiano messo in dubbio che i fatti integrino una fattispecie delittuosa di particolare gravità anche per il modo in cui sono stati portati avanti, e che l’unica motivazione a sostegno della richiesta di archiviazione sia l’impossibilità di risalire all’autore. Di conseguenza, continuando a scavare e quindi a indagare è possibile risalire ai responsabili. Le indagini così riprendono. E si sostanziano in ulteriori 400 pagine di documenti e atti che integrano il fascicolo. E soprattutto raccolgono il responso del consulente grafologo nominato dallo stesso Pubblico Ministero. Cosa dice?Secondo il super-tecnico si può ritenere (con grado di certezza tecnica forense) che le deleghe sindacali siano false. Non solo. Il perito avrebbe individuato anche delle somiglianze con la scrittura di uno dei dipendenti della Fillea Cgil. In particolare, secondo il grafologo tutte le firme a nome diverso sarebbero con probabilità tecnica riferibili ad un’unica mano grafo-operante e si riscontrano alcune compatibilità con uno dei dipendenti della Cgil. Quindi?Sarebbe necessario un ulteriore approfondimento d’indagine per acquisire altre prove grafiche e fare altre comparazioni sul campo. Potremmo essere davanti a una svolta. E invece non è così. Lo stesso procuratore ritiene, infatti, che il tempo concesso per le nuove indagini non sia stato sufficiente, e chiede nuovamente l’archiviazione del caso. Messa in soldoni: il Pubblico Ministero prende atto che il consulente ha rilevato delle compatibilità tra la grafia dei firmatari e la grafia di un dipendente della Cgil, ma non essendo queste similitudini sufficienti ad affermare la riconducibilità delle firme alla stessa persona indagata ed essendo scaduti i termini per le nuove indagini, decide di archiviare.Ma non finisce qui. Perché il giro è ricominciato. La Filca Cisl che si sente parte lesa e vuol difendere il diritto alla trasparenza e alla legalità della rappresentanza sindacata chiede che si continui a scavare. Proprio per questo ha presentato una nuova opposizione all’archiviazione con la richiesta di andare avanti con le indagini. Anche perché nel mondo assai tribolato degli edili e nei rapporti tra sindacati, deleghe e casse che tutelano i diritti del lavoratori, le sorprese potrebbero non essere finite qui. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cigl-firme-fasulle-denunce-operai-2669292298.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="landini-usa-la-cassa-fdi-lo-sbeffeggia" data-post-id="2669292298" data-published-at="1727603466" data-use-pagination="False"> Landini usa la cassa. Fdi lo sbeffeggia Il segretario della Cgil mette in cassa integrazione i suoi dipendenti e un esponente di Fratelli d’Italia fa il «sindacalista» a difesa dei lavoratori. Sembra una vicenda un po’ paradossale ma è quello che è accaduto qualche giorno, come raccontato dal sito Open, ai 35 dipendenti di una società interamente controllata dalla Cgil di Maurizio Landini che sono stati messi «in cassa integrazione ordinaria e che saranno sospesi dal lavoro e/o lavoreranno ad orario ridotto per 12 settimane a partire dal prossimo 7 ottobre». Naturalmente, proprio come ogni cig che si rispetti, l’azienda è impegnata a «verificare la possibilità di realizzare le sospensioni dal lavoro con modalità di rotazione». Una crisi provocata soprattutto dal costo del lavoro come si legge nell’accordo siglato dai vertici della Servizi e tutela srl di Perugia, della Cgil, e guidata dal presidente Vincenzo Sgalla, che fino a poco più di un anno fa era anche il segretario della Cgil in Umbria: «L’aumento dei salari, a seguito del rinnovo del contratto commercio, ha determinato l’esigenza di una rivisitazione dei costi». A sostegno dei cassintegrati Cgil, ieri è sceso in campo il capogruppo di FdI alla Camera dei deputati, Tommaso Foti che, non senza un pizzico d’ironia, ha commentato: «È con piena convinzione che esprimiamo la nostra vicinanza ai dipendenti della società di Perugia controllata al 100% dalla Cgil messi in cassa integrazione, udite udite, proprio dal segretario generale del sindacato, Maurizio Landini. Per la prima volta ci sentiamo di usare le sue parole di fuoco che puntualmente spende contro il governo Meloni invitando a una mobilitazione dal retrogusto di sommossa: “...non abbiamo la pazienza di stare ancora a vedere come va a finire. Noi abbiamo bisogno, assieme a tutte le categorie se necessario, anche di mobilitarci e di scendere in piazza per difendere il lavoro...”. In una sorta di dottor Jekyll e Mr. Landini, di giorno paladino degli operai e di notte “padrone” spietato, siamo di fronte al capovolgimento dei ruoli in base alla convenienza. Ora siamo noi a esprimere solidarietà ai 35 dipendenti che subiranno la rotazione per 12 settimane imposta da chi non perde occasione per screditare le politiche economiche del centrodestra. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, caro Landini, e attenzione a razzolare meglio dopo aver predicato malissimo». E pensare che soltanto un anno fa, prima della manifestazione del 6 maggio a Bologna, Landini incitava il popolo della sinistra a mandare «un chiaro messaggio al governo» sostenendo che «l’aumento dei salari non è che l’inizio di un percorso di lotta che dovremo proseguire fino al raggiungimento dei nostri obiettivi». Quali, la cig? Sì perché il segretario della Cgil, da sindacalista, ha ottenuto un buon rinnovo del contratto del commercio, con cui sono inquadrati i suoi dipendenti di Perugia, poi da imprenditore è arrivato a firmare la cassa con la scusa di tutti i «padroni» che lui combatte: il costo del personale è troppo alto. Del resto la Servizi e tutela srl è una società di medie dimensioni, che fa assistenza fiscale, con 2,2 milioni di fatturato e che a fine 2023 ha registrato un piccolo utile di 16.389 euro tanto che nel verbale di accordo si spiega che quest’anno i contribuenti umbri non hanno usufruito della società della Cgil per farsi assistere nelle loro dichiarazioni dei redditi o nelle pratiche fiscali e che «in proiezione in questi ultimi tre mesi dell’anno 2024 le pratiche che si andranno ad elaborare non consentiranno di coprire le ore di lavoro di tutto il personale». A questo punto la Cgil promette una piccola riqualificazione aprendo la «caccia» a badanti, eredi e partite Iva: «La possibile ripresa nel medio periodo grazie all’incremento dei servizi prestati in particolare modo nei settori delle successioni e della gestione del personale domestico e delle partite Iva forfettarie».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».