2024-09-24
«Argini più bassi, case da spostare»
A una settima di distanza dall'alluvione in Emilia Romagna si contano ancora i danni (Ansa)
Il piano antialluvione di Paride Antolini, presidente dei geologi emiliani: «Ripristiniamo i fossi, sono una cassa d’espansione». Riparate le brecce lungo i fiumi. L’Abi sospende i mutui.Torna a piovere sull’Emilia-Romagna alluvionata. Ieri e oggi la Protezione civile ha messo allerta gialla per le piene dei fiumi nel settore centro orientale, dove rimangono possibili «incrementi sui corsi d’acqua con fragilità negli argini» e «difficoltà nello smaltimento delle acque esondate dai corsi d’acqua che gravano sulle zone di pianura e sul reticolo secondario di bonifica». Inoltre, per quanto riguarda le zone collinari, «non si escludono frane occasionali».La nuova ondata di maltempo sarà affrontata almeno con una certezza: tutte le rotture degli argini sono state chiuse. I lavori di messa in sicurezza sono proseguiti di giorno e di notte, grazie all’utilizzo di torri faro. A Traversara di Bagnacavallo, nel Ravennate, l’acqua non fuoriesce più dalla rotta. Chiusa anche la rotta di Cotignola, mentre a Forlì sono terminati i lavori per il primo ripristino della sagoma e della quota dell’argine rotto dal Montone. Nel Bolognese è stato attivato il cantiere per la riparazione della rotta sull’Idice, estesa per 100 metri, con quattro ditte al lavoro simultaneamente. «Complessivamente, sono oltre 10 i cantieri di somma urgenza per un investimento di circa 23 milioni di euro: 14,3 milioni interessano il Ravennate, 1 milione il Forlivese-Cesenate, 8 milioni e mezzo il Bolognese. Utilizzate circa 9.000 tonnellate di massi ciclopici», spiega la Regione in una nota.Intanto il presidente ad interim della Regione, Irene Priolo, nominata dal governo commissario per l’emergenza, ha ricevuto mandato di assegnare i primi aiuti agli sfollati dell’alluvione: si tratta dei contributi di autonoma sistemazione ai nuclei familiari la cui abitazione sia stata distrutta o sgomberata. Gli sfollati sono ancora circa 600, soprattutto cittadini di Traversara (Ravenna) e, in parte minore, anche di Budrio (Bologna). Alle famiglie composte da una sola unità sono assegnati 400 euro, a quelli di due 500 euro, a quelli di tre 700 euro, a quelli di quattro unità 800 euro, fino a un massimo di 900 euro mensili per i nuclei familiari composti da cinque o più unità. È possibile erogare ulteriori 200 euro mensili, anche in aggiunta al limite massimo, per ogni componente della famiglia di età superiore ai 65 anni o disabile con invalidità non inferiore al 67%. Per quanto riguarda i mutui, l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, ha deciso la sospensione del pagamento delle rate dei mutui contratti nelle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. La decisione è consequenziale alll’accordo sottoscritto da Abi, Protezione civile e associazioni dei consumatori per assicurare tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali.Sulle polemiche tra Regione e governo esplose nelle prime ore dell’emergenza e poi rientrate, il cardinale Matteo Zuppi ha voluto richiamare tutti all’ordine: «Chiediamo alle Istituzioni di intervenire, con tempestività ed efficacia, a sostegno delle famiglie e del territorio che ha mostrato, di nuovo, tutta la sua fragilità: le accuse vicendevoli e i proclami lascino il posto a misure adeguate, scelte lungimiranti e azioni concrete». Chi chiede «decisioni e interventi coraggiosi» è il presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna, Paride Antolini. Dopo aver visitato i luoghi della devastazione, ha commentato: «Servono interventi che si protrarranno negli anni, dalla sorgente alla foce, in alcuni casi si dovrà decidere di delocalizzare le abitazioni. Il cittadino deve essere consapevole che in tempi brevi si riuscirà a fare poco e anche il privato deve fare la sua parte. In Pianura, dal Dopoguerra a oggi, lo sviluppo dell’agricoltura ha portato alla chiusura dei fossi e, in un determinato territorio, la chiusura dei fossi equivale alla chiusura di una grande cassa di espansione. Ricominciamo a fare i fossi e non solo a bordo strada ma anche negli appezzamenti agricoli. Non dobbiamo alzare gli argini, anzi dobbiamo tendere ad abbassarli e per abbassarli dobbiamo dare più spazio all’acqua, spostando gli argini. Questa sarebbe la tendenza ideale».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)