2021-07-14
Trucco per rendere i vaccini obbligatori: senza il green pass si resta ai domiciliari
Tecnici e politici inseguono Parigi: locali e mezzi vietati a chi non ha il certificato. Francesco Paolo Figliuolo: «Così convinciamo i riottosi».Le pessime idee sono come un virus. E contagiano a ritmi da variante Delta. Nemmeno 24 ore dopo che il presidente francese, Emmanuel Macron, aveva imposto il vaccino ai sanitari e il green pass a chi desidererà entrare negli esercizi commerciali o sui mezzi pubblici, al di qua delle Alpi avevano già raccolto l'assist francese. È la strada più facile per introdurre clandestinamente l'obbligo d'immunizzarsi: anziché una legge che ti costringe a sottoporti all'iniezione (e che solleverebbe dilemmi di costituzionalità, oltre a esporre lo Stato a ricorsi e richieste di risarcimento per eventuali effetti collaterali), si trasforma il certificato verde nel requisito per accedere a bar, ristoranti, negozi, teatri, treni, autobus, aerei. Insomma, per vivere. Così, fingi di rispettare la libertà di scelta, ma chiedi alle persone di scegliere: o il vaccino, o il lockdown. I tamponi è inutile considerarli: andrebbero fatti - e pagati - praticamente ogni due giorni. E poi, Fabio Ciciliano, del Cts, già propone di legare il certificato verde solo alla doppia dose di farmaco o alla guarigione dal Covid.Il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato esplicito: «Concordo con Macron sul fatto che la vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità. Per convincere gli ultimi irriducibili, utilizzare il green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione. Potrebbe essere anche una spinta per la vaccinazione». Una spinta? Semmai, un'entrata a gamba tesa. Dà il placet anche il consigliere di Roberto Speranza, Walter Ricciardi. La scusa è che un milione di francesi ha prenotato la punturina dopo l'annuncio del presidente. Chi si sorprende, non conosce un aneddoto del filosofo David Hume: l'uomo tratto su una nave mentre è privo di sensi, al quale poi viene domandato se preferisce buttarsi in mare o mettersi agli ordini del capitano. Consenso, sì, ma estorto.Il ministero della Salute fa sapere che «sono in corso valutazioni complessive su tutti gli aspetti di controllo della pandemia» e che «l'utilizzo del green pass è uno di questi». Nel frattempo, entrano tutti in pressing: scienziati e politici. Roberto Burioni deride «quelli che “le maniere forti non funzionano, bisogna convincere"». Tra essi, c'è la nota No vax Angela Merkel, che ha già chiarito di non voler battere la strada francese. Matteo Bassetti sfrutta gli Europei: «Nella gestione della pandemia e del green pass non ci saremmo nemmeno qualificati». L'immunologo Mauro Minelli spiega che la libertà di scelta è «oramai davvero fuori logica». L'igienista Fabrizio Pregliasco definisce quella dell'Eliseo una «bella idea, quindi ben venga anche da noi». Massimo Ciccozzi, del Campus Bio Medico di Roma, conferma che una soluzione alla Macron sarebbe «l'elemento per facilitare un'adesione al vaccino». Entusiasmi bipartisan dai rappresentanti del popolo. Luca Zaia si preoccupa solo dell'uniformità normativa. E prende l'esempio della Baviera, dove, «se vai a prendere il caffè al bar, ti devi registrare su un modulo». La dem Alessia Morani si sbilancia nell'elogio dei transalpini: «Dobbiamo farlo anche in Italia: questo provvedimento è ineludibile, se vogliamo sconfiggere davvero la pandemia. Green pass per tutte le attività che prevedono la socialità». La senatrice forzista Licia Ronzulli rivendica di essere stata la prima a proporre «l'obbligo vaccinale per i sanitari [...]. Oggi dico che bisogna estendere l'uso del green pass anche per accedere a luoghi in cui gli assembramenti sono inevitabili». Attilio Fontana, il governatore lombardo, ricorda le «problematiche» legate alla privacy, ma assicura che «saremo sicuramente favorevoli a una misura di questo genere», perché «la nostra campagna vaccinale sta andando molto bene». Se va bene, che bisogno c'è dell'imposizione surrettizia? Lieto di imitare Macron sarebbe anche Vincenzo De Luca. Il sindacalista Marco Bentivogli freme: «Cosa aspettiamo» a fare come monsieur le président? Rare le voci critiche: Giorgia Meloni legge la decisione di Parigi come «un ultimo passo verso una società orwelliana». Matteo Salvini è lapidario: «Vaccino, tampone o green pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo». Piccato il leghista Claudio Borghi: «Vedo piccoli nazistelli spuntare come funghi». Intanto, l'esecutivo pensa al rinnovo per tre mesi dello stato d'emergenza, che doveva scadere a fine luglio.E l'Ue? Glissa. Il regolamento sul green pass proibisce di discriminare chi non si vaccina. Quanto all'obbligatorietà, però, la Commissione ribadisce che «ogni decisione spetta ai governi nazionali». Prova a scuotere Bruxelles Vincenzo Sofo, eurodeputato di Fdi, con un'interrogazione in cui denuncia che le misure annunciate dal presidente francese e salutate con giubilo da Figliuolo, violano «il principio di non discriminazione, più volte assicurato dalla stessa Commissione europea ed esplicitato nel regolamento sul green pass». Una volta si sarebbe detto: ce lo chiede l'Europa...
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
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