2023-08-07
Caro Fassino, continui a minare il sistema
Piero Fassino (Imagoeconomica)
Caro Piero Fassino, le scrivo questa cartolina per esprimerle tutta la mia solidarietà dopo i meschini attacchi che le hanno rivolto in questi giorni. Infatti mi sono convinto che quando ha esibito in aula il cedolino del suo stipendio («solo» 4.718 euro al mese), dimenticando per altro di elencare indennità e altre voci che portano nelle sue tasche il triplo del soldi, lei stava soltanto cercando di animare un po’ lo spirito anticasta degli italiani che da qualche tempo, incredibilmente, sta languendo.Ci aveva provato il Senato ripristinando i vitalizi, ci avevano provato le Regioni ripristinando aumenti e regalie ai consiglieri, ci aveva provato l’onorevole Lupi con un ordine del giorno per dare più soldi ai deputati. Ma niente. Le reazioni erano state limitate. Qualche protesta, qualche minidibattito televisivo. Niente più. Ed è a questo punto che lei, meritoriamente, ha pensato bene di scendere in campo a modo suo, piangendo miseria per il suo stipendio da parlamentare. «Operazione verità», lei l’ha chiamata. Ed in effetti gli italiani, che si erano distratti, di colpo hanno (ri)scoperto la verità: li state prendendo per il culo. A caldo anch’io sono caduto nell’errore di criticarla, e me ne scuso. Ho pensato che se lo stipendio non le sembrava sufficiente, avrebbe avuto tutto il tempo di cercarsi finalmente un lavoro e farsi pagare per quanto vale davvero. Mi sono chiesto: come mai da trent’anni lei accetta questo stipendio da fame, pagato dai cittadini, senza per altro avere altre soddisfazioni, a parte un lacrimevole incontro con la tata a C’è posta per te e un indecente dito medio mostrato ai tifosi del Torino? Domande cattive, me ne rendo conto. E mi spiace. Infatti adesso, dopo alcuni giorni, mi è tutto più chiaro: lei non va criticato, perché lei è un nostro alleato. Lei lavora per noi, lei mina il sistema dall’interno, è la quinta colonna degli anticasta, l’arma segreta di noi orrendi populisti. Lei finge di odiarci: in realtà ci sta tirando la volata. Appena vede che le critiche alla classe politica perdono un po’ i colpi, trova il modo di rinvigorirle. Mettendoci la faccia. Ovviamente, sempre più di bronzo. Anche la storia, ormai abusata, delle profezie di Fassino, con cui la sbertucciano da anni, ecco, va finalmente ribaltata. Ora ho capito. Lei non voleva davvero umiliare Grillo («Prova a fondare un partito»): lo stava incoraggiando. Lei non stava sfidando Chiara Appendino («Prova a candidarti sindaco»): lei la stava consigliando. Lei è un genio, da sempre amico del popolo, come ha dimostrato anche nel caso della scalata Unipol a Bnl, quando al telefono s’entusiasmava dicendo: «Abbiamo una banca?». Quell’operazione saltò. Ma non è vero, come dicono certe malelingue, che lei porta sfortuna. Non è vero che lei è un uomo boomerang (copyright Marco Travaglio). Macché: lei è un uomo che sa sempre quello che vuole. E cioè: vuole far fare figure di cacca alla classe politica. E il fatto è che ci riesce benissimo. Non ne sbaglia una. Da ministro, da segretario del Pd, financo come inviato dell’Ue in Birmania. Ed è per questo che noi oggi la salutiamo con simpatia, aspettando con ansia le prossime dichiarazioni all’altezza dell’onorevole Fassino. O, se preferisce, dell’onorevole Fessino.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)