2020-04-05
Allianz vuole prendersi Autostrade. Ma i grillini frenano sull’accordo
I tedeschi rileverebbero il 51% di Aspi dai Benetton, conservando però le concessioni.Un accordo di massima potrebbe essere stato trovato, ma Palazzo Chigi smentisce. Secondo indiscrezioni non confermate, riportate dal quotidiano La Stampa, le concessioni autostradali potrebbero rimanere in capo ad Autostrade per l'Italia, ma quello che cambierà sarà l'assetto societario. Secondo alcune voci, Atlantia, società della famiglia Benetton, che oggi possiede l'88,06% di Aspi, potrebbe scendere al 49% della società. Il resto, il 51%, dovrebbe andare ad Allianz, il colosso tedesco delle assicurazioni, che già oggi possiede attraverso la Appia Investments il 6,94% della società. Atlantia, quindi, resterebbe come partner industriale dell'operazione, ma con una quota di minoranza. I cinesi del fondo di private equity Silk Road, invece, uscirebbero dalla partita cedendo il loro 5%. Sarebbero questi i punti salienti dell'intesa che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ministri dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli avrebbero trovato per mettere la parola fine a una vicenda iniziata il 14 agosto 2018 quando il ponte Morandi crollò causando la morte di 43 persone. Nella serata di ieri, però, la presidenza del Consiglio ha fatto sapere di ritenere prive di fondamento «le notizie riguardanti un presunto accordo raggiunto con Autostrade per l'Italia, volto a porre fine al procedimento avviato a seguito del crollo del ponte Morandi e avente a oggetto la caducazione della concessione». Anche i ministri Patuanelli e De Micheli hanno reso noto che «quanto riportato è totalmente privo di fondamento».Quello che è certo è che un'intesa definitiva ancora non c'è e resta da capire quale sarà il parere del Movimento 5 stelle, che da tempo invocava lo stop della concessione autostradale per Aspi.Martedì potrebbe essere dunque una giornata storica per Aspi. Il 7 aprile, infatti, si terrà un cda di Atlantia nel quale il board discuterà della questione. Durante lo stesso incontro, il gruppo dovrebbe mettere la firma anche sull'aumento degli investimenti (da 2,8 a 4 miliardi) per la manutenzione straordinaria di tutta la rete autostradale in capo ad Aspi, per la realizzazione della Gronda di Genova e per il completamento del riassetto della Pisa-Livorno-Firenze. Inoltre, come parte del potenziale accordo, il gruppo dovrebbe impegnarsi a mantenere inalterate le tariffe per i prossimi 2 o 3 anni. In cambio di tutto questo, Atlantia e Aspi non dovrebbero pagare alcuna penale. Se dunque fosse questo l'accordo che l'esecutivo si troverà a chiudere con i Benetton, sarebbe ben lontano dalla linea dura che molti esponenti politici invocavano ai tempi del disastro. Non ci sarebbe alcun azzeramento delle concessioni. Anche la norma inserita nell'ultimo decreto Milleproroghe secondo cui, attraverso il pagamento di una penale ridotta, l'Italia avrebbe potuto revocare le concessioni, perderebbe di significato.A determinare il passo indietro del governo avrebbe contributo il parere di alcuni giuristi, secondo cui, in sede europea, la clausola voluta nel Milleproroghe sarebbe stata cancellata. L'ingresso di Allianz come socio di maggioranza in Aspi metterebbe da parte anche il presunto coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti e la conseguente ipotesi secondo cui in Aspi sarebbe potuto entrare un socio pubblico. Con un colpo di spugna, insomma, Atlantia potrebbe dire addio solo a una parte della sua gallina dalle uova d'oro e, quando il nuovo viadotto sul Polcevera sarà pronto, tutto potrebbe tornare quasi come prima.