2021-11-28
Dove ha fallito Biden, ce l’ha fatta Omicron. Il petrolio tira il freno
Il ricorso alle scorte Usa non ha congelato la febbre dei prezzi. Ma il mercato teme un nuovo lockdown per l'ultima variante.Venerdì 26 novembre i prezzi del petrolio sui mercati mondiali hanno subito un tracollo, perdendo oltre il 13% a causa dei timori sull'insorgere della nuova variante Covid. Un calo di dieci dollari al barile in un giorno solo non si vedeva dai tempi dei primi lockdown, nel marzo del 2020. Il brusco ribasso è stato favorito anche dai volumi sottili commerciati negli Stati Uniti, per via del lungo ponte festivo di Thanksgiving. Anche gli altri prodotti petroliferi quotati hanno visto un calo robusto, con il future sulla benzina che è sceso del 12% riportando i prezzi sui livelli minimi dello scorso agosto.Per il presidente americano Joe Biden, in affanno proprio sui prezzi della benzina negli Usa, una boccata di ossigeno. Giusto martedì scorso la Casa Bianca aveva ordinato il rilascio di 50 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche (Strategic petroleum reserve, Spr), con consegne tra metà dicembre e fine aprile 2022.Con questa mossa, Biden puntava proprio a ridurre il prezzo del petrolio sui mercati all'ingrosso, favorendo la discesa del prezzo della benzina, che in Usa a novembre ha raggiunto in media i 3,5 dollari al gallone (90 centesimi di dollaro al litro), con punte di 1,24 dollari al litro in California. Negli ultimi sette anni il prezzo della benzina alla pompa è rimasto ben al di sotto dei 3 dollari al gallone, grazie anche al grande impulso alla produzione nazionale dato a suo tempo dall'amministrazione Trump. Un prezzo che in Italia, dove oltre il 60% del prezzo alla pompa è costituito da accise e imposte, sembra un miraggio, ma che negli Usa è considerato alto.All'annuncio del rilascio la reazione del mercato è stata immediata, ma diversa da quella che ci si attendeva. Il future sul greggio americano era infatti salito di oltre due dollari al barile, assestandosi poi poco sotto ai 79 dollari al barile. Il rilascio dalle Spr era ampiamente atteso e il mercato lo aveva già in qualche modo prezzato, considerando che negli ultimi dieci giorni il prezzo era sceso di 8 dollari. L'annuncio però ha svelato l'unica incognita residua, ovvero i volumi in gioco, e la quantità immessa sul mercato si è dimostrata inferiore a quanto il mercato stesso si aspettava.Al 19 novembre scorso, secondo i dati del Dipartimento dell'energia americano, la Spr poteva contare su 604 milioni di barili. Il rilascio annunciato martedì scorso rappresenta quindi poco più dell'8% delle riserve.La mole di greggio rimessa in circolo dall'azione di Biden non era però sembrata sufficiente a frenare la corsa dei prezzi. Innanzitutto, come dimostra la vicenda del carbone cinese, aumentare e detenere riserve strategiche da parte dei governi rappresenta un valore in sé, mentre rilasciarle è un segno di debolezza. Inoltre, paradossalmente, il calo dei prezzi allontana ancora il momento in cui la produzione marginale di petrolio può tornare ad essere economicamente vantaggiosa e contribuire così a sostenere l'offerta in difficoltà, facendo scendere i prezzi in maniera strutturale.Già dallo scorso agosto l'allarme per i prezzi della benzina aveva spinto Joe Biden a chiedere ai Paesi dell'Opec e alleati (Opec+) di aumentare la produzione per contenere il prezzo della benzina negli Stati Uniti. Rinnovato l'appello nelle scorse settimane e ricevuto un secco diniego, una settimana fa la Casa Bianca ha coinvolto la Federal trade commission (Ftc). Con una lettera, il presidente ha chiesto all'autorità indipendente che vigila sulla regolarità dei mercati di accertarsi che non vi siano comportamenti scorretti da parte degli operatori tali da mantenere artificiosamente alti i prezzi della benzina. Un tentativo di scaricare la colpa dei rincari sulla perfida speculazione, in modo simile a quanto accaduto in Europa con i prezzi del gas. La Commissione europea in ottobre aveva chiesto ad Acer e Esma, i regolatori del settore dell'energia e del settore finanziario, di verificare che sui mercati all'ingrosso di gas, energia elettrica e CO2 non vi fossero state speculazioni. Le due autorità questa settimana hanno pubblicato le risultanze preliminari dell'indagine, da cui non emergono comportamenti tali da dare adito a sospetti di abusi di mercato.È facile pensare che anche nel caso della Ftc e della benzina americana le indagini non porteranno ad alcunché. A mantenere il prezzo della benzina su valori vicino ai massimi erano soprattutto le difficoltà della raffinazione, della logistica e il calo degli investimenti nella produzione, a fronte di una domanda che si è ripresa molto velocemente, sia pure restando al di sotto di quella del 2019. Qui sta tutto il paradosso nell'azione di Joe Biden, che da una parte spinge per la transizione energetica, disincentivando i combustibili fossili a colpi di ordini esecutivi, dall'altra pretende che l'offerta degli stessi si adegui rapidamente e a costi bassi alle richieste della domanda. Uno strabismo che sta generando più di un problema e che molti osservatori valutano già in chiave elettorale. Le elezioni di midterm, infatti, si terranno tra un anno ma la partita è già cominciata. Per i democratici sarebbe assai deleterio presentarsi di fronte ai cittadini portando in dote i prezzi della benzina alle stelle e un'inflazione galoppante.Ora però la nuova variante Omicron spariglia le carte ed apre a nuovi scenari. Il rilascio di una quota di riserve strategiche Usa indebolisce lo stimolo all'Opec+ a tornare sul mercato con quantitativi importanti, è vero. Ma se si dovesse tornare a lockdown generalizzati, il calo della domanda che ne conseguirebbe farebbe crollare ulteriormente il prezzo, riavviando il ciclo che abbiamo già visto negli ultimi 18 mesi e riproponendo il problema più avanti.Proprio quando la politica energetica americana si stava avvitando in una spirale da cui sembrava difficile uscire, con l'offerta in seria difficoltà e con forti spinte sui prezzi, ecco che arriva il terrore pandemico a eliminare la domanda in eccesso e a frenare i prezzi. Quello dei lockdown in giro per il mondo è uno scenario che in pubblico nessuno si augura. In privato, chissà.
Jose Mourinho (Getty Images)