
L'avvocato: «La causa per cui le coppie hanno litigato di più in quarantena è stata proprio l'educazione dei figli. I genitori che lavorano non sono più abituati a starci insieme. Rari i casi in cui s'è trovata una riconciliazione».È crisi della famiglia, per Annamaria Bernardini de Pace. Ha fondato uno studio legale nel 1989 che oggi ha cinque sedi, costruendolo «sul principio della tutela dei diritti individuali, non solo in caso di separazione o divorzio», e dai suoi studi sono passati più di trentamila casi. Se in questi mesi le è successo anche di dare consulenza a coppie che, già decise a separarsi, si sono unite, lockdown e restrizioni, assicura, hanno più sfasciato che riconciliato.Avvocato, secondo l'Associazione matrimonialisti italiani nel 2020 c'è stato un aumento del 60% delle separazioni. Dal suo osservatorio: che cosa sta accadendo?«Le persone, stando di più a casa, hanno cominciato a conoscersi. Ci si sposa ancora senza sapere chi è l'altro, oppure ce lo si dimentica. Le chiusure della prima fase sono stati feroci. Gli italiani hanno dovuto calare la maschera in casa e indossarla per strada».Vale un po' per tutta la Penisola?«Soprattutto per le grandi città come Milano e Roma. Anche Padova ha registrato forti aumenti. Nelle piccole realtà di paese è un po' più difficile che si riesca a crearsi una vita parallela, perché ci si conosce tutti. Finiscono, anche le relazioni extraconiugali: erano sui luoghi di lavoro e senza la presenza in ufficio - luogo-rifugio delle coppie illegittime - sono state abbandonate».Non si torna poi dalla moglie o dal marito?«Il problema è che a casa tutti si sono lasciati andare. Donne senza trucco e uomini in ciabatte non hanno favorito certo erotismo e ammirazione. La sciatteria e il troppo mangiare le assicuro che influenzano il rapporto».Si litiga quindi perché non ci si piace più?«La verità è ben più orrenda, ma gliela dico lo stesso: i motivi per cui le coppie hanno litigato di più durante le chiusure sono stati i figli. I genitori che lavorano non sono abituati a starci insieme, se non in vacanza. Hanno dovuto fare a meno di tate, donne delle pulizie e nonni, per metterli al sicuro, e si sono ritrovati in contrasto su gestione ed educazione».Divergenze inconciliabili?«In gran parte sì. Ma per una coppia che ho seguito è stata ad esempio occasione di riconciliazione: a marzo il marito stava per lasciare la casa, ma ho insistito perché si concentrassero sui loro ruoli di genitori, cercando di sopportare fino alla fine del lockdown, affinché si guardassero a vicenda come mamma e papà. È successo così che si sono riscoperti, che l'uno ha compreso la complessità del lavoro dell'altro, si sono dati aiuto reciproco. Vediamo come proseguirà».Va un po' contro il suo interesse. «Lo dico sempre: sono ben felice se c'è una riconciliazione. Do una sorta di sostegno psicologico. Ma questa emergenza sanitaria ha fortemente messo in crisi le famiglie, facendo emergere anche situazioni prima inaspettate. Ho seguito e consigliato una cliente con tre figli: già c'era l'idea di una separazione, ma il lockdown ne ha fatto emergere il motivo». E cioè?«Lui si rifiutava di fornire computer e telefono ai figli per seguire le lezioni a distanza, e ho capito subito. Grazie a un registratore sotto il letto si è scoperto che aveva un'amante».Su 10 coppie seguite, quante si sono riunite in tempo di Covid?«Due».Sono più gli uomini o le donne a chiedere la separazione?«Lavoro in questo campo da quarant'anni: sono sempre state le donne a prendere la decisione di risolvere un problema. Le mogli o le amanti che mettono in croce il marito finché non si separa. All'uomo fa troppo comodo avere tutto a posto, guardaroba e pasti compresi».Tra gli altri episodi, c'è stata una polemica sulla app Immuni per la mamma ritratta con il bimbo in braccio e l'uomo davanti al computer. L'emergenza sanitaria ha fatto emergere di più il problema delle pari opportunità?«Senta, odio il politicamente corretto. Sono per le pari dignità: le sembra ad esempio normale che si parli solo di vittime di stupro, mai degli stupri esistenziali di quelle donne che cercano la gravidanza solo per farsi mantenere per la vita? Si tratta ugualmente di una violenza mostruosa».Non si indigna mai per questioni che riguardano le donne?«Mi indigno per le pubblicità, che infrangono il pudore. Pannolini macchiati di sangue all'ora di pranzo, donne che fanno la pipì se si mettono a ridere. Dei pannolini degli uomini non si parla mai, questa sì che è discriminazione. Fa anche schifo, tra l'altro».Cosa ha pensato quando Giuseppe Conte alla Camera ha parlato - cito - della necessità di «politiche di genere», con azioni per «incrementare l'occupazione», «livellare i gap salariali», «liberare le donne dagli squilibri nei carichi di cura»?«Che io mi sono liberata da sola, stando al passo con la legge. Già prima affermavo i miei principi, comunque nel 1975 la riforma del diritto di famiglia ha dato pari dignità a donne e uomini. Ho fatto figli da giovane, e quando hanno avuto 10 anni mi sono messa a lavorare. Nei miei studi legali chi diventa mamma può portare il bambino, può allattare, gli appuntamenti si spostano in base alle loro esigenze. Quote rosa e richieste di protezione di vario genere mi fanno orrore: occorre avere la dignità di cavarcela come hanno sempre fatto gli uomini, basta con le lagne. Io per farmi pagare come un uomo sono stata pure sospesa dall'ordine degli avvocati, ma ho combattuto per tutto quello che ho».Intanto oggi è emergenza demografica.«Speravo le chiusure avrebbero aumentato le nascite, ma oggi si ha paura di far figli proprio per la pandemia».La politica ci presta abbastanza attenzione? Chi siederebbe attorno a un tavolo a parlarne?«Più che intorno a un tavolo bisognerebbe stare su un letto per risolvere il problema. Battute a parte, se fare figli è una delle cause di povertà, in Italia, perché farli? Se l'economia dello Stato è allo sfascio? Le donne, diventate libere grazie alla lavapiatti e alla pillola anticoncezionale, procrastinano poi la maternità fino ai 40 anni per la carriera… i problemi sono molteplici, in ogni caso il boom economico corrispose a un boom di nascite. Ma ora abbiamo governi imbarazzanti».Sperava che l'attuale cadesse?«Non è detto che non cada, la possibilità di elezioni c'è ancora. Gli unici a non aver perso un euro con il Covid sono stati i politici: pagati da noi, attaccati alle poltrone. Sospendere le tasse e dimezzarsi lo stipendio: così sì, che avrebbero fatto una bella figura».L'Italia resta ancora un posto dove conviene separarsi per finta per avere le agevolazioni?«Il fenomeno c'è ancora, se ne fanno tantissime. D'altra parte fiscalmente c'è l'assurdo per cui sono più favorite le separazioni dei matrimoni. E le detrazioni per i figli, comunque, sono meno di un'elemosina data per strada. Ci vorrebbe una legge che consenta al marito, o alla moglie, di detrarre l'assegno che dà mensilmente al coniuge che sta a casa a occuparsi dei figli».Dove altro mettere le mani per aiutare le famiglie?«Servono asili che non costino un patrimonio e aperti a tutti, questo sì. Come in Francia, dove infatti ci sono le donne più libere, perché questa assistenza è a carico dello Stato. Mi dia retta: qui c'è solo l'ipocrisia di uno Stato che finge di essere comunista e poi invece è una dittatura del menefreghismo».E invece secondo lei i matrimoni come si salvano?«Patti prematrimoniali. Le do una notizia: ne sto stipulando tantissimi anche per le convivenze». Si può fare?«Hanno valore legale in un eventuale dibattito processuale. Le coppie giovani sono molto aperte in questo senso. Si definisce, ad esempio, che se una ragazza non è interessata alla carriera, se avranno figli lui riserverà a lei una quota di stipendio per mantenere la sua indipendenza». Pure i patti prematrimoniali non sono formalmente riconosciuti. «Sono una combattente. Le ricordo che fino al 1981 era ancora previsto il delitto d'onore, non so se si rende conto. Il matrimonio è un progetto che va però organizzato, e tutto quello che non illegale si può fare. Li faccio stipulare in modo che non siano nulli, senza obblighi su figli, divorzi, o rapporti sessuali come si fa invece in America. Quel che è libertà non è illegittimo nel diritto italiano. Chi fa accordi di questo tipo ha matrimoni che durano di più, perché le coppie sanno di avere una loro legge personale, non invadente».Di recente ha scritto un Manuale di autodifesa per ragazze e ragazzi (edizioni Guidemoizzi) per spiegare i loro diritti. Sono le vittime della crisi della famiglia?«I genitori quando i figli sono minorenni hanno solo doveri verso di loro, non possono reclamare niente. Ho scritto questo libro perché si crei un dialogo nelle situazioni difficili. Ho ricevuto un buon riscontro dal libro: mi scrivono in tanti, lieti di aver scoperto di avere piccoli e grandi diritti. I giovani tra i 15 e i 20 anni sono le vere vittime invece di questo lockdown: a quell'età si assapora la libertà, si comincia a conoscersi, e sono ancora tutte esperienze a loro negate».
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.