Si parte dopo Natale con sanitari e Rsa. La Campania protesta: «A noi poche dosi». Walter Ricciardi preme sull'Aifa: «Dia l'ok subito dopo l'Ema». E Domenico Arcuri proroga il bando per siringhe e aghi: un favore ai produttori cinesi?
Si parte dopo Natale con sanitari e Rsa. La Campania protesta: «A noi poche dosi». Walter Ricciardi preme sull'Aifa: «Dia l'ok subito dopo l'Ema». E Domenico Arcuri proroga il bando per siringhe e aghi: un favore ai produttori cinesi?Ci siamo. Forse. La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al piano vaccini presentato da Domenico Arcuri. Ma il solito Vincenzo De Luca s'è messo di traverso, esprimendo una «netta contrarietà» al criterio di ripartizione delle dosi, «non commisurato» al fabbisogno della Regione. Peraltro, di dosi, a esser precisi, non ne abbiamo manco una. Tutto è appeso all'Ema, prima, e all'Aifa, poi, le agenzie del farmaco europea e italiana, che dovranno dare l'ok all'immunizzante prodotto da Pfizer. Quello che va conservato a -70 gradi e sul quale la Gran Bretagna, la prima a somministrarlo, ha già fissato dei caveat: niente farmaco a minori di 16 anni, donne incinte o che allattano, né a chi soffre di allergie. A ogni modo, è indubbio che un'efficace campagna di distribuzione sarà la prima vera contromossa che il genere umano attuerà per fermare il Sars-Cov-2. Ed è stata proprio la fuga in avanti di Regno Unito e Usa, probabilmente, a convincere l'Ema ad anticipare al 21 dicembre il nulla osta, e a indurre i nostri tecnici di governo a premere sull'Aifa, affinché si limiti sostanzialmente a un passaggio formale. L'ha fatto in modo più velato Arcuri, che ieri assicurava una validazione «pressoché immediata» da parte dell'authority italiana. L'ha fatto in modo più esplicito il consulente del ministero della Sanità, Walter Ricciardi, che ha parlato a nuora (La Stampa) affinché suocera (il nuovo presidente dell'Agenzia, Giorgio Palù) intendesse: «Dopo l'ok dell'Ema, le agenzie nazionali approveranno rapidamente», così che «entro 24-72 ore» dal via libera dell'ente europeo, «si potrà iniziare a vaccinare». Secondo il commissario straordinario, la somministrazione di massa partirà «nei primi giorni di gennaio», anche se i «pionieri» potrebbero ricevere il farmaco subito dopo Natale. Ieri, la sua struttura ha inviato alle Regioni, che gli avevano fatto pervenire i fabbisogni per la prima tranche del rimedio anti Covid, un «libretto delle istruzioni». Entro questa settimana, dovranno essere comunicate le indicazioni per la procedura d'inoculazione. Il primo lotto consterà di 1.833.975 dosi, suddivise per Regioni: la più fornita sarà la popolosa Lombardia, con 304.955 unità di Pfizer, mentre alla Valle d'Aosta ne basteranno 3.334. Ed è su questo punto che De Luca, cui andrebbero 135.890 dosi, rimbrotta Arcuri e Francesco Boccia, il ministro per le Autonomie del suo stesso partito.Quanto all'ordine delle priorità, chi lavora negli ospedali pubblici e privati (anche se è previsto che si sottoporrà al trattamento il 90 e non il 100% degli operatori), insieme a dipendenti e ospiti delle Rsa, sarà destinatario della prima ondata - stavolta, benaugurante. In seguito, arriveranno altre 2.507.700 dosi: serviranno per un richiamo dei già vaccinati e per un primo trattamento dei cittadini più fragili. Alcune Regioni, come l'Abruzzo, hanno predisposto una piattaforma telematica per raccogliere le adesioni volontarie, da formalizzare entro venerdì. La piattaforma resterà attiva fino al 31 dicembre.Boccia, evidentemente dribblando il malcontento di De Luca, ha elogiato il lavoro svolto dai governatori e da Arcuri. Roberto Speranza si è lasciato andare a uno spiraglio di ottimismo: «È una buona notizia», anche se «ci vogliono cautela e prudenza nei prossimi mesi». Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha sottolineato che (per ora) non sono previsti «obblighi di alcun tipo». Trapela molto entusiasmo da Roberto Burioni, che però ripone le sue aspettative nel vaccino di Moderna: «Sembra bloccare la trasmissione virale. I dati preliminari sono molto incoraggianti, se saranno confermati il virus è finito». Ce lo auguriamo, perché finora, nel bene e nel male, su certi dettagli i produttori sono andati a tentoni: Astrazeneca ha indovinato il dosaggio giusto per sbaglio; e Sanofi, che ha registrato problemi nelle sperimentazioni, farà slittare la consegna a fine 2021 (per l'Italia, significa una penuria di 40 milioni di dosi). Per conferire all'avvio della campagna un'aura di solennità, i piani alti pensano a una sorta di V-day: «Noi 27» Stati membri dell'Ue, ha esortato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, «iniziamo lo stesso giorno». Arcuri s'è inventato gli stand a forma di primula dell'archistar Stefano Boeri, da disseminare nelle piazze d'Italia per «attirare» i vaccinandi. Una trovata liquidata quasi subito dall'epidemiologa Stefania Salmaso, per la quale sono invece necessari «centri vaccini attrezzati» (tanto più alla luce dei requisiti di conservazione richiesti da Pfizer). In più, c'è la gatta da pelare del personale: in totale, urgono 3.000 laureati in medicina e 12.000 infermieri. Ma nel piano di Arcuri, per il fabbisogno del primo lotto di vaccinazioni, si parla ancora di «indagine in corso». Ieri, sul sito di Invitalia, è stato attivato il portale per i professionisti che «vogliono contribuire» alla campagna. Com'è ovvio, anche un piccolo ritardo avrebbe enormi ripercussioni. E come pagheranno le giovani reclute? Martedì, gli specializzandi hanno protestato: «Ci sfruttano come medici ma ci liquidano come studenti». Il loro «contributo», infatti, dovrebbe essere ricompensato in crediti universitari. La solita farsa di un Paese ebbro di retorica giovanilista, che poi pretende di sopperire alle proprie lacune con carità e volontariato. Nel frattempo, a proposito di intoppi e rinvii, Arcuri, nell'ambito della gara per siringhe e aghi, ha prorogato di tre giorni il termine di registro al repertorio dei dispositivi medici. Una trovata, insinuano i maligni, che potrebbe favorire chi non ha fatto in tempo a iscriversi. Magari dalla Cina.
Ansa
Dieci anni fa scoppiò il Dieselgate, la truffa di Volkswagen sulle emissioni scoperta dagli statunitensi, già in guerra commerciale con Berlino. Per riprendersi, l’azienda puntò sull’elettrico e ottenne il sostegno di Ursula. Ma ad approfittarne sono stati i cinesi.
Alice Weidel (Ansa)
I Maga sfidano le censure del Vecchio continente: la vice di Alice Weidel e un militante escluso dalle elezioni per sospetti sulla sua «lealtà alla Costituzione» vanno a Washington dai funzionari di Marco Rubio e di Jd Vance.
Paolo Longobardi (Getty images)
Il presidente di Unimpresa: «Va data sicurezza alle transazioni delle pmi che operano in più valute. L’Occidente imponga standard di qualità contro la concorrenza sleale».
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier si accorge soltanto ora che gli obiettivi green sono «irrealizzabili». Poi critica la burocrazia continentale: «Troppo lenta, potrebbe non riuscire a riformarsi». Il suo piano B: alcuni Stati facciano da sé.