2024-03-08
Caduti di Nassiriya, le medaglie della discordia
True
I feretri delle vittime dell'attentato di Nassiriya durante il funerale di Stato nella basilica di San Paolo a Roma, il 18 novembre 2003 (Ansa)
La sinistra che non vuole togliere il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica concesso a Tito nel dopoguerra, si mette di traverso operando dei distinguo sulla proposta di legge per il conferimento della medaglia alla memoria al valor militare ai caduti di Nassiriya.Quando in ballo c'è la politica, anche le cose più lineari, logiche e pacifiche possono diventare terreno di polemiche o di distinguo senza senso. Lo si sta vedendo, ad esempio, alla Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, dove l'esame della proposta di legge che vorrebbe revocare al Maresciallo comunistra jugoslavo Tito, regista del massacro di migliaia di italiani al confine est nelle foibe, un'onorificenza concessa dalla nostra repubblica nel dopoguerra, e cioè il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica. Quando FdI ha presentato la proposta, in concomitanza col Giorno del Ricordo, dai parlamentare dell'opposizione ha avuto come risposta una levata di scudi suggerita verosimilmente più da un riflesso condizionato che da un'analisi accurata del testo. Dopo giornate di polemiche feroci, in cui la sinistra attribuiva alla maggioranza volontà revisionistiche, la cosa si è risolta nella presentazione di un emendamento che tira dentro Benito Mussolini, chiedendo la revoca al dittatore italiano del titolo di Cavaliere di gran Croce al merito della Repubblica.La votazione è attesa per la prossima settimana, ma nel frattempo si profila in un'altra commissione (la Difesa, sempre alla Camera) un ennesimo dibattito in cui la sinistra promette già di allontanarsi dal buon senso. Da qualche settimana, infatti, ha preso il via l'esame in sede referente di una serie di pdl associati per l'occasione, che se approvati concederebbero la medaglia alla memoria al valor militare ai 17 soldati italiani morti a Nassiriya, in Iraq, in seguito all'attentato suicida di terroristi islamici. Un evento ancora vivo nella memoria del popolo italiano, maturato nel quadro di una missione i cui rischi erano purtroppo noti e che ha causato numerosi lutti e sequestri per il nostro contingente militare e civile. Secondo i firmatari delle varie proposte, il fatto che siano passati più di 20 anni dalla strage (consumatasi il 12 novembre 2003) consente di procedere alla concessione dell'onorificenza, che per essere finalizzata deve completare un iter consistente nell'emanazione di un decreto da parte del presidente della Repubblica su proposta di quello della Difesa. Oltre alla consegna della medaglia ai familiari dei caduti, la proposta prevede anche che agli eredi di questi ultimi venga corrisposto anche l'assegno una tantum previsto in questi casi per i destinatari della medaglia.Seguendo il filo della logica, si tratterebbe della classica proposta di legge bipartisan da approvare con un consenso unanime in aula, e magari sarà così. Anche in questo caso, però, giungono segnali che fanno pensare che la sinistra potrebbe buttarla in politica, cominciando a tirare dentro altri caduti e altre missioni militari, col risultato di rallentare un riconoscimento dovuto e atteso dalle famiglie delle vittime. Finora, dalle fila dell'opposizione, è intervenuto solamente l'ex-segretario Ds Piero Fassino, che pur nel contesto di un intervento breve e misurato, ha tenuto a far presente dopo l'illustrazione del testo da parte del relatore Pino Bicchielli, che i militari italiani hanno operato in numerosi teatri di guerra e che i caduti sono stati molti di più di quelli Nassiriya e che, dunque, bisogna tenere conto di tutto e tutti. Considerazioni anche condivisibili, se non fosse per il fatto che se si applicasse questa logica a ogni pdl si arriverebbe alla paralisi totale, con la pretesa che ogni proposta debba essere omnicomprensiva. A questo punto, perché non tirare dentro anche le vittime civili italiane (ce ne sono state anche a Nassiriya) o le vittime straniere che coadiuvano i militari italiani? E poi, nelle prossime sedute, quando prenderanno la parola gli esponenti della sinistra radicale, è fin troppo facile prevedere che le polemiche si concentreranno sulla guerra in Iraq e sull'opportunità di parteciparvi, con buona pace di chi è morto.
Jose Mourinho (Getty Images)