2018-05-01
Alitalia perde due milioni al giorno e fa schiantare a terra pure Calenda
Il ministro dello Sviluppo economico vuole prolungare l'agonia della compagnia per non esporsi politicamente. E definisce chi lo attacca «anti italiano».Nei primi tre mesi dell'anno Alitalia ha perso 2 milioni di euro al giorno e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda pare «lavarsene le mani». È quello che si evince da un scambio di tweet tra il ministro figlio della regista Cristina Comencini e Andrea Giuricin, ricercatore all'università Bicocca di Milano e esperto di trasporto aereo. Giuricin, su Twitter, ieri aveva scritto al profilo della Commissione europea, a quello del portavoce Ricardo Cardoso e a quello del commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager per sapere quando il problema di Alitalia sarebbe stato risolto una volta per tutte. «Alitalia sta perdendo 2 milioni al giorno nel primo trimestre 2018. Per quanto tempo i contribuenti dovranno continuare a pagare per una compagnia aerea in fallimento?», si domandava Giuricin.Una mossa che Calenda non ha apprezzato. «Ce lo vedete», scriveva, «un francese a scrivere alla Commissione europea contro il suo governo e il suo Paese per chiedergli di far fallire (non vendere) Alitalia!! Roba da matti».«Ricevere del matto da Carlo Calenda perché gli fai notare che Alitalia perde due milioni al giorno è qualcosa di assurdo e un po' triste», ha poi scritto Giuricin. «Essere definito anti italiano perché non vuoi buttare quei soldi è forse anche peggio».Il ministro non ha perso tempo a rispondere. «Alitalia va venduta quanto prima. Ho spiegato mille volte che così non si può risanare. Ma acquirenti potenziali non comprano se non c'è un governo», dice. Fatto sta che non si capisce il legame tra la mancata vendita di Alitalia, l'emorragia finanziaria che sta vivendo l'azienda e il fatto che al momento il presidente Sergio Mattarella non abbia ancora nominato un nuovo governo. Certamente, non avere un esecutivo non potrà spingere altri vettori a farsi avanti, ma il governo Gentiloni (e lo stesso Calenda) non hanno fatto nulla ben prima del 4 marzo. «Calenda non vuole ammettere di non aver fatto nulla per risolvere i problemi di Alitalia e ora spera di buttare la palla al prossimo governo che verrà», spiega Giuricin, interpellato sul tema dalla Verità. «Certamente in questa situazione trovare un compratore è ancora più difficile. Ma i tempi delle gare sono stati scelti dai commissari nominati dal governo», dice l'esperto.Come ha scritto Giuricin ieri su Twitter, «caro ministro, l'unica distorsione è quella di non vedere che la cosa più anti italiana è buttare 2 milioni di euro al giorno. Sono 12 mesi che si poteva e doveva vendere. E un governo c'era fino al 4 marzo». E c'è tuttora oggi visto che ha le deleghe per agire. Solo che non vuole esporsi soprattutto in caso di spezzatino. Sembra dunque che i problemi dell'ex compagnia di bandiera stiano affossando anche il ministro Calenda, che valuta il mercato piuttosto in base alle necessità politiche che ai diktat del capitalismo. «Alitalia un anno fa era comunque più forte di oggi. Adesso, invece, perde oltre due milioni al giorno: 189 milioni in 90 giorni per essere precisi», aggiunge alla Verità Giuricin. I dati non lasciano dubbi: nel 2011 la compagnia aveva circa 25 milioni di passeggeri. Nel 2017 l'asticella si è fermata a quota 21,8 milioni. Un calo dovuto solo alle difficoltà dell'azienda, visto che a livello mondiale il numero di persone che viaggia è in aumento. Secondo la Iata (la maggiore organizzazione internazionale di compagnie aeree) erano 2,86 miliardi nel 2011 per salire a 4,08 miliardi nel 2017: +42,7%. Nel caso di Alitalia, dunque, secondo Calenda un colpevole pare non esistere. Resta il fatto che oggi gli italiani stanno pagando un conto salatissimo per un azienda che - è il caso di dirlo - non decolla ormai da troppo tempo.
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