2023-01-28
Il volto inedito di Bob Dylan in mostra al MAXXI di Roma
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Bob Dylan, Red Sunset, 2019
Al Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, una mostra che svela al grande pubblico gli aspetti inediti di una delle personalità più iconiche e complesse della cultura contemporanea mondiale. Tra disegni, dipinti e sculture, esposte (sino al 30 aprile 2023) oltre 100 opere di arte visiva, realizzate da Bob Dylan in oltre 50 anni di creatività.Nato nel 1941 a Duluth, nel Minnesota, da genitori di origine ebree ucraine, Robert Allen Zimmerman , in arte Bob Dylan (nome scelto forse in omaggio al poeta gallese Dylan Thomas), è sicuramente una delle leggende viventi del panorama artistico planetario. Artistico e non solo musicale, perché la creatività di Dylan, il «menestrello di Duluth» - o più semplicemente il «menestrello» - non si esaurisce solo nella musica. Ma va ben oltre. Poeta, scrittore, pittore, scultore, conduttore radiofonico (persino attore in una pubblicità di Victoria's Secrets e produttore di whisky), al suo attivo ha un Nobel per la letteratura - assegnatogli (non senza polemiche) nel 2016 dall’Accademia di Svezia «per aver creato una nuova espressione poetica nell'ambito della grande tradizione della canzone americana» - un Oscar per la canzone Things Have Changed (colonna sonora del film Wonder Boys), un Pulitzer , 8 Grammy e quasi 40 album. Personalità complessa e indecifrabile, scorbutico, scontroso, ombroso, spesso spiazzante, Dylan sorprende da mezzo secolo critica e pubblico. Esattamente come sorprende Retrospectrum, la bella mostra al MAXXI di Roma, prima retrospettiva europea dedicata alle sue originali opere d’arte visiva. Curata dall'israeliano Shai Baitel e divisa in 8 sezioni, il percorso espositivo mette in luce quei motivi che da sempre fanno parte dell’immaginario di musicista di Dylan e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti. Come scrive lo stesso artista nel catalogo della mostra (pubblicato da Skira), le sue opere d’arte visiva raccontano « il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è.Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà... Scelgo le immagini per ciò che significano per me. Questi dipinti hanno il realismo dell’istante, arcaico,statico perlopiù, ma comunque percorso da un fremito. Sono il mondo che vedo o che scelgo di vedere,di cui faccio parte o in cui entro. Ad ogni modo, questo è il mio lavoro ».Motel, insegne al neon, tavole calde sempre aperte, luna park abbandonati, strade lunghissime e deserte, paesaggi brulli, cow boy, musicisti, pugili, pompe di benzina, baracche, grandi palazzi illuminati da lampioni, ferrovie, bus, automobili, orizzonti che sembrano senza fine. In una parola: l’America. L’America più profonda, quella del blues e del jazz, che Dylan ha cantato e resa poetica nelle sue ballate, descritto nelle sue poesie, immortalato nei sui quadri. Un po’ Hopper, un po’ Steinbeck. «Questa mostra, che abbraccia tutta la carriera di Bob Dylan – ha dichiarato il curatore - presenta il suo approccio unico all'arte visiva e la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. Offre l'opportunità unica di vedere il viaggio creativo di Dylan attraverso il tempo e i luoghi».Fra le opere esposte, particolarmente interessante e suggestiva la serie New Orleans, testimonianza del profondo legame che intercorre fra Dylan e questa città, fatta di note jazz e blues: In ogni angolo di New Orleans, l’occhio dell’artista individuainfiniti spunti per le sue opere. I gesti e le abitudini dei suoi cittadini sono fonte di ispirazione che si traducono, sulla tela, in scene di vita quotidiana, capaci di creare una sorta di empatica intimità tra i soggetti ritratti e lo spettatore che osserva.A chiudere la retrospetiva romana Ironworks, una gruppo di sculture in ferro composte da oggetti e attrezzi convertiti a nuovo uso che richiamano, insieme al ricordo dell’infanzia di Dylan nella zona mineraria del Nord del Minnesota, anche il leggendario passato industriale degli Stati Uniti.«Davanti a queste composizioni l’osservatore non ha bisogno di chiedersi se si tratta di un oggetto reale o se è frutto di un’allucinazione: se visitasse il luogo in cui quell’immagine è realmente esistita,vedrebbe la stessa cosa. È questo che ci unisce tutti». (Bob Dylan)
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)