2025-07-07
Caro Bertinotti, la rivoluzione è un pranzo di gala
Fausto Bertinotti. Nel riquadro, ritratti di Mao Tse-Tung di Andy Warhol (Imagoeconomica)
Caro Fausto Bertinotti, le scrivo questa cartolina perché sono preoccupato: dopo anni di pettegolezzi sul comunista ricco, compagno col cachemire, dopo anni di malelingue su falce&caviale, Bertinight e terrazze romane, rivoluzione e Dom Perignon, lotta dura e champagne senza paura, infatti, ci tocca prendere atto che lei, al contrario di ogni maldicenza, è davvero povero. Altro che lusso, ori, statuine di Limoges, orologi preziosi e cappotti firmati: è talmente bisognoso di soldi da essere costretto a vendere alcuni quadri, tra cui due Andy Warhol della sua collezione privata. Incasso: 300.000 euro. Proletari di tutto il mondo, unitevi. E, se potete, vendete un Andy Warhol anche voi.Del resto qual è quell’operaio che, quando è in difficoltà, non vende un Warhol? Lei ne aveva due, entrambi raffiguranti Mao Tse Tung. Poi aveva anche altri quadri famosi, una tela di Mario Schifano, un cavallo in bronzo, un capolavoro di Titina Maselli e altro ancora. Tutto finito all’asta perché, come ha spiegato a Repubblica, lei ha «bisogno di soldi», come tutti i pensionati che possono contare su entrate minime come la sua: appena 9.000 euro di vitalizio al mese. Mica come quei metalmeccanici che, essendo stati per anni difesi da lei, ora nuotano nell’oro…Mi chiedo sinceramente, caro subcomandante, come si faccia a vivere con appena 9.000 euro al mese di vitalizio. Ovvio: tocca vendere i gioielli di casa, altrimenti non si mette insieme nemmeno un po’ di caviale Beluga per la cena. Ricorda quando nei cortei si cantava Contessa? Compagni dai campi e dalle case d’aste, prendete la falce prendete il martello. Ovviamente il martello per battere i rilanci. Una volta lei voleva abolire la proprietà privata. Ora, evidentemente, si limita a venderla a chi offre di più.Milanese di Precotto, 85 anni, diploma da elettrotecnico preso con tre anni di ritardo, lei ha iniziato la carriera di sindacalista («lo sciopero generale mi emoziona», ha detto tutta la vita) per poi passare alla politica. Pds, poi Rifondazione, per due anni presidente della Camera. Noto frequentatore del Cafonal romano, feste, terrazze e salotti della Angiolillo, testimone di nozze di Valeria Marini insieme a Maria Grazia Cucinotta e Anna Tatangelo, si è distinto per i suoi cachemire («me li hanno regalati»), i cappotti Rubinacci («me li hanno regalati»), gli orologi di marca («me li hanno regalati») e la collezione di opere d’arte («me le hanno regalate»). Lei è la dimostrazione lampante che Mao Tse Tung aveva torto. «La rivoluzione non è un pranzo di gala», diceva. Ma non aveva conosciuto lei. E i suoi regali.Ora che abbiamo spazzato via tutte le maldicenze, ora che è tornato povero in canna a parte i 300.000 euro cash, il vitalizio da 9.000 euro al mese, la casa da 200 metri quadrati nel centro di Roma e quella in Liguria, potrà finalmente spiegare agli operai come si difende il salario. Altro che sciopero generale, meglio qualche regalo da mettere all’asta. Per altro lei aveva stimato di incassare non più di 20-30.000 euro, ne ha presi quasi dieci volte di più. Evidentemente gli affari le vengono meglio della rivoluzione. E così ha potuto fare ciò che le riesce da una vita: svendere i simboli del comunismo per riempirsi le tasche.
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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Pier Luigi Lopalco (Imagoeconomica)