2023-10-25
Dirigenti purgati e altri in fuga. Associati in rivolta contro Bonomi
Clima teso in Confindustria per il Consiglio di oggi, uno degli ultimi dell’attuale presidenza, durante la quale una dozzina di manager è stata allontanata. Scoperte le caselle chiave dei responsabili di fisco e energia.C’è attesa in Confindustria per uno degli ultimi atti della presidenza di Carlo Bonomi, a capo dell’associazione degli industriali italiani che il prossimo anno dovrà eleggere un nuovo presidente. Si svolgerà oggi infatti uno degli ultimi consigli generali del suo semestre bianco che si concluderà a marzo, quando un nuovo consiglio generale designerà il nuovo numero uno di viale dell’Astronomia, che sarà poi eletto a maggio durante l’assemblea privata. L’appuntamento di oggi arriva in un momento delicato per la confederazione, sia per lo strascico di polemiche intorno all’Università Luiss, sia per il recente allontanamento di Francesca Mariotti dalla direzione generale. In Confindustria da più di 14 anni, l’ex direttore generale ha lasciato un vuoto che rischia di farsi sentire nei prossimi mesi. Responsabile dell’area fiscale sin dal 2014, infatti, Mariotti aveva seguito per il sindacato degli industriali le ultime manovre economiche dei governi. Ora c’è il vuoto. Il successore di Bonomi, quindi, non avrà solo l’onere di migliorare la reputazione di una federazione ormai compromessa e ai margini del dibattito pubblico. Dovrà in particolare riorganizzare una struttura interna che Bonomi ha totalmente impoverito. Dopo il licenziamento della Mariotti, infatti, abbandonerà la nave anche Massimo Beccarello, ormai ex senior advisor per la Transizione energetica, professore all’Università Bicocca, ma soprattutto il massimo esperto di mercato energetico in Italia. L’addio di Beccarello, che aveva seguito per Confindustria tutta la fase della transizione energetica ed ecologica negli ultimi anni, è una grave perdita per l’organizzazione sempre più criticata al suo interno dai suoi associati. Non a caso, negli ultimi giorni, era circolata l’ipotesi che durante il consiglio generale di oggi sarebbe stato presentato un documento, firmato dalle associazioni categoriali e territoriali, di protesta soprattutto per il licenziamento di Mariotti e l’uscita di Beccarello. A quanto pare non si farà, ma di sicuro c’è chi si farà sentire per esprimere il proprio dissenso per la gestione del mandato di Bonomi. Del resto, sono una decina i manager che si sono allontanati in questi 4 anni da viale dell’Astronomia, non riconoscendosi più nella Confindustria bonomiana.Mentre Bonomi, infatti, sistemava i suoi fedelissimi, come Alberto Marenghi alla presidenza di Confindustria Servizi, già alcuni imprenditori e manager decidevano di lasciare. Ne sanno qualcosa in Confindustria Veneto che ha visto lo scorso anno l’uscita polemica della trevigiana Cristina Piovesana, amministratore delegato della Alf Group, dalla vicepresidenza nazionale. All’origine dei contrasti ci fu quella volta, l’aspirazione (poi tramontata) di Bonomi a guidare la Lega Calcio di Serie A. Durante quel periodo, sul finale della pandemia da coronavirus, in un momento di particolare difficoltà dell’economia italiana e con i rincari delle materie prime e bollette energetiche alle stelle, il presidente sembrava più interessato a ritagliarsi un posto nel mondo del pallone in chiaro conflitto di interessi. Anche le recenti polemiche intorno alla Luiss - dove non è potuto diventare presidente perché senza una laurea -, hanno creato non pochi malumori tra gli associati. Con tutta probabilità ne hanno creati anche nella stessa struttura della comunicazione dove Bonomi aveva portato a inizio mandato Alessia Magistroni. Quest’ultima, come raccontato dalla Verità, nonostante avesse un ufficio di ben 18 dipendenti, sin dal suo arrivo è entrata in contrasto con la direzione generale. Tanto che la sua buonuscita sarebbe stato uno dei motivi di conflitto con la Mariotti, che si è rifiutata di corrispondere una liquidazione all’ex dirigente di Assolombarda e Pirelli. Di certo il successore di Bonomi dovrà mettere mano anche all’ufficio della comunicazione. Magistroni era un’esperta di marketing, in un’associazione dove bisogna badare in particolar modo al consenso che ormai sembra smarrito. Le critiche intorno alla presidenza non finiscono qui. C’è chi fa notare che la sede di viale dell’Astronomia viene usata solo parzialmente (solo metà dei piani sono occupati). La maggior parte dei dipendenti è in smart working. Le stesse associazioni di categoriali preferiscono puntare sugli uffici di Bruxelles, dove svolgono principalmente la loro attività. Infine non potevano mancare le polemiche sulla gestione dei conti interni. In questi giorni di fine mandato c’è chi ricorda che presidenti come Giorgio Squinzi, il compianto fondatore della Mapei, appena nominato si era rifiutato di utilizzare la carta di credito dell’associazione. Non sapeva cosa fossero i rimborsi spesa. Usava sia il suo aereo sia la sua macchina personale. Provvedeva di tasca propria a sostenere le spese per il suo incarico, contrariamente ai diversi suoi predecessori, tra cui per esempio Luca Cordero di Montezemolo. A quanto pare Bonomi avrebbe avuto in questi anni uno stile più montezemoliano che squinziano.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.