2022-09-30
Le Chiese Evangeliche chiedono l'attenzione delle istituzioni
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Un momento della tavola rotonda di Milano promossa dalla Scai.
La questione dibattuta durante la tavola rotonda dalla Scuola Cristiana di Apologetica è di fondamentale importanza: la libertà religiosa nella società occidentale e il rapporto con l’Islam europeo. In uno dei più prestigiosi simboli storici di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II, si è tenuto sabato 24 settembre 2022 il primo incontro promosso dalla Scai (Scuola Cristiana di Apologetica e Islamismo). Nella cornice della storica libreria Rizzoli, quella che potrebbe essere considerata una conferenza su temi interreligiosi come tante altre, è emerso un tema fondamentale alla luce dell’attuale situazione geopolitica globale, che si può sintetizzare nello sforzo promosso ormai da decenni dalle Chiese Evangeliche per richiamare l’attenzione delle istituzioni (italiane ed europee) su tutti quelle carenze e restrizioni tecniche che ostacolano la via alla comprensione e alla tolleranza religiosa. Le voci intervenute per rinnovare l’appello e amplificare il messaggio promosso dalla scuola Scai sono state diverse e prestigiose. A partire dal discorso di Paul Diamond, avvocato britannico di Cambridge con una lunga esperienza tra Bruxelles, Lussemburgo e Camera dei Lord. La testimonianza del professore inglese ha rimarcato, con il supporto della cronaca recente, la necessità di un intervento a brevissimo termine data la situazione particolarmente difficile nel Regno Unito. Preoccupazioni condivise anche da un’altro ospite, il senatore Lucio Malan (Fdi) che da anni è impegnato a Palazzo Madama per la libertà di espressione e coscienza religiose. La parte di analisi storica e giuridica sulla libertà religiosa in Italia è stata invece affrontata dal presidente dell’Alleanza evangelica italiana Giacomo Ciccone e dall’avvocato Damaris Marletta. Il professor Francesco Maggio, fondatore della Scai e grande esperto internazionale di islamistica, ha richiamato i contenuti di un testo-guida nel campo dei rapporti giuridico-sociali in tema di tolleranza religiosa, la «Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo nell’Islam» del 1981. Da questo trattato si evince come le regole ed i principi in esso contenuti si applichino esclusivamente al mondo islamico, aspetto che pone un importante problema di comunicazione e interazione con un altro trattato storico, la «Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo» del 1949 che, a differenza del testo islamico, prescinde dal credo religioso. Il corto circuito di intercomunicabilità tra le due dichiarazioni in tema di diritti universali e religiosi, ha spiegato il prof. Maggio, è superabile anzitutto in termini di apertura. «Non bisogna temere - ha dichiarato il fondatore della Scuola Cristiana di Apologetica e Islamismo - i musulmani, ma il nostro compito è lavorare per garantire a tutti il diritto alla libertà religiosa, nonostante i non-musulmani europei siano etichettati dalla società islamica come kufr, ossia infedeli». Ecco perché, in un contesto estremamente delicato come quello attuale, un progetto a lungo termine supportato dalle istituzioni europee ed italiane risulta di fondamentale importanza anche per quei musulmani alla ricerca costante della Verità. L’appuntamento con la Scai è per ottobre, con l’inaugurazione del primo anno accademico dedicato alla comunicazione antropologica del messaggio cristiano. Rivolto, in particolare, ai musulmani europei.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)