2020-07-07
Autostrade in tilt. Le carte inchiodano la De Micheli
Paola De Micheli (Nicolò Campo/LightRocket/ Getty Images)
Il 29 maggio, senza preavviso, il ministero ha imposto in Liguria un protocollo speciale anticipando lo smontaggio delle onduline.Autostrada per l'inferno: l'asfalto ligure è diventato una trappola incandescente per migliaia di automobilisti, incolonnati a 40 gradi per ore e ore, tra stress, inquinamento, disagi. Anche ieri, ingorghi tremendi: 10 chilometri di coda tra Masone e il bivio A26/A10 in direzione di Genova Voltri, 11 chilometri di incolonnamenti in A12, rallentamenti in A7. Un fiume di lamiere che causa ripercussioni pesantissime anche sul traffico cittadino di Genova, mette a rischio il sistema portuale ligure, il turismo, l'economia stessa di una Regione già duramente provata dalla pandemia. La Liguria, praticamente, è in ginocchio, a causa dei cantieri aperti per i controlli nelle gallerie. Controlli, che, come ha sottolineato ieri il nostro direttore, Maurizio Belpietro, sono stati resi estremamente più complessi dal Mit, che lo scorso 29 maggio ha improvvisamente cambiato le carte in tavola, imponendo ad Autostrade per l'Italia di adottare per le gallerie liguri un protocollo diverso da quello valido per gli altri concessionari e in tutto il resto dell'Italia, dopo che lo stesso Mit, guidato da Paola De Micheli del Pd, aveva dato il via libera al manuale di ispezione delle gallerie basato principalmente sugli studi effettuati dall'Organo ministeriale francese Cetu e attuati nel Traforo del Monte Bianco, che Aspi gestisce insieme al governo francese, e che dunque conosce alla perfezione. Fino allo scorso 29 maggio, per il Mit il protocollo di controlli basato sul manuale di ispezione era valido anche per le gallerie liguri gestite da Aspi: da quel giorno, in seguito a una riunione tra gli uffici ispettivi del ministero e la direzione tronco di Genova, il programma è cambiato.La differenza tra i controlli applicati ovunque e da tutti i concessionari, rispetto a quelli che il Mit il 29 maggio scorso ha chiesto ad Aspi per le gallerie liguri, è abissale. Di consueto, le verifiche vengono compiute in due fasi: «preliminare» e «profonda». La prima prevede il controllo dello «stato di salute» delle gallerie attraverso un'ispezione dello stato della calotta visibile e dei rivestimenti e degli impianti presenti; la seconda, quella «profonda», comporta invece lo smontaggio dei rivestimenti, le cosiddette onduline, lamiere sagomate che ricoprono le pareti interne delle gallerie.Fino allo scorso 26 maggio, per tutte le gallerie di tutte le autostrade italiane il Mit chiedeva di effettuare i controlli attraverso queste due fasi; tre giorni dopo, lo stesso Mit ha invece imposto ad Aspi di modificare il programma, anticipando lo smontaggio delle onduline delle gallerie della Liguria dalla fase «profonda» a quella «preliminare»: 350.000 metri quadri di materiale. Un lavoro che richiede moltissimo tempo e che sta causando gli ingorghi. La Verità ha potuto leggere un documento del 26 maggio, inviato dal Mit ai concessionari autostradali: «Il sottoscritto», si legge, «ha effettuato una serie di sopralluoghi in diverse tratte autostradali ricadenti nella provincia di Genova e di Pescara, che si sono protratti per ben cinque mesi, dal mese di gennaio al corrente mese di maggio. Tali sopralluoghi hanno consentito di definire specifiche schede difettologiche e un manuale di ispezione delle gallerie, basato principalmente sugli studi effettuati dall'organo ministeriale francese Cetu e attuati», prosegue il documento, «nel traforo del Monte Bianco, che dovranno essere presi a riferimento per le ispezioni di legge (trimestrali e annuali) da eseguirsi nelle gallerie di codeste società». Ma chi è, il sottoscritto? Trattasi di Placido Migliorino, responsabile dell'ufficio ispettivo del Mit, il quale, come ha scritto il sito Dagospia, è un grillino sfegatato, promotore tempo fa di una petizione online per mandare Luigi Di Maio a Palazzo Chigi. Migliorino dunque da gennaio a maggio 2020 ha effettuato i sopralluoghi; il 20 maggio il Mit ha convocato una riunione formale in sede con i concessionari stabilendo di procedere secondo quanto indicato dal manuale basato sugli studi del Cetu (quindi con lo smontaggio delle onduline previsto nella seconda fase); il 26 maggio ha ribadito per iscritto questa indicazione salvo poi, tre giorni dopo, il 29 maggio, quando la prima fase era stata completata per il 95% delle gallerie della Liguria, imporre ad Aspi di cambiare metodologia di ispezione e di smontare subito i rivestimenti, allungando a dismisura i tempi necessari per completare i controlli. Il motivo? Non si sa (Aspi lo ha chiesto al Mit, ma non ha ricevuto risposta). Dunque, se il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, non si assumerà la responsabilità della decisione, il rischio è che la Liguria sia imprigionata nel caos autostradale per l'intera estate. «Stasera (ieri per chi legge, ndr), prima del Consiglio dei ministri», ha detto la De Micheli, «prenderò una decisione sui controlli della rete autostradale in Liguria». Da questa decisione dipenderà il futuro della Liguria. «La Liguria», attacca il governatore Giovanni Toti, «non può restare ostaggio di una guerra« tra governo e Aspi «che dura dal giorno dopo il crollo del ponte Morandi. La De Micheli sta mettendo in ginocchio i cittadini e le imprese liguri». «Toti fa campagna elettorale», ribatte la De Micheli.