2021-07-20
I falchi delle chiusure spingono per il pass. Ora rischiano grosso baristi e ristoratori
Walter Ricciardi e Sandra Zampa (Ansa)
Spinta per bus e supermercati. Patrizio Bianchi apre all'obbligo di siero a scuola. Ipotesi folle: si va in giallo con intensive occupate al 5%.Sarà una road map complessa, quella di avvicinamento al Consiglio dei ministri che probabilmente domani dovrà licenziare il nuovo decreto con i nuovi obblighi relativi al green pass. Una lunga e fitta sequenza di riunioni in cui, però, andando a stringere i termini della questione saranno sempre gli stessi, da quando è scoppiata la pandemia: da una parte gli estremisti del rigore e della pulsione da chiusura, dall'altra i moderati e i latori delle istanze delle categorie di lavoratori toccate più da vicino dai provvedimenti in ballo. Questa volta, sul tavolo c'è l'estensione dell'utilizzo obbligatorio del green pass vaccinale per accedere a una serie di eventi, luoghi e attività, dettata dall'esigenza di contenere la diffusione della variante delta e della conseguente risalita dei contagi. Dato per scontato l'accordo generale tra le varie anime della maggioranza e scienziati sulla necessità di prevedere l'obbligo del green pass per luoghi ed eventi ad alto tasso di assembramento (come concerti, eventi sportivi e manifestazioni), la gran parte dei motivi di discordia si annidano sull'obbligo vaccinale per lavoratori statali e scolastici, e soprattutto per l'accesso a bar e ristoranti al chiuso. Dagli esiti della riunione del Cts e del documento che ne è scaturito, e che farà da preludio alla cabina di regia che dovrebbe tenersi domani, l'orientamento degli scienziati è abbastanza chiaro e, come nei mesi precedenti, si sta saldando all'ala «rigorista» della maggioranza. Il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, e il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, infatti, sono tornati all'attacco caldeggiando un'applicazione molto estensiva dell'obbligo del green pass, che preveda il suo utilizzo, oltre che per luoghi ed eventi ad alto tasso di assembramento, anche per trasporti pubblici come bus e metro e per bar e ristoranti al chiuso. Con loro si è già schierata l'ex sottosegretario e ora responsabile Salute del Pd, Sandra Zampa, che non paga di quanto indicato dai citati scienziati propone l'obbligo vaccinale anche per fare la spesa al supermercato. Tornando alle tappe di avvicinamento alla riunione del governo, al documento del Cts e agli esiti dell'imminente cabina di regia faranno da contraltare le conclusioni della riunione della conferenza delle Regioni, che si riunirà oggi e a sua volta si coordinerà con le rappresentanze di province e città metropolitane, per poi ritrovarsi, come da prassi, allo stesso tavolo con il governo nella conferenza Stato-Regioni. In quest'ultima occasione, a ridosso del Consiglio dei ministri (domani alle 14.15), si cercherà di trovare una mediazione, in parallelo con le trattative a livello politico, alla questione più scottante, e cioè quella che investe bar e ristoranti al chiuso, i cui gestori sono terrorizzati e infuriati al tempo stesso dalla prospettiva di una norma che di fatto li porterebbe a una nuova chiusura mascherata, dopo le timide riaperture di questo scorcio d'annata. Su questo punto, stando ai bene informati, preso atto delle distanze in maggioranza con la netta contrarietà del leader leghista Matteo Salvini, starebbe conducendo la mediazione il premier Mario Draghi in persona, per il quale non si esclude un messaggio alla nazione per annunciare di persona le nuove misure. Le quali, dovrebbero investire bar e ristoranti al chiuso con una gradualità legata al numero dei contagi delle diverse Regioni. O meglio, alla pressione sulle strutture ospedaliere, secondo una variazone dei parametri che sarà introdotta nel nuovo decreto. Le percentuali che stanno circolando nelle ultime ore, però, sembrano andare nella direzione dei «rigoristi», dato che si parla di zona gialla in caso di occupazione delle terapie intensive superiore al 5% dei posti letto a disposizione e dei reparti ordinari superiore al 10%.Se tutte queste anticipazioni verranno confermate dai fatti, si pone la questione non secondaria dei controlli: baristi e ristoratori saranno in grado di controllare, sostituendosi alle forze dell'ordine, chi è in possesso del green pass e chi no, e smascherare eventuali falsi? E che dire del paradosso che vedrà le forze di polizia, non soggette a obbligo di vaccinazione e quindi in più di un caso non coperte, sanzionare i trasgressori dell'obbligo di vaccinazione? Nel fronte del buonsenso, dopo Giancarlo Giorgetti, che ha ammonito sulla necessità che il green pass non vada a incidere sui diritti, sembra volersi posizionare anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che ha evidenziato l'oggettiva difficoltà di prevedere l'obbligo di vaccinazione per gli insegnanti, preferendo appellarsi a un'opera di sensibilizzazione sull'importanza del vaccino e anticipando che questa norma non sarà contenuta nel decreto. Il diretto interessato, vale a dire il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, preferisce glissare, trincerandosi dietro un «deciderà il Cdm» e non esprimendo il proprio parere, mentre per le discoteche, a quanto pare, si sta conducendo una discussione a parte, che non prescinde dall'obbligo del green pass, ma che si sta svolgendo attorno alla percentuale di apertura al pubblico da concedere, sulla falsariga di quanto fatto per gli stadi di calcio in occasione degli Europei, e che verosimilmente verrà fatto per il prossimo campionato.