Blackout in Spagna e Portogallo: ieri la rete è collassata alle 12.33, i due Paesi sono rimasti senza corrente. Si indaga sulle ipotesi: si va dall’attacco hacker al problema tecnico a un cavo. Una pista «scomoda», però, porta all’instabilità dell’energia rinnovabile.
Blackout in Spagna e Portogallo: ieri la rete è collassata alle 12.33, i due Paesi sono rimasti senza corrente. Si indaga sulle ipotesi: si va dall’attacco hacker al problema tecnico a un cavo. Una pista «scomoda», però, porta all’instabilità dell’energia rinnovabile.Grandi aree di Spagna e Portogallo sono rimaste, ieri, senza energia elettrica a causa di una catena di blackout che ha fermato quasi del tutto i due Paesi della Penisola Iberica. Riflessi si sono avuti anche in Francia e variazioni della frequenza sono state avvertite in tutto il sistema elettrico europeo interconnesso senza, però, conseguenze. Proprio il fatto che il sistema elettrico spagnolo sia poco connesso al resto d’Europa ha impedito che il blackout si allargasse al resto della regione.È ancora sconosciuto il motivo dell’istantaneo squilibrio che ha provocato il distacco dell’alimentazione in aree territoriali sempre più ampie. Alle 12.33 la rete spagnola è diventata instabile ed è collassata quando i relè hanno staccato le linee di trasmissione per proteggere le apparecchiature.I disagi in Spagna e Portogallo sono stati pesanti. Treni fermi, con la società ferroviaria Renfe che ha diffuso un comunicato: «Dalle 12.30, l’intera rete elettrica nazionale è stata interrotta. I treni sono fermi e non partono in tutte le stazioni». Cancellati tutti i treni dell’Alta velocità. La metropolitana di Madrid è stata chiusa. Nella capitale, traffico congestionato per il fermo dei semafori. Supermercati chiusi, aperti alcuni esercizi che accettavano solo contanti. Cellulari muti in gran parte dei due Paesi, aerei a terra all’aeroporto Barajas di Madrid. Bloccati i pagamenti elettronici, possibili solamente quelli in contanti. A Madrid ci sono stati genitori accalcati davanti alle scuole. Situazione difficile negli ospedali dove hanno funzionato solo i servizi di emergenza dotati di sistemi di back-up.La Francia è stata colpita marginalmente dal fenomeno, essendo il primo Paese interconnesso con la Penisola Iberica. Ma Rte, il gestore di rete francese, ha affermato che la rete spagnola «è stata staccata automaticamente da quella europea dalle 12.38 alle 13.30» e che in una zona della Francia «le case sono rimaste senza elettricità per diversi minuti. Il tutto è stato ripristinato». Il governo di Pedro Sánchez ha affermato di essere al lavoro e di seguire la situazione minuto per minuto. Il gestore di rete spagnolo, Ree, nel pomeriggio di ieri ha ripristinato solo parzialmente il sistema elettrico e ha detto che, per tornare alla normalità, ci vorrà tempo.Sulle cause del blackout si è sbilanciato per primo il presidente della giunta regionale dell’Andalusia, Juan Manuel Moreno, il quale ieri ha detto che «tutto fa pensare che un blackout di questa portata sia dovuto esclusivamente a un attacco informatico». Ipotesi smentita dal presidente del Consiglio europeo, il portoghese António Costa, nonché dall’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa): «Per il momento, l’indagine sembra evidenziare un problema tecnico o a un cavo».Qualcuno ha fatto circolare la voce di un incendio boschivo vicino a Perpignan, in Francia, che avrebbe danneggiato la linea francese di connessione con la Spagna. Ma la voce è stata sconfessata in modo tranchant, è il caso di dire, dallo stesso gestore della rete francese, Rte, che nel pomeriggio ha comunicato che «l’origine dell’incidente deve ancora essere determinata e non è stato segnalato alcun incendio tra Perpignan e Narbonne. Questa è una informazione falsa».Secondo il gestore nazionale della rete portoghese, Ren, il problema nascerebbe da un raro evento, noto come vibrazioni atmosferiche indotte, che avrebbe provocato oscillazioni dei cavi con interruzione di una linea ad altissima tensione. Sempre secondo Ren, «l’interruzione di corrente è stata causata da un errore nella rete elettrica spagnola, dovuto alle estreme variazioni di temperatura all’interno del Paese, che hanno provocato fluttuazioni anomale nelle linee ad altissima tensione (400 kV)». L’ipotesi è parecchio ardita, anche se si tratta di un effetto noto. In certe condizioni atmosferiche, l’aria ionizzata attorno ai cavi di altissima tensione crea un effetto corona che può causare vibrazioni. Ma si tratta di casi davvero estremi e non sembrano esistere in letteratura scientifica episodi che evidenziano una diretta causalità tra effetto corona e blackout.Altra ipotesi, poco battuta ufficialmente perché assai critica, è un problema di mix energetico. Al momento del blackout la produzione elettrica spagnola era costituita per il 72% da solare ed eolico, per l’11,5% da nucleare e solo per il 3% da produzione a gas. Vi era, dunque, pochissima inerzia sulla rete, cioè la stabilità della frequenza a 50 Hertz era a rischio. Questa stabilità è data da impianti convenzionali. È, quindi, anche possibile che si sia trattato di un problema di precaria stabilità della frequenza di rete dovuta alla preponderanza della generazione rinnovabile, magari combinato con una causa scatenante esterna. La Ree parla di «oscillazioni nei flussi di potenza della rete»: il che significa, in pratica, ammettere che una rete alimentata con quella percentuale di fonti rinnovabili in quel momento (le 12.33) non ha sufficiente inerzia per rispondere istantaneamente a carichi anomali.In attesa di capire cosa è davvero successo, alcune lezioni si possono già trarre da quanto accaduto. La prima è che il progetto di elettrificare tutti o gran parte dei consumi energetici comporta molti rischi. Eventualità come queste si faranno più frequenti e le conseguenze della mancanza di adeguate alternative potrebbero rivelarsi drammatiche. La seconda è la seria insufficienza delle reti elettriche. Se la rete europea fosse più magliata ed estesa, i blackout sarebbero assai meno drammatici e più gestibili. Ma servono migliaia di miliardi di investimenti.
Greta Thunberg (Ansa)
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