2021-07-18
Caos per la scadenza del green pass. Servirà la terza dose per il rinnovo?
Il vincolo dei 270 giorni impone una riorganizzazione della campagna di somministrazione delle fiale. Ma gli enti sanitari internazionali frenano sul richiamo. E così si rischia di avere patentini fuori corso.Rappresaglia di restrizioni tra la Francia e l'Inghilterra anche per chi è già inoculato. Per difendere il turismo di casa, Parigi inserisce nella black list pure Grecia e Cipro.Lo speciale contiene due articoli.Duecentosettanta giorni è la durata del green pass in Italia, ma cosa succederà quando scadrà il termine burocratico previsto? Una domanda che tra qualche mese ossessionerà non poche persone, tra cui proprio il personale sanitario e i soggetti più fragili che sono stati i primi ad essere vaccinati. Se infatti si pensa che gli iniziali cicli sono stati portati a termine verso marzo 2021, dato che la durata del green pass è di 9 mesi, verso dicembre di quest'anno molte persone si vedranno scaduto il certificato verde. E dunque cosa accadrà? Dovranno farsi un tampone (a loro spese) per muoversi liberamente o saranno confinate in casa? Ad oggi non si ha ancora una risposta. Ma si sa che anche l'Italia sta pensando di seguire l'esempio di diversi Paesi europei estendendo l'uso del green pass. In Catalogna (Spagna), per esempio, c'è l'obbligo di esibire il certificato verde per poter accedere a qualunque evento all'aperto con più di 500 persone, il Portogallo ha deciso di obbligare i ristoratori a chiedere i certificati vaccinali per far sedere i clienti, in Grecia per accedere a siti culturali, bar e ristoranti si dovrà esibire il green pass e a Cipro l'ingresso in bar, pub, hotel e ristoranti è permesso solo a chi è vaccinato. Ma non solo, perché anche la Danimarca ha deciso di chiedere il certificato per accedere a ristoranti, musei, cinema, teatri e parrucchieri. Stessa decisione presa anche da Lituania, Lettonia (con l'aggiunta della palestra), Austria, Irlanda e Francia. Insomma, si sta sempre di più andando verso un uso esteso del green pass per prendere parte alla socialità. Se dunque anche l'Italia decidesse di seguire questa strada la valenza dei 270 giorni diventerebbe ancor più un problema cruciale. Anche perché da dicembre diverse persone potrebbero non riuscire a bere nemmeno un caffè in un bar, dato che hanno il certificato verde scaduto. Da sottolineare che la valenza dei 270 giorni è un termine squisitamente burocratico dato che, secondo gli ultimi studi, la durata dei vaccini potrebbe oscillare dai 9 ai 12 mesi. E dunque ci si troverebbe nella situazione surreale di essere (con molta probabilità) ancora coperti dal vaccino, ma allo stesso tempo, allontanati dai luoghi pubblici per via di un vincolo burocratico. E a farne le spese sarebbero proprio i più fragili (pazienti delle Rsa in primis) e il personale medico, dato che sono stati i primi vaccinati contro il Covid. Da tenere d'occhio anche la «seconda fascia» che riguarda tutti i pazienti fragili vaccinati in un secondo tempo, e tendenzialmente questi hanno completato il ciclo verso maggio. In questo caso per loro la scadenza del green pass è fissata a gennaio 2022. Collegato al tema certificato verde c'è però anche tutta la questione della terza dose vaccinale, prevista per l'autunno. Ora, nel caso in cui la si dovesse introdurre, al momento della somministrazione verrebbe rilasciato un nuovo green pass, e dunque si avrebbero altri 270 giorni di autonomia. Ma il vero problema è che non si sa se sarà necessaria e quando. Secondo l'European medicines agency (Ema) al momento è ancora troppo presto per confermare o meno la necessità di una terza dose. Sulla stessa linea di pensiero c'è anche l'European centre for disease prevention and control (Ecdc) che sottolinea come al momento non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne vaccinali e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dei vaccini, considerando anche la diffusione delle varianti. Si uniscono al coro anche la Food and drug administration (Fda) e il Centers for disease control and prevention americano (Cdc) secondo le quali non è necessario un terzo richiamo. Dall'altra parte c'è però Pfizer che ad agosto inizierà un trial su 10.000 soggetti dato che la proteina è leggermente modificata sulla base delle varianti. Sicuramente lo studio potrà dare nuovi dati, ma il dubbio continuerà a rimanere dato che si è in un campo non ancora del tutto conosciuto. Da non sottovalutare anche il problema logistico. Cioè, nel caso in cui si capisse che effettivamente contro le varianti la terza dose è necessaria per avere una maggiore protezione, bisognerà lavorare su come organizzare la distribuzione alla popolazione. Si useranno ancora i centri sfruttati per il primo ciclo vaccinale? Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, il 18 giugno ha scritto un tweet dove sottolineava come è stato «presentato a governo e commissario straordinario emergenza Covid-19 un piano lombardo per gli eventuali richiami in autunno-inverno, con un nuovo modello organizzativo che non sarà basato più sui centri massivi ma su piccoli centri, sui medici di famiglia, su aziende e farmacie». Anche qua bisognerà capire se effettivamente tutti questi soggetti saranno pronti e con le giuste capacità a far fronte al terzo richiamo o prevarrà la disorganizzazione e il caos fino alla fine. E visti i precedenti le premesse non sono delle migliori.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/caos-scadenza-greenpass-terza-dose-2653815385.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="guerra-dei-tamponi-lungo-la-manica" data-post-id="2653815385" data-published-at="1626569647" data-use-pagination="False"> Guerra dei tamponi lungo la Manica Il governo di Sua Maestà vuole evitare di importate dall'estero dei nuovi casi di Covid, per questo Boris Johnson ha deciso di imporre la quarantena ai passeggeri in arrivo dalla Francia, anche se completamente vaccinati. In pratica i nuovi arrivati - cittadini britannici o meno - saranno obbligati ad isolarsi per dieci giorni dopo aver messo piede al di là della Manica. Alle stesse persone verrà anche imposto l'obbligo di effettuare due tamponi: due e otto giorni dopo l'arrivo. I viaggiatori potranno anche effettuare un test cinque giorni dopo l'ingresso nel Regno Unito. In caso di risultato negativo, potranno interrompere la quarantena. La decisione presa dal governo britannico non è piaciuta a Parigi, così il primo ministro francese, Jean Castex, ha inserito il Regno Unito nella lista dei Paesi per i quali le autorità transalpine impongono restrizioni importanti. In pratica, dalla mezzanotte scorsa, i passeggeri non completamente vaccinati in arrivo da Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Grecia, Paesi Bassi e Cipro, dovranno presentare un tampone negativo realizzato non più di 24 ore prima della partenza. Se si considera la tempistica delle decisioni prese dagli esecutivi di Londra e Parigi, si potrebbe pensare che rispondano a motivazioni politiche oltre che sanitarie. È come se la Francia avesse deciso di rispondere pan per focaccia alla Perfida Albione. Tuttavia va ricordato che, in Francia, alcuni dipartimenti come quelli al confine con la Spagna, registrano un esplosione di casi e alcune località balneari hanno reintrodotto l'obbligo della mascherina all'esterno e il coprifuoco. Anche al di là della Manica, la variante Delta ha fatto impennare il numero dei casi di Covid. Qualche motivazione economica potrebbe invece accompagnare le misure restrittive adottate nei confronti degli altri Paesi. Se è vero che Spagna e Portogallo erano da giorni sorvegliati speciali, l'aggiunta alla lista stilata da Parigi, della Grecia e di Cipro potrebbe rispondere ad altre esigenze. Dopo tutto una delle priorità del governo francese è di salvare la stagione estiva. Quindi, essendo più difficile tornare in Francia per i viaggiatori provenienti da Atene o Nicosia, qualche turista transalpino potrebbe decidere di trascorrere le proprie vacanze in patria. Con le ultime decisioni prese dal suo governo, Emmanuel Macron non ha irritato solo i suoi vicini britannici ma è riuscito nell'impresa di resuscitare i gilet gialli. Per il secondo sabato consecutivo, ieri si sono svolte varie manifestazioni a Parigi e in altre città francesi contro l'estensione del green pass e la vaccinazione obbligatoria del personale sanitario. Tra le migliaia di manifestanti scesi in piazza non c'erano solamente i cosiddetti no vax ma anche tanti cittadini che non sono contrari ai vaccini ma solo all'obbligo di riceverli. Molti non dubitano dell'efficacia di questi rimedi per varie patologie ma restano riservati sul siero creato per combattere il Covid. Una buona parte dei francesi quindi, non è affatto entusiasta della strategia annunciata da Macron nel discorso di lunedì scorso. Vari collettivi di dipendenti del settore sanitario hanno annunciato ricorsi contro la vaccinazione obbligatoria di medici e paramedici. Ricorsi che saranno preparati non appena si conoscerà il contenuto della legge annunciata dal capo dello Stato transalpino. Va ricordato anche che come ha fatto notare alla Verità una fonte del Collectif Inter Urgences «se in primavera, l'approvvigionamento delle dosi fosse stata gestita meglio dal governo di Parigi, sarebbe stato possibile accelerare la vaccinazione evitando così di arrivare all'imposizione del siero al personale sanitario».
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Emmanuel Macron (Getty Images)
Una missione neppure troppo rischiosa né complicata, un’arma rivoluzionaria e un codice misterioso. Questa è la storia di Celestial Eagle.