
Alice Weidel: «Dimissioni immediate, non si diventa cancelliere così». E il leader della Csu si schiera contro la messa al bando.Questa volta per mettere a segno un’altra vittoria, dal significato politico importantissimo, ad Alternative für Deutschland è bastato osservare dalla finestra la partenza zoppa del governo guidato da Friedrich Merz, cancelliere tedesco la cui esperienza alla guida della Germania resterà macchiata per sempre dal flop della prima votazione. Un flop in cui Afd ha avuto comunque un ruolo, seppure esterno, considerato che alcuni retroscena raccontano di malpancisti della Cdu/Csu che alla prima votazione avrebbero «impallinato» Merz nel segreto dell’urna perché contrari all’ennesima zuppa indigesta di un accordo di governo con la Spd, al quale avrebbero preferito un’intesa con la destra. Altri, invece, dal fronte opposto, hanno letto lo storico naufragio di Merz al primo voto del Bundestag come un «castigo» inflitto dai Socialisti al neocancelliere per l’apertura ad Afd dello scorso gennaio, quando una mozione della Cdu su un giro di vite sull’immigrazione è passata con i voti del partito di destra; una svolta che è stata poi goffamente rinnegata dallo stesso Merz, con il risultato di deludere sia i favorevoli che i contrari. Afd, tra l’altro, è stato protagonista pochi giorni fa di un clamoroso rapporto del servizi segreti che l’hanno indicato come un «partito di estrema destra non compatibile con l’ordinamento liberale e democratico della Germania», giudizio contro il quale lo stesso Afd ha presentato ricorso. Un passo verso una prospettiva teorica quanto lunare, quella dell’esclusione di Afd (secondo partito in Germania alle elezioni dello scorso 23 febbraio con il 20,56% dei voti, e accreditato oggi dai sondaggi come prima forza politica del Paese con il 25%) dalle prossime competizioni elettorali. Un caso, quello del rapporto dei servizi segreti tedeschi, che ha inevitabilmente accresciuto ancora di più la popolarità di Afd, tanto che ieri, mentre si consumava il dramma di Merz, il primo ministro della Baviera e leader dell’Unione cristiano sociale (Csu), Markus Soeder, come riporta Nova, ha detto che un’eventuale messa al bando di Alternativa per la Germania dopo essere stata classificata come estremista di destra dall’intelligence «sarebbe un segnale sbagliato» verso gli elettori tedeschi. «Dobbiamo affrontare Afd rendendola più superflua attraverso un governo migliore», ha sottolineato Soeder, «ma è anche cruciale che non sembriamo conigli contro serpenti ogni giorno e che qualsiasi dibattito non sia sempre incentrato su Afd». Tornando alla drammatica giornata di ieri, Alternative für Deutschland ha avuto gioco facile nell’attaccare Merz e la coalizione Cdu/Spd e nel chiedere nuove elezioni: «Siamo pronti ad assumerci la responsabilità di governo», ha detto Alice Weidel, copresidente di Afd: «Merz dovrebbe dimettersi immediatamente e si dovrebbe aprire la strada a nuove elezioni nel nostro Paese. Quanto accaduto mostra su quale debole fondamenta sia costruita questa piccola coalizione, sostenuta da una Spd che gli elettori hanno chiaramente respinto. È la prima volta che accade una buona cosa positiva», ha aggiunto la Weidel, «perché una truffa elettorale di questa portata non può riuscire, non si può diventare cancelliere in questo modo». Che in Germania sia in atto un tentativo molto pericoloso di comprimere la democrazia tentando in tutti i modi di mettere ko Afd, partito che riscuote i consensi dei cittadini presentandosi alle elezioni, lo dimostra una precisazione di ieri mattina del ministro dell’Interno tedesco designato, Alexander Dolbrindt (Csu), che ha dovuto addirittura specificare che i dipendenti pubblici iscritti ad Alternative für Deutschland «non devono aspettarsi nessuna conseguenza o procedimento disciplinare» dopo la classificazione del partito come estremista di destra da parte dei servizi segreti. «Non ci sono conseguenze generalizzate per i funzionari che dichiarano la loro fedeltà ad Afd», ha aggiunto Dolbrindt, «la lealtà alla Costituzione richiesta ai dipendenti pubblici può essere valutata solo caso per caso». Siamo di fronte, come è evidente, a una situazione che se non fosse terribilmente seria apparirebbe grottesca, con un ministro dell’Interno che deve rassicurare i dipendenti pubblici che scelgono liberamente di sostenere un partito politico che non rischiano il posto di lavoro. Ognuno può pensarla come vuole, ovviamente, ma Afd lo scorso 23 febbraio ha ottenuto più di 10 milioni di voti alle elezioni ed è quindi a tutti gli effetti un grande partito di massa, i cui successi si devono certamente alla capacità dei suoi leader ma sono anche riflesso e conseguenza del fallimento delle altre forze politiche, a partire da Spd, Liberali e Verdi, che hanno governato talmente male da essere pesantemente castigati. Quanto accaduto ieri al Bundestag rafforza ancora di più il partito della Weidel, poiché la rappresentazione del nuovo governo è quella di una compagine litigiosa, debole, caratterizzata da spaccature interne talmente insidiose da aver prodotto lo choc del risultato della prima votazione. È infatti prevedibile che il clamoroso flop mattutino di Merz lascerà scorie nella coalizione, con il risultato di indebolirne ancora di più l’efficacia dell’azione politica a tutto vantaggio del primo partito d’opposizione in Germania. Anzi, del primo partito in assoluto.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.