2025-12-02
Veicoli a batteria +131% in Italia, cinesi in festa
Performance a tripla cifra per Byd, Lynk&Co e Omoda/Jaecoo grazie agli incentivi.Byd +535,3%, Lynk&Co +292,3%, Omoda/Jaecoo +386,5%, «altre» +419,2% e fra queste c’è Leapmotor, ovvero il partner cinese di Stellantis che raggiunge l’1,8% della quota di mercato solo a novembre. Lo scorso mese le immatricolazioni auto sono rimaste stabili nei confronti dello stesso periodo di un anno fa, tuttavia c’è stato un +131% circa delle vetture elettriche, grazie agli incentivi che hanno fatto felici i principali produttori di veicoli a batteria: i cinesi. Come emerge appunto dalle performance a tripla cifra messe a segno dai marchi dell’ex celeste impero. La quota di mercato delle auto elettriche è volata così nel mese al 12,2%, rispetto al 5,3% del novembre 2024. «La spinta degli incentivi ha temporaneamente mitigato l’anomalia del mercato italiano, riavvicinandolo agli standard europei», sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. «Appurato l’interesse degli italiani per la mobilità elettrica, strumenti di supporto alla domanda programmatici e prevedibili conseguirebbero anche da noi risultati paragonabili a quelli degli altri grandi mercati Ue», osserva ancora Pressi, citando a titolo d’esempio «l’ormai improcrastinabile revisione della fiscalità sulle flotte aziendali».L’abbattimento dei prezzi, grazie agli incentivi, rompe quindi il tabù degli italiani verso l’elettrico. Il problema però è un altro. Come fa l’industria automobilistica italiana ed europea a competere con i colossi low cost cinesi? «Per rilanciare la filiera, l’Europa deve mettere tutti i costruttori in condizione di produrre sul proprio territorio auto elettriche mass market con costi industriali competitivi», evidenzia Pressi. Non a caso esprime «rammarico che le quattro vetture elettriche più vendute non siano prodotte in Europa», commenta Roberto Vavassori, presidente di Anfia. «In occasione della formulazione di questi incentivi destinati alle autovetture elettriche», ribadisce, «avevamo chiesto che venisse adottato un eco-score per privilegiare le vetture made in Europe, ma la proposta non è stata approvata dal Mase. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ad oggi, la maggior parte delle vetture vendute grazie agli incentivi ha zero contenuto locale e zero valore aggiunto per l’Europa. Serve una strategia di tutela del made in Europe lungo tutta la catena del valore», conclude Vavassori. Anche perché, tolti i cinesi in festa, nell’83% dei casi i concessionari hanno giudicato bassa la raccolta di ordini. D’altra parte - sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - il clima di opinione nel settore è fortemente condizionato dall’attesa del progetto che la Commissione europea presenterà il 10 dicembre per cercare di attenuare l’impatto negativo della sua politica per la transizione energetica, che ha già determinato il crollo della produzione auto in Europa e la penetrazione di concorrenti molto temibili dell’industria europea». I dati delle vendite di novembre parlano da soli.