2024-09-05
Agricoltura, primi segnali di una marcia indietro Ue
Francesco Lollobrigida (Ansa)
In un report consegnato alla Von der Leyen si chiedono più sostegni ai contadini, con nuovi criteri che favorirebbero l’Italia.L’Europa spinta dai trattori sui campi ingrana la marcia indietro: sia chiaro, al minimo del gas. Fa un parziale mea culpa e promette di mettere mano al portafoglio. Non è ancora l’archiviazione del Farm to Fork, ma un ripensamento c’è: andando dietro alle follie verdi l’Ue si era incamminata sulla strada sbagliata. Come sbagliata è la Pac – politica agricola comunitaria che vale 386,8 miliardi in sette anni, di cui due già trascorsi – che dovrà essere riscritta come chiese più di un anno fa e per primo il nostro ministro per la Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. A mettere nero su bianco il ripensamento agricolo sono le 110 pagine del rapporto finale sul «dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura» che ieri sono state consegnate alla presidente della Commissione. Le 14 raccomandazioni messe insieme dal pool d’esperti coordinati dal professor Peter Strohschneider disegnano un profilo molto diverso dall’idea «non produttiva» che animava il Farm to Fork voluto dall’ex vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans, il Torquemada verde. Si afferma in questo nuovo documento la necessità e l’urgenza di «fornire sostegno diretto agli agricoltori che ne hanno bisogno e creare un Fondo temporaneo e complementare alla Pac che acceleri la transizione verso la sostenibilità del settore agroalimentare europeo». Finora l’Europa si è preoccupata solo di produrre diktat ambientali non curandosi se i costi venivano scaricati direttamente sui cittadini. Si è capito che se si vuole la svolta verde bisogna renderla economicamente sostenibile. C’è anche un altro importante ripensamento. Sinora la Pac era erogata in base agli ettari coltivati, o meglio posseduti dall’azienda, tant’è che i maggiori beneficiari sono i Paesi del Nord. Nelle 14 raccomandazioni si afferma un principio invece sacrosanto quanto rivoluzionario: il sostegno diretto va dato a chi la terra la lavora sul serio, a chi ha più necessità. Si auspica di cassare l’idea di legare i sussidi solo alla quantità di terra in proprietà e agli standard ambientali obbligatori. Questo nuovo sostegno mirato è pensato per «prevenire l’abbandono delle aziende agricole e contribuire a garantire agli agricoltori un reddito dignitoso, rivolgendosi a quelli più in difficoltà, in particolare alle aziende agricole piccole e miste, ai giovani agricoltori, ai nuovi operatori e alle aree soggette a vincoli naturali». È un passo in avanti deciso verso il modello agricolo italiano, sol che si pensi che abbiamo votato la legge che riconosce l’agricoltore custode. Indubbiamente le proteste dei trattori che lo scorso inverno hanno messo in stato d’assedio l’Europa sono servite a far capire a Bruxelles che un approccio burocratico slegato dalla realtà avrebbe finito per uccidere l’agricoltura e l’idea stessa d’Europa. Nelle linee guida ci sono cinque grandi capitoli: la revisione della Pac, progredire verso sistemi agroalimentari sostenibili che significa integrare le filiere, promuovere la resilienza trasformativa che significa passare dall’idea dell’agricoltura nemica dell’ambiente a un’agricoltura integrata nell’ambiente, rendere più appetibile per le giovani generazioni il lavoro della terra, migliorare l’accesso alla ricerca. La Coldiretti ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo: «Accogliamo con favore l’impegno per la tutela del reddito degli agricoltori, ma nel complesso è urgente un cambiamento radicale rispetto alla scorsa Commissione e molto più coraggio riguardo a quanto contenuto nel documento». Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, a nome della Lega commenta: «Ci sono spunti interessanti che finalmente tengono conto della visione degli agricoltori e dell’importanza del loro lavoro, ma ora la Von der Leyen non ha più scuse: servono interventi immediati». Quest’ultima, ricevendo il documento, ha commentato: «Garantiremo il reddito agli agricoltori europei che producono la migliore qualità al mondo, incoraggeremo la sostenibilità, toglieremo di mezzo la burocrazia». Era quello che chiedevano i trattori all’assedio di Bruxelles
Ursula von der Leyen (Ansa)
Antonio Filosa, ad Stellantis (Ansa)
Giancarlo Giorgetti (Ansa)