2023-02-04
Raffica di case svaligiate dalle bande. Nel 2022 rapine aumentate del 30%
L’ultima vittima è Roby Facchinetti, minacciato da banditi armati. Anche il patron della De Cecco, calciatori e influencer visitati dai ladri. Che non disdegnano neppure la gente comune. Stimato un furto ogni tre minuti.Arrivi continui a Lampedusa. Trovati otto cadaveri in un barcone soccorso. Un neonato disperso in mare. Annullato l’attracco a Pesaro della Sea eye, con a bordo 109 persone.Lo speciale contiene due articoli. Tre rapinatori incappucciati entrano in casa Facchinetti, a Bergamo, tra via Baioni e lo stadio, a caccia di oro. Pistole in pugno hanno minacciato Roby Facchinetti, la voce dei Pooh, che era in compagnia della moglie Giovanna e dei figli, e gli hanno portato via gioielli e oggetti preziosi. Il musicista, 78 anni, pensava di poter passare una domenica rilassante prima del Festival di Sanremo, quando è cominciato l’incubo. Suo figlio Francesco ieri ha sfogato tutta la sua rabbia su Instagram: «È una di quelle cose che vorresti non capitasse mai nella vita. Sono molto triste e amareggiato di come si è trasformato il nostro Paese. Avere una villa con soldi guadagnati onestamente non è una condanna. Bisogna sentirsi sicuri nel posto in cui si vive ed è una vergogna che in una Paese con la pressione fiscale superiore al 60 per cento noi non ci sentiamo sicuri». La Verità da tempo denuncia la situazione da Gotham city nella quale sono scivolate molte città italiane durante la gestione di Luciana Lamorgese al Viminale. E se il Codacons stima circa 182.000 rapine all’anno all’interno delle abitazioni private, ovvero quasi 500 al giorno e una ogni tre minuti circa (la maggior parte senza un colpevole), la Direzione centrale della polizia criminale nel suo ultimo Rapporto sulla criminalità predatoria ha calcolato 447.820 furti e 12.536 rapine in abitazioni nel 2022, rispettivamente in aumento del 29,7 per cento e del 31,8 rispetto all’anno precedente. Ed è comprensibile che Facchinetti se ne sia uscito con un «complimenti allo Stato e al governo che dalla destra alla sinistra è incapace di mantenere l’ordine e il controllo». E anche che abbia annunciato l’intenzione di trasferirsi in Svizzera: «Non voglio crescere i miei figli in un Paese dove non possono essere liberi e non possono uscire di casa». Ville di vip negli ultimi tempi ne sono state visitate parecchie. Un mese fa, per esempio, Roberta Martini, influencer, ex modella e imprenditrice milanese della moda, si è trovata in casa tre uomini, anche in questo caso con il volto coperto, mentre dormiva, a notte fonda. È stata svegliata con una mano sulla bocca e immobilizzata con delle fascette da elettricista. Bottino: gioielli, oggetti preziosi e un migliaio di euro in contanti. Esperienza simile per il calciatore del Milan Theo Hernandez. Che non era a casa, a Cassano Magnago (Varese), quando sono entrati quattro rapinatori. Sua moglie Zoe Cristofoli, modella e influencer, è stata sorpresa mentre era con il suo bimbo di sei mesi. È stata aggredita, strattonata e costretta ad aprire la cassaforte. Ha dovuto aprire la cassaforte anche Saturnino De Cecco, proprietario del famoso pastificio. A fine gennaio quattro o cinque uomini con il volto coperto sono entrati nella sua villa di Montesilvano (Pescara). L’imprenditore era in casa con la famiglia (moglie e figlia di cinque anni). I rapinatori hanno portato via gioielli e orologi di lusso. Ma le vittime vip in realtà sono solo una piccola parte. E in alcuni casi le rapine sono anche finite in tragedia. Come a Siena, dove una ottantunenne, Anna Maria Burrini, è stata rapinata e uccisa, strangolata con un laccio per le scarpe da due ucraini, uno dei quali era il suo ex inquilino. Gli anziani sono i più esposti. L’1 febbraio, a Roma, dei finti postini hanno citofonato a casa di una novantaseienne con la scusa di doverle consegnare un pacco. L’hanno malmenata, procurandole delle gravi contusioni alla testa. A Empoli, il 31 gennaio, tre malviventi con cappuccio e guanti sono entrati nell’appartamento di due coniugi di 77 e 74 anni che erano in casa insieme alla loro nipotina di sette anni. Si sono fatti aprire la cassaforte e consegnare un Rolex, alcuni anelli e 150 euro. Pochi giorni prima, il 23 gennaio, a Montespertoli era toccato a un uomo di 88 anni, che aveva sorpreso tre rapinatori mentre stavano tagliando la porta della sua cassaforte. Gli hanno spruzzato dello spray sul volto e poi bloccato sul letto. Scene da Arancia meccanica, invece, nella villa di un commerciante di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli). I rapinatori in questo caso erano otto. La banda era armata, con un accento dell’Est europeo. Dopo aver picchiato l’uomo, la moglie e i due figli, i rapinatori si sono fatti dare le combinazioni delle due casseforti e hanno portato via un Rolex, gioielli e qualche migliaio di euro in contanti. A Spello (Perugia), invece, la rapinatrice era una donna. È entrata armata di coltello a casa di una sessantenne, che le ha consegnato tutto quello che possedeva: circa 200 euro che aveva nel portafogli. Esperienza simile ad Alliste (Lecce), dove un uomo di 78 anni e la sua badante, in piena notte, il 17 gennaio, si sono ritrovati due rapinatori in casa. Avevano già forzato la porta d’ingresso, ma non erano armati. Hanno comunque minacciato l’anziano e si sono fatti consegnare il portafogli. Anche a Porto San Giorgio (Fermo) il 10 gennaio un novantunenne si è ritrovato in casa un rapinatore, al quale ha aperto la porta. Dopo essersi beccato un pugno in pieno volto, però, ha cercato di difendersi. Le urla hanno attirato i vicini, che hanno messo in fuga l’uomo, disarmato e a volto scoperto. Identificato, è stato denunciato a piede libero. È finito agli arresti domiciliari, con un permesso speciale per andare al lavoro, invece, il pluripregiudicato di Santa Lucia di Piave (Treviso) che aveva messo a segno una serie di furti violenti ai danni di anziani e del parroco di Mareno di Piave, dove ora hanno tirato un sospiro di sollievo. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/case-svaligiate-rapine-aumentate-2659371910.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="altri-sette-sbarchi-con-304-immigrati" data-post-id="2659371910" data-published-at="1675502879" data-use-pagination="False"> Altri sette sbarchi con 304 immigrati A Lampedusa riprendono gli sbarchi: in poche ore, con sette barconi, approdano in 304. A soccorrerli, al largo dell’isola, sono stati dei pattugliatori di Frontex e delle motovedette della Guardia di finanza. Uno dei natanti, di sei metri, partito da Sfax (Tunisia) con 42 persone a bordo, raggiunto in acque Sar Maltesi, trasportava anche otto cadaveri (cinque uomini e tre donne, una delle quali incinta). Due, invece, i dispersi. Un neonato di 4 mesi, secondo i superstiti, sarebbe scivolato in mare dopo la morte della madre, annegando. E sarebbe morto annegato anche un altro uomo. Ma tra i testimoni le versioni sono discordanti: c’è chi racconta che si era buttato in mare per tentare di salvare il piccolo e chi invece sostiene che è caduto in acqua dopo aver perso i sensi. Gli sbarcati hanno raccontato che non mangiavano da giorni e che avevano anche finito l’acqua. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (molti degli sbarcati hanno riferito di aver pagato 2.500 dinari per il viaggio) e morte come conseguenza di altro delitto, al momento a carico di ignoti. Il barcone nella mattinata di giovedì era stato avvistato da un peschereccio tunisino che aveva lanciato l’allarme, spiegando via radio che a bordo vi era probabilmente un cadavere. Ma solo nel tardo pomeriggio le autorità della Valletta hanno girato la richiesta al comando generale della Capitaneria di porto di Roma che ha inviato sul posto una motovedetta, sulla quale sono stati trasbordati sia i superstiti che gli otto cadaveri poi trasferiti a Lampedusa. Dopo le ultime tragedie in mare, nella camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana di Lampedusa si sono ammassate 12 bare. Quattro partiranno questa mattina con un traghetto di linea per Porto Empedocle dove verranno eseguite le sepolture. «Il governo Meloni non ci lasci da soli a gestire quest’immane tragedia», afferma il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino. E da Stoccolma il presidente del consiglio sembra rispondergli: «Il tema fondamentale rimane la cooperazione, offrire alternative a chi va via, a chi scappa. Questo è un lavoro che l’Italia sta facendo, se lo facesse in modo più significativo l’Europa farebbe la differenza». Anche perché, come sempre, a più partenze corrispondono più morti in mare. Altri due li sta trasportando in Italia, insieme a 109 passeggeri, il taxi del mare Sea Eye 4 che, la scorsa notte ha portato a termine due operazioni in mare. «Nella prima missione sono state salvate 32 persone, mentre due sono morte prima del nostro arrivo», fanno sapere dalla Ong. Subito dopo, la nave, incurante del Codice di condotta, è partita per una seconda operazione, e ha tirato a bordo altre 77 persone. «Il porto assegnato dall’Italia», ovvero Pesaro, lagnano da Sea Eye, «dista circa cinque giorni di navigazione». E la Ong ha chiesto un porto più vicino. In serata lo sbarco a Pesaro è stato annullato. Il governo deve aver individuato un altro molo per la Sea Eye 4 che, come per la Geo Barents, verrà sottoposta a controlli. Poi le autorità avranno 90 giorni di tempo per notificare l’eventuale verbale con le contestazioni. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini difende il Codice di condotta: «Il decreto Ong non cambia di una virgola», precisa riferendosi alla richiesta del Consiglio d’Europa di ritirarlo. E ha aggiunto: «L’Europa invece di dar lezioni, aiuti l’Italia».
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Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.