2021-07-19
Retromarcia sul green pass. Giorgetti: così è pericoloso
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Il ministro leghista, vicinissimo a Mario Draghi, frena: «La card vaccinale va bene per le discoteche e gli stadi, ma è una forzatura vincolarla ai diritti di cittadinanza». Si inizia a ragionare su rischi e danni economiciContenere i contagi, certamente. Ma allo stesso tempo contenere la frenesia revanscista dei «rigoristi» del Covid che, quando ancora i dati delle ospedalizzazioni non presentano aumenti preoccupanti, stanno nuovamente dando fiato alle trombe per caldeggiare il ritorno della mannaia della chiusura generalizzata. Giancarlo Giorgetti, che è uomo di riconosciuto equilibrio e pragmatismo, prova a dare una mano a Mario Draghi nella ricerca di un buonsenso che in maggioranza, di fronte al diffondersi della variante Delta, sembra in procinto di svanire per far posto alla coercizione.E così il ministro leghista dello Sviluppo economico, conscio dei danni che un nuovo lockdown o una dittatura del green pass alla francese potrebbe generare, ha tentato di tracciare una linea sulla quale tutte le componenti di maggioranza possano riconoscersi senza dare la stura all'ennesima caccia alle streghe: «Il green pass», ha affermato Giorgetti, «è utile da usare in alcune situazioni, come per lo svago. Diventa pericoloso se lo associamo ai diritti delle persone». Un principio su cui, in una situazione normale, nessuno faticherebbe a convenire, ma che nell'Italia dell'era Covid paradossalmente ha bisogno di essere sostenuto con forza per avere la chance di prevalere nella partita che in questi giorni si sta giocando (sulla pelle di milioni di lavoratori già stremati dalle due scorse stagioni di chiusure) in vista del nuovo decreto.Che dovrebbe vedere la luce tra giovedì e venerdì, dopo il pronunciamento del Cts che arriverà entro domani e la cabina di regia che si terrà lo stesso giorno. Contemporaneamente, si svolgerà quel delicato lavoro di mediazione tra i partiti che sostengono il governo che, come si è visto, Giorgetti ha cercato di mettere sul binario giusto. Al centro del contendere, come è noto, l'estensione dell'obbligatorietà del green pass, con le due anime della maggioranza che, finita idealmente la tregua d'inizio estate con il trionfo azzurro a Wembley e relativi festeggiamenti, hanno ripreso a polemizzare. C'è infatti chi vorrebbe prevedere l'obbligo del green pass non solo per l'accesso a luoghi e ad attività ad alto rischio di assembramenti (come ad esempio discoteche, concerti, ricevimenti e simili) ma anche per l'esercizio del proprio lavoro. In cima ai pensieri di costoro ci sarebbero i dipendenti statali e gli insegnanti, che andrebbero così a fare compagnia agli operatori sanitari nelle categorie sotto obbligo di vaccinazione. Un'ipotesi che una parte della maggioranza (in particolare la Lega) non vede di buon occhio, così come non c'è accordo sui luoghi e sulle attività per accedere ai quali bisognerà essere provvisti del green pass. A fronte di un generale accordo sulla necessità del green pass per i grandi eventi sportivi o musicali o le manifestazioni, Matteo Salvini sta dissuadendo le altre forze della maggioranza dall'andare fino in fondo, tra le altre cose, sull'ipotesi di associare il green pass obbligatorio ai bar e ai ristoranti al chiuso, ribadendo la propria contrarietà e quella del Carroccio all'obbligatorietà per insegnanti e studenti. «Pensare di inseguire chi va a prendere un cappuccino o a mangiarsi una pizza», ha affermato Salvini , «assolutamente no. Anche perché tutti i ragazzi di 15, 20, 30 o 40 anni non avranno mai la seconda dose prima dell'autunno. Quindi significa rovinare la vita e l'estate a persone che anche se venissero contagiate non rischierebbero la morte o il ricovero in ospedale. Non si tratta di essere no vax», ha aggiunto, «il vaccino serve, salva le vite, ma da qui a parlare di vaccino obbligatorio per gli studenti ce ne passa». Anche perché il decreto in procinto di essere licenziato dal governo contiene un giro di vite sulle sanzioni, che quindi potrebbero andare a concentrarsi sulle fasce più giovani della popolazione, colpendo paradossalmente non chi non si è vaccinato pur rientrando tra le fasce di età già chiamate alla somministrazione, ma quelli per cui faticano ad arrivare le dosi: «Non bisogna multare i ragazzi, 400 euro per chi va a mangiare la pizza. Il green pass sarebbe il casino totale, per avere la seconda dose di vaccino, che serve per avere il via libera, tutti quelli che sono sotto i 40 anni dovrebbero aspettare ottobre e così rovina l'estate a chi gestisce spiagge e discoteche».Sul tema si è espresso anche Francesco Lollobrigida (Fdi), che ha detto: «Non consiglierei a nessuno sotto i 40 anni di fare il vaccino perché la letalità è inesistente», finendo travolto dalle polemiche per aver messo in dubbio l'obbligo: «Chi si vaccina sotto i 40 anni compie un atto di generosità, obbligare a vaccinarsi non è degno di uno Stato liberale».In attesa che le trattative arrivino alla fase decisiva e dei nuovi dati relativi alla pressione sulle strutture sanitarie, circolano ipotesi su un possibile punto di caduta in base al quale il green pass sarebbe obbligatorio solo per gli eventi ad alto rischio assembramenti, mentre si introdurrebbe per bar e ristoranti al chiuso solo nelle Regioni con un significativo aumento dei ricoveri. Resta però aperto il nodo statali e insegnanti, su cui la mediazione appare più difficile
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.