2020-07-06
C’è ancora un rogo per Giordano Bruno ma per motivi opposti a 400 anni fa
Una statua di Giordano Bruno (Wikipedia)
Chi lo venera spesso ignora che fu antiabortista e «omofobo»: colpe che la moderna Inquisizione non potrebbe perdonargli.Scrive giustamente Matteo Trevisani, in un lungo articolo dedicato dalla Lettura del Corriere della Sera a Giordano Bruno, che la statua del Nolano in Campo de' Fiori a Roma «ancora oggi è ritenuta il simbolo perfetto dei martiri del libero pensiero». In effetti, sin dall'Ottocento, anticlericali e progressisti hanno più volte sfilato sotto le insegne di Bruno, che il film biografico di Giuliano Montaldo del 1973 (con Gian Maria Volonté protagonista) ha definitivamente innalzato a icona della sinistra contemporanea.Proprio adesso che l'iconoclastia è di gran moda, diventa ancora più interessante rilevare i fraintendimenti su cui si basa la celebrazione di Bruno quale «martire del libero pensiero» (così viene descritto anche dal Corriere). Egli viene spesso presentato come una sorta di «ribelle» che ha sempre viaggiato «in direzione ostinata e contraria». Un filosofo che si è opposto all'oscurantismo della Chiesa e che ha pagato le sue idee profondamente umanitarie con la morte sul rogo.Eppure, sfogliando la splendida biografia del Nolano firmata dal profondo conoscitore Michele Ciliberto (Il sapiente furore, appena pubblicata da Adelphi), ci si rende conto che Bruno non era affatto un antesignano del progressismo. Egli non era nemmeno, come si usa dire «in anticipo sui tempi». Nato nel 1548 e arso vivo nel 1600, Bruno fu in realtà uno degli ultimi della sua specie. Più che il profeta di un nuovo mondo svincolato dall'ottusità ecclesiastica e aperto ai bagliori dell'intelletto, fu il baluardo di una concezione antica in una civiltà che si apprestava a essere rivoluzionata dalla Ragione. Egli fu, prima di tutto, un mago. Il suo superamento di Copernico e le sue teorie sull'infinità dei mondi non gli derivavano da chissà quale apertura all'osservazione del cosmo, ma dalla padronanza di una sapienza ancestrale, dalla collocazione nella tradizione ermetica. Certo, oggi il suo pensiero può apparire di sconcertante attualità, ma non perché egli avesse anticipato il futuro, semmai perché gli odierni sacerdoti della Rivoluzione tecnologica amano bagnarsi nelle acque di un passato magico.Bruno insegnava a manipolare gli individui e le masse, praticava l'arte della memoria utile a ottenere il potere di dominare la natura e gli esseri umani. In questo senso, sì, lo possiamo considerare un precursore dei nostri liberal. E forse è anche per questo che a sinistra continuano a venerarlo.Forse molti cambierebbero idea, però, se conoscessero certe sue idee piuttosto lontane da ciò che oggi è il pensiero dominante. Rispetto al cuore del suo insegnamento - che appunto è perfettamente in linea con moltissime delle attuali tendenze culturali - si tratta di questioni tutto sommato marginali, che tuttavia potrebbero sconcertare più di un'antagonista con la passione per le statue (da abbattere).Giordano Bruno era, ad esempio, ferocemente contrario all'aborto. Nello Spaccio della bestia trionfante (pubblicato nel 1584) definisce «superflua et ingiusta» l'interruzione della gravidanza. Cosa normale, visto il momento storico, dirà qualcuno. In realtà, questa posizione dipende dall'impostazione filosofica di Bruno, e non dalle contingenze storiche. Poiché il Nolano (per andare con l'accetta) scaccia Dio dal Cielo e divinizza la natura (Dio è nelle cose, è tutto in tutto e in ogni parte), chiunque le si opponga va condannato. Scrive Ciliberto: «Con la natura occorre cooperare, senza volerla limitare o contenere con regole o usi che le sono estranei». Singolari rivolgimenti del destino: la disinvoltura con cui oggi il creato viene saccheggiato o sovvertito deriva, almeno un poco, dall'influenza che certe idee occulte hanno esercitato sulla visione del mondo progressista. Tuttavia, uno dei grandi maestri di questo esoterismo manipolatorio appare, paradossalmente, come un rigido conservatore se paragonato ai maghi odierni.Gli ammiratori del «libero pensatore», poi, potrebbero rimanere pietrificati apprendendo che, sempre in virtù della sua concezione del mondo, egli considerava quello «contro natura» il peccato più grave. Bruno glorificava il corpo, godeva dei piaceri della carne, si faceva beffe di chi scalava le vette dello spirito, e in questo è senz'altro perfetto per la nostra epoca. Ma non aveva grande stima delle donne, di cui pure amava approfittare. Ringhiava contro gli omosessuali, e non apprezzava particolarmente nemmeno gli ebrei.Sorge dunque un sospetto. E cioè che oggi Giordano Bruno verrebbe mandato facilmente al rogo esattamente come nel 1600. Ma per motivi diversi. Non sarebbe arso perché mago, eretico, panteista e occultista. Ma perché misogino e brutalmente omofobo. Ad accendere la pira, inoltre, sarebbero probabilmente gli stessi che, superficialmente, usano incensarlo come campione della libertà.
Jose Mourinho (Getty Images)